Considerando che mi ignori da qualche settimana, come pure wikio credo, questa sera mi concedo il relax dello sfogo. Tanto non mi riconoscerai, non mi leggerai, non mi pescherai per infilarmi tra i blog aggiornati quindi, caro typepad, potrò insultarti con serena leggerezza.
Non è un’azione produttiva di effetti concreti sulla tua efficienza, è solo esercizio che conforta e lenisce la pena che fai provare…
Periodicamente torni alla ribalta, con tutta la tua irriguardosa noncuranza, il tuo sistema inadeguato, le tue crisi tecniche. Vai in tilt o entri in stand by.
E non ci sono lamentele o segnalazioni o preghiere che ti muovano a dovere o a compassione. Sei irriducibilmente anarchico. Non porti rispetto, non conosci regole.
Qualcuno sbuffa. Qualcuno porta pazienza. Qualcuno non demorde e ti invita a riflettere e a mettere il circuito in funzione.
E tu ridi di tutti, lo so. Ridi di me che ho sempre allegramente gioito delle possibilità di questa piattaforma, dell’opportunità di essere letta, dell’occasione di diffusione. Che sia desiderio, probabilità o illusione non conta. Per me eri l’amico Typepad e insieme eravamo appassionati de La Stampa. Ridi di quelli che dichiarano di non cercare visibilità ma fanno questione di principio del tuo corretto e idoneo servizio. Ridi insieme a quelli che se ne sono andati e ci vedono ancora qui alle prese con i vecchi problemi di sempre.
Io stasera rido di te, typepad. Della tua arroganza. Della tua incapacità.
Non è male talvolta attorcigliarsi ai pensieri, starsene quieta nell’oscurità a meditare sul proprio groviglio interiore. Non accessibile ai più, confinata in questo spazio piccolo ma dolce nel quale arrivano pochi affezionati lettori e qualche navigante che segue le tracce delle chiavi di ricerca.
Forse anche molti blogger non transitano di qui da quando non compaio tra gli aggiornati. Ma quelli che vogliono trovare i miei post vengono typepad, a quelli non puoi sbarrare il passo. Gli altri non passano per scelta, caro mio, non sei tu ad impedirglielo. Mettiti l’anima in pace. Non sei padrone dei click.
Crei disagio, metti malumore. E’ inevitabile. Ai blogger non può risultare gradito il tuo pessimo livello tecnologico e il tuo ritardo nelle assistenze e negli interventi migliorativi o correttivi. Alla redazione arrechi noia e disturbo. Sei una molestia ambulante!
Ti scrivo con il sorriso, typepad, nonostante la delusione. Abbiamo lungamente passeggiato, fianco a fianco. E mi auguro che ancora lo faremo. Sei splendido quando dai prova di esistere! Prendi dunque le mie accuse come accorato appello.
Non credo tu mi abbia cancellato per sempre. No, non posso crederci…ci siamo tanto amati (!!!). Sei stato bravo ad accogliere al volo il nuovo blog collettivo, ideato da Luigi (gobettiano) e Antonio (Montanari Nozzoli). Hai dimostrato di avere buon gusto e spirito attento. Loro hanno cercato di rimediare all’impasse del buio al quale stavi condannando tutti o quasi. La loro iniziativa e il loro impegno fanno ritenere che la buona volontà possa compiere grandi cose. Vuoi dimostrarlo anche tu? Muoviti!!!
Vorrei aderire, partecipare al blog collettivo. Per partecipare all’idea comune, per stare nel gruppo degli amici blogger. Ma vorrei non fosse la soluzione. Sei tu che puoi tirar fuori la bacchetta magica!
Vediamo se questa parolina ti fa il solletico, ti alletta o ti ringalluzzisce: ABRACADABRA!!!
Se questo post mi farà volare nell’elenco dei blog aggiornati crederò per sempre alle pratiche magiche…
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