La classica firma in calce ad un documento. Un modulo stampato debitamente sottoscritto. Solo quelle due paroline, un nome e cognome, spesso ridotte ad un quasi indecifrabile scarabocchio… Eppure in molti atti, o quando si deve apporre davanti ad un notaio, è richiesto che la firma sia leggibile.
E’ indubbiamente una “formalità” importante, chi firma accetta, si impegna, si assume la paternità dell’atto. E qualora dovessero nascere contestazioni la riconoscibilità è essenziale.
Per un’eventuale perizia grafologica la firma ha poi una sua speciale rilevanza : al di là della riconducibilità di essa al suo autore, esprime molto della sua personalità.
Ho già scritto delle informazioni che un’attenta ed esperta analisi della grafia può darci su noi stessi e sugli altri. I segni sono rivelatori del carattere, delle inclinazioni, di molte caratteristiche salienti…e, naturalmente, come il nostro modo di parlare o di gesticolare, possono rivelare anche qualcosa sullo stato d’animo del momento.
Tutti noi siamo in grado di notare che la fretta, l’agitazione o più banalmente un piano d’appoggio scomodo o incerto influenzano la nostra scrittura. Non per altro se è possibile il grafologo esamina uno scritto redatto in condizioni normali, su una superficie adeguata e non brevissimo, ovvero di almeno qualche riga, perché i tratti e le particolarità che vuole indagare emergono anche dall’andamento (discendente, ascendente,… ), dal rapporto con i “margini” del foglio, dalla distanza tra le righe, dal modo complessivo di “occupare” lo spazio, di andare a capo…
L’osservazione di uno scritto può davvero fornire un’infinità di impressioni ed occorre pertanto condurlo con cura, competenza, attenzione. La firma è un notevole “segno distintivo”. Peraltro ne siamo in qualche modo consapevoli quando nel tempo maturiamo più o meno consapevolmente una certa nostra “impronta”.
Qualcuno dedica alla propria firma addirittura un piccolo studio, convinto com’è che quella traccia sia un elemento qualificante, personale, esclusivo…
E c’è qualcuno che accortamente può arrivare ad usarla come Pollicino per lasciare un tangibile segnale, per lanciare un messaggio. E’ capitato a chi, sotto minaccia e costrizione, ha sottoscritto contro la proprio volontà e alterando la firma ha sperato di mettersi al riparo. Analogamente nei casi di chi è obbligato da altri a stilare di pugno un intero documento, può emergere dalla grafia il tentennamento, il disagio, lo stato confusionale.
Tornerò sulla grafologia, ottimo strumento per approfondire la conoscenza di sé stessi e degli altri, largamente adottato in psicologia e nelle valutazioni per assunzioni lavorative. (Passione, passione…: come la criminologia, è un amore che non posso dimenticare ! : studio, “deformazione”, attrazione).
Intanto mi piaceva soffermarmi sulla firma che, diversamente dalla scrittura che rivela molto di come siamo, è spesso indizio di chi siamo. Forse si dovrebbe anche dire di chi crediamo di essere... La firma è un sigillo e spesso attraverso di essa si esprime una semplice e gioiosa considerazione del valore del proprio nome e della propria “casata” o si ostenta una posizione, si manifesta uno status.
Occhio alla firma vostra e altrui, dunque !
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