“Saresti disposto a uccidere pur di realizzare i tuoi sogni”?
Un tormentone un po’ inquietante un po’dissacrante ammicca dalla tv e dai cartelloni pubblicitari e la professoressa Laura Belmonte ne è travolta, suo malgrado.
<Va bene, è una credulona! Ma a Napoli lo diventi per forza. Qui, bisogna dirlo, succedono cose da pazzi. Cose che, a leggerle in un romanzo, suonerebbero inverosimili. Basta mettere seicento euro in mano a un ragazzino e senza fare una piega lui ti accoppa un cristiano. Nel centro storico una tribù d’antropofagi tiene in scacco la gente onesta, le vittime di camorra sono migliaia, e non si sa quanti nullatenenti si alzano la mattina senza sapere come arriveranno fino a sera. Qui l’impossibile diventa pane quotidiano, e tu ti meravigli se uno poi diventa credulone?>
Napoli incontenibile e insostenibile. Napoli morente, furente, indecente.
Napoli colorata e sognante.
Napoli sommersa dalle contraddizioni più che dai rifiuti.
Di bellezza e orrore, di calore e di lacerazione. Di amarezza e di amore. Di tutto questo e molto di più narra Francesco Costa. Con la leggerezza di uno stile delizioso. Con la veemenza ironica e brillante di una storia strappata alle pieghe più comiche, più tristi, più abnormi della realtà.
Attinge al genere noir questa commedia “sociale” che affonda e gira il dito in una piaga umana che sembra incurabile. Il reality si confonde, si sovrappone, si amalgama con la realtà. Le persone e gli affetti che ruotano intorno a Laura non esitano a calarsi nel ruolo di personaggi, protagonisti di un gioco che le si stringe addosso come una morsa.
Tutti bizzarri, tutti fasulli, tutti autentico.
Francesco Costa riesce a trasportare il lettore davanti al meraviglioso paesaggio del mare, nell’arena della criminalità, nelle scabrose miserie della famiglia, del tradimento, della relatività degli affetti e delle affinità. Pure nella follia. E nell’atroce insofferenza alla noia della bontà.
“Raccontalo a Miriam”.
C’è davvero un abbrutimento sconfinato? E’ agghiacciante la considerazione di un pubblico assorto e coinvolto in quello spettacolare trionfo del crimine e delle confessabili inclinazioni ad abbracciarlo.
Se tutto questo, inclusi l’indescrivibile ignoranza di Tommaso e il generale imbarbarimento del Paese, fosse opera di un’organizzazione misteriosa, che so, di una potentissima loggia massonica, di un’oligarchia di mostri senza cuore, che progetta di ridurre l’umanità a una mandria di bestie, sempre in procinto di azzannarsi tra loro, per poterla dominare a suo piacere?
Questo pensava Laura prima di ritrovarsi scaraventata nella dimensione soffocante e spaventosa di un tranello. Un tranello che le procurerà dolore ma che le restituirà, forse, la libertà della propria dedizione a quel profilo di esistenza che per tanti, troppi è la gabbia di una legge morale vecchia, fastidiosa, priva di fascino.
Laura si confronterà con la propria essenza in una lotta sbilenca e perfida, in qualche modo arriverà a violentarla ma non cederà alla sfavillante lusinga di un benessere sciocco e senza dignità, non venderà l’anima a quel baraccone di luci miserabili.
Veloce e avvincente Presto ti sveglierai affronta in una trama attualissima e assai verosimile un grande groviglio di angoscianti riflessioni sulla vita e sul nostro tempo…
Il romanzo è ambientato a Napoli e sicuramente è perfettamente ritagliato sulle anomalie, sulle peculiarità, sulle esasperazioni che le sono proprie. Ma proprio per questo coglie ancora meglio il grido acuto di un malessere e di una degenerazione che potremmo respirare ovunque.
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