Capita che Rocco Papaleo sia in scena al teatro Coccia di Novara questa sera con E’ tempo di Miracoli e canzoni di Veronesi-Papaleo con Rocco Papaleo e Alessandro Haber. Lo spettacolo l’avevo visto un anno fa a Milano ma l’occasione è splendida per rivedere lui, l’amico. L’anno scorso infatti ci siamo riabbracciati dopo tanti anni e adesso sarebbe bellissimo trascorrere ancora qualche ora insieme.
Ci sentiamo a gennaio, mi promette che ci incontreremo. Ieri mi arriva una sua telefonata con la quale mi annuncia che approderà a Novara in serata. Capita quindi che ci abbracciamo nuovamente, con lui e con i musicisti che accompagnano lo show.
E avremo ancora oggi per ritrovarci come ai vecchi tempi!
Rocco Papaleo! Quello fedele sul palco, in pellicola e nella vita. Fedele alla sua natura, all’uomo che è, alla sua passione, alla tristezza e all’ironia. Geniale e semplice.
Rocco Papaleo! Quello che appare come la memoria ricorda. Genuinamente forte e fragile. Delicato e malinconico quanto tranquillo e vitale. Mille sfaccettature in una.
Rocco Papaleo! Quello che “ne ha fatta di strada” e sembra sempre ai primi passi come un bambino che ancora deve esplorare e camminare, che non ha paura di farlo, che gode di ogni passaggio, che non chiede di toccare un traguardo, che se lo tocca non ci pensa.
Rocco Papaleo! Quello che conserva intatto lo sguardo trasognato e i tormenti creativi. Non ha pose da attore ma umana inclinazione ad interpretare la vita. Si porge come sempre, stringe volentieri una mano. E ascolta, vuole sapere come stai, cosa fai, se sogni.
Rocco Papaleo! Canticchia quello che io conosco e gli altri no, in un ristorante dove la nostra tavolata non passa inosservata, dove tutti scrutano senza avvicinarsi, incuriositi e increduli. Non ha più in mente tutte le parole ma le cerca, scava nelle emozioni e nella melodia e poco alla volta gli arrivano alla bocca. Ora come allora. Quando una chitarra, la sua verve e quel carisma speciale erano il preludio di un successo.
Rocco Papaleo! Senza toni alti, senza uscire sguaiatamente dalle righe, senza cercare ostinatamente consensi, senza atteggiamenti forzati. Diretto e spontaneo. Come sempre. Lievemente ripiegato sulla stanchezza, a tratti silenzioso e assorto, lento di una lentezza che conserva il ciondolare che rammento aver notato dalla prima volta, assolutamente fluido in ogni istante come se nulla dovesse essere studiato o impostato.
Rocco Papaleo! Personaggio dentro, ecco. Come se non trapelasse altro che la sua linfa, come se non volesse scalfire la sua essenza con l’ebbrezza di attimi da divo ma sfamare il suo amore in ogni momento di contatto con un ruolo che gli fa scoprire un pezzetto di mondo. Come se inseguisse qualcosa per il puro gusto di respirarla, come se non potesse chiedere altro alla fortuna di esserci e di fare quello che sente addosso come un bisogno e un desiderio. Come se avesse sempre un sorriso di gratitudine per il suo “pubblico”.
Rocco Papaleo! L’affetto, la stima, la simpatia che il tempo non ci ha strappato.
Lo guardo, mi guarda e facciamo un tuffo nel passato ma è come se fosse ieri anche se l’età tradisce la realtà. Siamo ancora quei buoni amici che si divertono, che cercano in un rapporto umano ogni senso possibile dell’esistenza. Che non si arrendono mai alla superficialità. Mai.
Rocco Papaleo, grazie.
La tua ricchezza non è un privilegio mio e di chi ti conosce. E’ in scena stasera come tante volte per diventare di molti altri. E’ spesso in una sala cinematografica per toccare tanti altri cuori. E’ tra le pagine di un giornale per essere letta da altre teste. Questo mi rallegra, molto. E spero che il tuo successo esploda ancora, ancora, ancora…
Lo meriti. Ma è soprattutto un dono che molti riceverebbero.
A più tardi Rocco.
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