Cerco di capire. Il Governo, i professori, gli studenti, le famiglie, gli operatori scolastici. Perché talvolta mi pare sia importante collocarsi “in mezzo”.
O forse ancor più perché mi sento realmente lontana da tutti.
Non discuto le scelte. Il maestro unico e ogni altro aspetto lascio che siano oggetto di valutazioni ben più titolate delle mie.
Quello che mi agita è il contesto, assurdo.
Studenti, professori, famiglie, cittadini tutti lamentano da anni che la Scuola non funziona o, addirittura, “fa schifo”.
Nonostante questo da anni ogni progetto di riforma naufraga nei fischi o scatena bufere di indignazione, insoddisfazione, fastidio.
Il Ministro Gelmini, come il Governo e forse il mondo tutto, si muove in un’ottica di emergenza e di necessità di eseguire tagli alla spesa pubblica. Questo è, mi pare, uno degli atti d’accusa che da più parti si leva contro l’azione ministeriale.
Ma in verità le piazze e i dibattiti ci presentano insegnanti, studenti, politici, opinionisti che in tasca hanno soluzioni, idee chiare su come dovrebbe essere. O meglio sono certi debba essere esattamente il contrario di quello che vuole Gelmini.
Tutti uniti e compatti. Anche quelli che non hanno letto il Decreto, che conoscono solo qualche affermazione estrapolata chissà dove e come.
Finalmente insegnanti e ragazzi si abbracciano e sono felici della Scuola che hanno. Guai a toccarla, parrebbe.
I più ragionevoli indulgono ad ammettere che qualcosa da rivedere e migliorare ci sarebbe. Ma aggiungono che non sono risultati perseguibili con il metodo Gelmini.
E’ vero che quando si agisce allo scopo di ridurre i costi si possono compiere azioni errate, atroci o affrettate. Ma è altrettanto indiscutibile, direi, che la situazione non lascia molto tempo. La crisi economica ha proporzioni decisamente drammatiche e forse questo non è il momento dei grandi programmi ideologici ma delle concretezze.
Comunque andiamo oltre.
In decenni di insoddisfazione e lamenti il corpo insegnanti avrebbe potuto riscrivere la Scuola del futuro, presentandola ben confezionata in un documento approvabile da destra a manca. In seno alla categoria ci sono psicologi, filosofi, fini giuristi, eccellenti economisti: chi meglio di loro avrebbe potuto produrre un progetto da dieci e lode?
Forse non è mai avvenuto. O forse tutti i Ministri, di ogni schieramento, hanno ritenuto di non tenerne conto.
E insomma a noi cittadini tutti piacerebbe leggere una bella proposta che non sia opposizione ad un’altra, che non si tiri fuori quando c’è da smontare quella altrui. In sintesi: non una critica alle mosse altrui ma un programma per migliorare.
E’ un calderone micidiale. Qualcuno mente. O mentono tutti.
Il Ministro, accusano e protestano dal mondo della Scuola, non sa, non conosce, agisce brutalmente, vuole devastare la Scuola pubblica… Ma se sulle barricate salgono giusti e onesti vorrei chiedessero rigore.
In un Paese volenteroso e serio i bravi insegnanti dovrebbero denunciare i cattivi. Gli studenti diligenti dovrebbero puntare il dito contro i negligenti. Ma questo da noi non accade. Tutti insieme insorgono, finalmente uniti e compatti. 5.500 corsi di laurea, a parer mio, sono una vergogna. Ma è ancora più vergognoso illudere tutti e comunque che il Diritto allo studio basta a fare uno stato civile. La civiltà sta nel merito. E non può essere una grande e vuota teoria, mai. Altrimenti il rischio è che sia tutto un bluff. Non inganniamo i ragazzi. Non inganniamo la vita.
Scuola e Università dovrebbero essere un esempio. Per tutto e tutti. Dovrebbero insegnare a ragionare, innanzi tutto. E non a gonfiare i cervelli di sciocchezze lunari. La terra è una, questa. Ed è fatta come è fatta, non possiamo inventarci che ha un’altra forma o un’altra storia…Questo sistema fa acqua, copiosamente, da tutte le parti. E non sarà rivendicando astrattamente Diritti che si farà davvero il nostro bene.
La Scuola si protegge rendendola forte. E per renderla forte occorre che sia la casa di motivazioni forti: insegnare e apprendere.
Non hanno responsabilità gli insegnanti? Ne conosco molti che per fortuna non sedevano in cattedra quando ero tra i banchi. Non hanno responsabilità gli studenti? Ne conosco molti che sbandierano la difesa a spada tratta di un sistema allo sbando…proprio perché è allo sbando. Proteggono insomma il loro diritto ad andare a Scuola, non all’istruzione. Non abbiamo tutti responsabilità? Conosco molti genitori che di quello che possono imparare i figli se ne infischiano, l’importante è parcheggiarli lì fino al conseguimento di un pezzo di carta, quale che sia il valore autentico di quel diploma. Conosco bidelli, o come altro si chiamano oggi, che a Scuola hanno solo risparmiato energie per poi fare un secondo lavoro, in nero.
E’ pubblica una Scuola sana. Una Scuola dove si lavora tutti alacremente e con coscienza. E allora è questo che chiedo al Paese civile: che scuola vorreste? Se il coro fosse “una scuola migliore” replico anticipatamente: se allora riconoscete che è da migliorare rimboccatevi innanzi tutto le maniche, rendetela inattaccabile…
Non bastano le dichiarazioni di principio, gli slogan. Con questi ci siamo presi in giro per decenni. E’ urgente accorgersi di questa spirale perversa.
Sul banco degli imputati dovremmo sederci tutti, non solo il Ministro di turno. Siamo lo sgangherato Paese che abbiamo contribuito a creare purtroppo. Con le cattive azioni, con il silenzio, con la stolta difesa di una situazione intollerabile, con scarso senso del dovere. Cogliamo al volo l’occasione. Se rami andranno tagliati che siano i secchi, davvero. Si levino voci arrabbiate ma sincere!
Perché vorrei che la Scuola fosse in mano a docenti e ragazzi che la rispettano e la amano. Che non sprecano, tempo e risorse. Che non accettano intrusi, falsi, furbi e disonesti. Perché vorrei che nessuno osasse ogni giorno entrare in un posto che “fa schifo” e accomodarsi come se fosse bello così.
Perché vorrei che se la Gelmini commette clamorosi errori qualcuno fosse indotto a pensare che fa invece cosa ammirevole perché è arcistufo di vedere e sentire che la Scuola è allo sfascio.
Con buona pace di tutti non sto dalla parte di alcuno. Anzi…Francamente vedo tutti, lo ripeto, abbondantemente colpevoli del disastro. E vorrei si partisse dalla Scuola a dare un vero segnale di civiltà. Non quella delle parole, per carità, farebbe solo venire l’orticaria. Quella dei fatti, quotidiani. Ma temo che il nostro Paese non sia pronto, non sia maturo, non sia consapevole delle reali tragiche lacune del proprio popolo. Ammesso che questo popolo abbia un Paese, ammesso che questo Paese abbia un popolo.
Fino a quando sono state in carne le vacche, o si creduto o finto lo fossero, è andato bene ai politicanti premiare con qualche cattedra, mettere le mani nei concorsi, dare posto a tanti possibili votanti, accontentare tutte le aspettative anche se spregevoli.
Ma noi dovevamo sapere che sarebbe così giunta più in fretta una carestia.
Chiedo solo ai validi insegnanti, ai volenterosi studenti di aiutarmi a capire.
Per la Scuola non si può cercare di spendere meno. Si deve invece badare a spendere bene. E’ un sogno sperare che questo avvenga fuori dalle contrapposizioni politiche?
Il post più lungo della storia. Chiedo venia. Ma la Scuola è la Scuola.
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