Da tempo trascuro la mia “rubrica” da donna a donna. Ma per Lei faccio un'eccezione.
Ha scritto un'altra lettera.
Se è un passo riparatore, una mossa per ammorbidire i toni, un tentativo di riconciliazione comprendo la forma pubblica. Pubblicamente ha ferito e offeso, pubblicamente deve, se vuole, chinare il capo.
Se è un moto di velata stizza perché tutto sommato, passata la burrasca degli schieramenti più o meno veementi, i fari sono puntati su altro da Lei, Le ricordo che Suo marito o ex marito è il Presidente del Consiglio che ci tocca o ci piace e quindi abbiamo molto di diverso da osservare o sul quale riflettere e discutere oltre alle Sue private questioni. Consideri poi che molti gravi problemi ci affliggono, il Suo, porti pazienza, non è proprio unico o prioritario.
E credo inoltre Lei sappia che all'ombra di ogni Sua lettera regolarmente pubblicata ci sono molte storie di donne, uomini, bambini. Magari più belle, più interessanti o più dolorose. Storie che però non arriveranno mai sulle pagine dei giornali. Non ruba loro lo spazio perché forse non lo occuperebbero mai ma, per rispetto, Lei potrebbe scegliere la via del silenzio. In fondo il silenzio è spesso molto dignitoso.
E soprattutto, La prego da donna a donna, non cerchi di convincerci con una insostenibile ingenuità crucciata. Ovvero scaricando la colpa di tanto cattivo e aspro clamore sui giornale.
I panni sporchi in piazza li ha portati Lei. E offende la Sua intelligenza immaginare che una grande lavatrice restituisse la vicenda candida e profumata.
Abbia cura, gentile Veronica, di non distrarre alcuno. Sostenitori e detrattori non hanno bisogno delle Sue lettere. C'è realtà sufficiente, mi creda, per impegnare gli uni e gli altri.
Come donna, signora Veronica, saprà difendere con garbo quello che è stato e tutto l'amore che dice averla animata, nei luoghi, modi, momenti opportuni. Non so se cercherà una nuova armonia o chiuderà la parentesi. E neanche mi preme saperlo. A me i vasi di cocci incollati non piacciono ma, d'altra parte, il mio parere è decisamente irrilevante.
Le donne e le madri, gentile Veronica, possono amare ed essere amate. Tutto qui.
Le bufere a posteriori puzzano sempre un po'. Non me ne voglia ma questa è la sensazione che si prova spesso, anche per le persone meno note.
Comunque sia, repetita iuvant, non dobbiamo valutare il vostro amore. E neanche gli accanimenti giornalistici. Specie quando l'uno e gli altri sono volutamente sbandierati. Forse Lei ritiene che un uomo vada valutato come uomo appunto prima che come politico. Sappia però, gentile Veronica, che i lunghi anni e le maternità, parlano a favore del Suo consorte. Il divorzio potrebbe deporre contro, le lettere di questi mesi no.
Ne uscirebbe meglio tacendo, come ha fatto in un passato di non breve durata appunto.
Abbiamo così tanto da condannare o apprezzare che davvero non ha alcunché di illuminante da suggerirci.
Ovviamente tutto questo solo per dirLe: basta, per favore.
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