Almeno non dovrebbe. Perché l’amore è vita, accidenti.
Così davanti al movente passionale, ammesso non sia già aberrante la definizione, restiamo intontiti e sgomenti. Se mi lasci ti uccido: è una tragedia che si ripete.
E ci interroghiamo. Sulla patologia della gelosia o sul raptus di disperazione. Ma è un po’ come cercare un ago nel pagliaio. Troppo devastante il dolore per riuscire a capire. Forse bisogna prendere un po’ le distanze dall’emozione e ragionare. Ma anche la ragione qui sbatte il muso contro un dilemma inestricabile…
Magari chi compie un omicidio del genere è in preda al delirio, è una persona smarrita che non può tollerare la lacerazione, ha un equilibrio mentale e spirituale troppo labile per superare una separazione. La fragilità sentimentale, la crisi esistenziale, l’umano sbandamento non bastano però a placare la nostra angoscia. Finiremmo per intravedere una mano potenzialmente armata nel nostro compagno, nel vicino di casa, nel collega. Finiremmo per proseguire una relazione nel terrore che la parola fine scriva la nostra condanna a morte. E finiremmo forse per condurre tutto a un “fenomeno” da studiare, additare, arginare…
Probabilmente ogni essere umano, ogni storia, ogni situazione ha qualcosa di talmente unico da non poter subire frettolose etichette. Dobbiamo considerare la dignità di ogni dolore e di ogni dramma, di ogni percorso e di ogni epilogo. Difficile, lo so. Ma lo è ancor più riflettere su un aspetto che, questo si, sembra proprio un risvolto generale e diffuso del nostro costume. Un risvolto inquietante, molto inquietante.
E’ l’avanzamento allarmante della soglia di percezione dell’atrocità. E insieme ovviamente l’esplosione del senso di libertà, di impunità, di trasgressione. Il discorso è arduo e delicato. In verità non possiamo sapere in ogni caso come venga vissuto a posteriori il crimine, con quali sensi di colpa combatta il “killer per amore”, come riesca a sopravvivere al disgusto e alla sofferenza…Ci auguriamo quasi che cerchino solo il suicidio, quasi per ricondurci a un concetto di vita e uomo che ci rassereni e riporti il bene e il male nei suoi binari distinti e separati.
Ma in effetti siamo consapevoli che non è proprio così, che talvolta dobbiamo rassegnarci all’evidenza dell’egoismo e dell’irrefrenabile bestialità. Tutto è possibile. Ed è questo il terribile nodo che ci stringe la gola.
Andiamo a scavare alla ricerca di disagi, disturbi e incrinature ambientali: insomma qualche segnale che ci permetta di escludere simili sciagure in altre atmosfere e in esseri umani apparentemente conformi all’ordinaria normalità. La normalità, quella bussola dispettosa e inattendibile alla quale ostinatamente ci aggrappiamo…
Alla fine preferiamo che aleggi il dubbio, il sospetto di qualche concausa forte. Magari la droga. O chissà quale altra dietrologia. Ci piace addirittura che i media montino ipotesi zeppe di pieghe torbide. Ci rimettono in pace. A noi non può accadere. I nostri amici sono tranquilli e fuori da giri criminosi. La nostra famiglia pure.
In realtà non siamo affatto sicuri ma scegliamo di fingerci tali. Meglio continuare a sognare e a respirare l’amore piuttosto che sfuggirgli come se fosse la più atroce delle minacce…
L’unica cosa che forse possiamo imparare a non fare è la vittima predestinata. Ecco, ci vorrebbe una lunga spiegazione. Ma certe vittime, presumo lo sappiate, sono tali per vocazione. E’ questione di personalità. E una relazione fatale può essere data dalla combinazione di due nature che tendono a distruggersi, ad attorcigliarsi invece che ad abbracciarsi. Nutella e gorgonzola sono ottimi ma potrebbero diventare immangiabili insieme, è chiaro?
Così è anche la sottomissione ad esempio. Per assurda che possa sembrarci può rivelarsi perfetta se spontanea e infinita…Ma guai a spezzarla nel mezzo del cammino.
Odio et amo.
Magari sta tutto lì: nella potenza di un trasporto che esaspera tutto. Possesso e non amore, direi. Perchè associare la crudeltà all’amore richiede un coraggio che non ho…
Ben tornata,Irene ( un mese di silenzio non è troppo?). Abbiamo bisogno di chi ha la forza di farci riflettere su problemi così grossi,spiazzandoci completamente,perchè le facili risposte di un tempo oggi avvertiamo che non sono la strada di cui abbiamo bisogno. Ho continuato a rileggere,rileggere...ma il pensiero è un chiodo fisso a quella ragazza ripescata nel Ticino, con un foro in mezzo agli occhi. Smettiamola: sappiamo distinguere tra amore e passione? L'amore non è un killer ; ... e la passione? Quante volte la parola amore non è diventata una bestemmia? Canzoni,film,gossip,manifesti pubblicitari,locandine...se potesse tutto ciò rimanere fuori,ma in realtà penetra in noi, è dentro di noi.
Scritto da: umberto novara | 25/07/10 a 20:41
@ IRENE!! Ben tornata. Felicissima di leggerti perché in un certo senso mi hai copiato le riflessioni; forse le stesse che molte altre donne (indipendentemente dall’età anagrafica) in questi giorni avranno pensato. Viste le notizie praticamente giornaliere, inerenti al “brutta fine” che altre fanciulle, ragazze, donne hanno fatto. Mi sono chiesta anch’io cosa sta succedendo. Sarà solo perché i giornali scrivono di più, i TIGGI’ martellano nei vari servizi? Un tempo ‘se ne parlava meno ’, però essi accadevano ugualmente; oppure i fatti si sono moltiplicati in modo indecente?
Ci stupivamo (anni fa) per i ‘delitti d’onore’. Cioè : l‘onore che giustificava il delitto.
Tu sei carinissima nell’analizzare i motivi quasi a ‘scusare il carnefice’.
(intendo dire cercare un’attenuante, una ragione per il comportamento).
Dove sta il confine fra senso di possesso – gelosia – ed amore? In teoria amare
è lasciar andare. In amore, amore vero, non ci dovrebbe essere possesso.
Io mi chiedo : siccome (in genere ed al 95%) i casi presentano colui che compie il delitto come già ‘ segnalato’, quale essere umano con disturbi psichici; oppure a suo carico possiede un elenco mica da poco di denunce, diffide, chiare dichiarazioni di terrore per violenze subite ecc… da parte della ragazza o donna che vorrebbe liberarsi di lui e del terrore che le attanaglia. Ma puntualmente nessuno fa nulla; la legge non può fare nulla. E via dicendo. Dopo diventa la classica >.
Ma, come al solito, solo le minacce non sono sufficienti; solo danni infieriti (fisici e psicologici) non morali non bastano….
Condivido ciò che scrivi, non potrei aggiungere altro.
E questo tuo ‘ passaggio’ è veramente formidabile: *== Nutella e gorgonzola sono ottimi ma potrebbero diventare immangiabili insieme, è chiaro? *==
Ho letto un libro ( poi con calma cerco titolo autrice e pagine relative) che tratta proprio il discorso:
== Ma certe vittime, presumo lo sappiate, sono tali per vocazione. E’ questione di personalità. E una relazione fatale può essere data dalla combinazione di due nature che tendono a distruggersi, ad attorcigliarsi invece che ad abbracciarsi.==
Sospendo qui per ora… però ritornerò . (Senza il tuo consenso …. :- )))))
Ciao carissima. Complimenti per l’argomento di conversazione inserito: decisamente tinto di giallo, macchiato di rosso per le pagine di cronaca nera.
Scritto da: Silvia GM | 25/07/10 a 21:40
Grazie Silvia, sono anch'io felice di ritrovarti...
Beh mi influenzano gli studi: laurea in giurisprudenza, indirizzo penalistico, tesi in criminologia. La "vittimologia" è materia molto interessante...
Ovviamente nulla giustifica realmente un omicidio ma è giusto riflettere ad ampio raggio...
Torna quanto più spesso puoi...sei sempre graditissima!!!
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 25/07/10 a 21:51
Continuerà ad accadere fino a quando nelle famiglie ed a scuola ( sempre il mio chiodo fisso ) e poi nel delirante connubio giudici-avvocati non si insegnerà e si applicherà bene il rispetto per il prossimo .
L'amore e la passione non interferiscono se questo esiste !
Pier
Scritto da: Pier | 26/07/10 a 03:09
"E’ l’avanzamento allarmante della soglia di percezione dell’atrocità. E insieme ovviamente l’esplosione del senso di libertà, di impunità, di trasgressione."
Concordo in pieno.
Bello rileggerti anche qui Irene!
Scritto da: Andrea | 26/07/10 a 10:19
@ IRENE: AFFASCINANTE la mataeria di criminologia. Accipichia mi piacerebbe leggere libri sull'argomento, ma non mi sono mai cimentata. Mi limito a scriverti i titoli di quelli accennati ieri sera, inerenti piuttosto materie come il bisogno d'amore e gli amori sbagliati che potrebbero influenzare la vita sia delle donne che dei maschietti.
1° ** AMORI IMPERFETTI**
autrice Maria Rita Parsi.
"" L'amore è luce ma si nutre di ombra. Appassiona ma può rendere aridi. Incenerisce e rigenera. E' nettare e fiaba, veleno e farmaco. E' biochimica dell'anima. L'amore dannoso è una malattia che si cura soltanto con l'amore."" (questo in breve il contenuto).
In pratica scritto con altre parole, è lo stesso concetto da te spiegato sapientemente sul blog.
2° ** BISOGNO D'AMORE**
autore Giacomo Dacquino.
"" Riscoprire l'amore per guarire la solitudine, una delle malattie del nostro tempo. L'amore è tra i grandi malati del ns. tempo. Stiamo diventando superficiali,indifferenti,
competivi ed aggressivi, a
scapito dell'affettività ed emotività.""
E questo è il secondo argomemnto sempre in tema con quanto scritto sopra.
Grazie ancora per gli spunti di un iteressante dialogo. Buonissima giornata. Con simpatia ----
Scritto da: Silvia GM | 26/07/10 a 13:23
Grazie Andrea :)
Non hai torto Pier!
Silvia sono ottime citazioni le tue. Inserirò questi suggerimenti nella lista dei libri da leggere, credo ne valga la pena...Grazie!
La criminologia è materia complessa e delicata. Sicuramente affascinante...Ecco perchè talvolta i casi di cronaca mi "acchiappano".
Un saluto carissima Silvia, buona serata!
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 26/07/10 a 20:31
Cara Irene, che piacere ritrovarti. Quando si mette troppa gente in troppo poco spazio,diventa killer perfino Dio (vedi La Mecca). Figuriamoci l'amore...
Un abbraccio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/07/10 a 08:09
Concordo con Pier, con Andrea e con te sull'innalzarsi allarmante della soglia di atrocità. Un po' meno sulla sottomissione che puo' portare al delitto se spezzata: non e' certo una colpa attribuibile alla vittima.
Per il resto, non e' che ci rassereni pensare : "magari l'omicida era drogato".
Come per le rapine e per gli incidenti stradali, questa situazione dovrebbe costituire un'aggravante a carico dell'omicida (altro che omicidio colposo, poi dopo 6 mesi guidano di nuovo ubriachi o fatti).
Non vogliamo mettere in galera i tossici e va bene; ma se commettono un crimine sotto l'effetto di sostanze non ci deve essere attenuante di sorta.
Tu sai di legge e di criminologia, forse non sei d'accordo: ma il senso comune questo dice.
Scritto da: Bud | 27/07/10 a 13:05
Ho riletto i vari post e riflettuto fra me e me… Sarebbe interessante poter “leggere” dentro il cervello di ogni uomo/ragazzo che ha ucciso (con le s-varianti nelle tecniche di assassinio) le “sue” donne. Credo che in ognuno prevalesse il senso di possesso, presumo quello della serie: == o sei mia o di nessuno; se non mi vuoi, se mi rifiuti non sei degna di vivere; la gelosia (se non sbaglio alla gelosia viene attribuito il colore giallo?) doveva avere un giallo pazzesco! Tale da accendere nella mente dei ‘carnefici’ solo una unica soluzione: vederle morte. Credo che una mente offuscata dall’alcool o dalla droga, contenga un cervello ‘andato’ causa introduzione elementi chimici esterni. Intendo dire : la psiche oscurata, invece, dal senso di amore (se così si può chiamare) ossessivo sia una faccenda un po’ diversa. La parola ad IRENE. La sua passione/ e preparazione in materia di criminologia credo abbia modo di esplicare ampiamente sul tema. SOLO SE E QUANDO AVRAI TEMPO E VOGLIA, naturalmente. GRAZIE.
Scritto da: Silvia GM | 27/07/10 a 15:48
Ritorno sul mio discorso che vedo non ha risonanza.Rileggo dopo due giorni e sono più che mai convinto.Soffermiamoci sulla conclusione,Irene." Perchè associare la crudeltà all'amore...". La realtà la conosciamo tutti, e non possiamo far finta di non saperlo: è quanto ha scritto Freud ( EROS e THANATOS ). Parliamo di amore,invece il protagonista è lui,'eros'.L'accentuazione di eros può portare alle cose più terribili ( sopprimere l'altro,sopprimere noi stessi.Non per nulla ,in qualche caso chi uccide così ferocemente poi si suicida). E' un tema molto devastante per la nostra razionalità, la quale però ci rende consapevoli che, quel mostro ,può essere anche ognuno di noi. La nostra esigenza è quella di trovare una via d'uscita. La semplicità,la sensibilità,quella dimensione così stupenda dell'amicizia,l'attenzione verso chi ha bisogno di aiuto, certi valori che il vero romanticismo ha sottolineato...parole vane o dimensioni autentiche dell'umano che una società così complessa ha trascurato...?Posso concludere con una mia idea? Chi uccide,penso,prima di farlo vive in sè un "sentirsi di essere stato ucciso dall'altro".
Scritto da: umberto novara | 27/07/10 a 17:36
@ Sig. Umberto…. Ohps! Evidentemente , io sua lettrice, non avevo recepito il senso giusto del suo discorso. La sua teoria potrebbe anche essere un motivo. Però nel caso di donne sposate e con figli? Non fraintenda, non significa che una donna sposata e con figli non debba ‘stimolare’ eros e…Un caso, fra gli ultimi, l’ex marito, o comunque compagno dalla quale la donna si era separata, aveva figli. L’uomo dopo averla anche violentata fisicamente (stando ai TG) poi è uscito ed è tornato appositamente con del liquido infiammabile (non ricordo cosa, è un fatto di cronaca di almeno 4 gg. fa) , l’ha cosparsa e le ha dato fuoco ! Probabilmente la sua ipotesi, sul fatto che il ‘crimine’ venga commesso perché l’assassino sente di essere stato “ucciso” , credo sia una teoria degna di un testo di criminologia. Vedremo cosa ne scriverà Irene. Cordiali saluti.
Scritto da: Silvia GM | 27/07/10 a 17:54
In effetti quello che scrive Umberto ha solide fondamenta.
Ma ovviamente guai a "generalizzare": ogni caso è una storia. Possiamo solo appunto delineare le grosse radici di un malessere devastante. E sottolineare, questo si, che la società può molto in termini culturali, nel bene e nel male...I riferimenti umani e sociali cui anche Umberto accenna sono essenziali per formare un tessuto di persone, valori e relazioni più solidali e meno violenti, ad esempio.
I modelli, le condizioni di stress psicologico, l'ambiente...sono fattori di grande rilevanza, il criminologo lo sa bene.
Per Bud: non rifilo colpe alla vittima. Non lo fa neanche la vittimologia... Se mai studia la "predisposizione" ad essere vittima, una sorta di vocazione a finir preda di un carnefice. Ecco che a livello umano, culturale, sociale si può far molto perchè ci siano meno predestinate/i a subire certi crimini...
Grazie a tutti
Silvia...sei anche una blog sitter deliziosa!
Un abbraccio speciale :)
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 27/07/10 a 20:47
Irene,mentre tu scrivevi o appariva quanto sopra, io continuavo con quello che segue; forse sbaglio ad inviarlo.Giudica tu.
"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse mi chiedi perché faccia così (questo).
Non lo so, ma sento che è ciò che accade, e ne sono tormentato". (Catullo,carme 85).
“…I due istinti fondamentali ( = eros-thanatos,cui accennavo) operano l’uno contro l’altro,oppure si combinano a vicenda. Così l’atto del mangiare è una distruzione dell’oggetto avente per fine l’incorporazione,l’atto sessuale è un’aggressione che mira all’unione più intima. Da questo operare in accordo ed in opposizione dei due istinti fondamentali deriva tutta la varietà delle manifestazioni della vita (…)Le modificazioni nel rapporto di mescolanza degli istinti hanno le conseguenze più tangibili. Una più forte aggiunta di aggressione trasforma l’amante in un criminale sessuale,mentre una forte diminuzione del fattore aggressivo lo rende timido o impotente.” (FREUD,Compendio di psicanalisi.1938).
EROS è la componente libidica dell’amore; maestri nel ‘parlarne’ sono stati gli antichi greci.
Altra realtà è l’AMORE ( e qui dobbiamo essere noi a spiegarlo.)
Scritto da: umberto novara | 27/07/10 a 21:02
Si, Umberto comprendo i tuoi riferimenti. E condivido il senso di quanto esprimi...l'eros può scatenare il bene e il male, sicuramente.
Ecco perchè invece l'amore è un sentimento che nella maturità emotiva contiene molto altro!
Grazie, Umberto. Ottime osservazioni...
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 27/07/10 a 22:09
Secondo la mia modesta esperienza (essendo gay gli uomini li frequento per fortuna molto poco) gli uomini di oggi accettano poco il rifiuto e l'essere lasciati.
Hanno troppe pretese da noi donne: dobbiamo fare sesso con loro, occuparci dei loro genitori anziani e dei figli nati da precedenti matrimoni, fare le faccende domestiche, soddisfare la loro voglia di paternità o non stressarli con la nostra voglia di maternità, lavarli, stirarli, fare da mangiare, e in più, se avanza tempo, anche andare a lavorare.
Non invidio le eterosessuali.
Scritto da: Elena | 28/07/10 a 09:52
@ IRENE !! Sei tu ad esser DELIZIOSA. *blog-sitter*
io? Troppo carino questo termine, mi piace un sacco!!
@ Elena: ecco, avevo /ho ragione di dire a me stessa che la prossima volta che rinascerò voglio assolutamente voglio rinascere MASCHIETTO.
Ma allora gli uomini d'oggi, intendo delle nuove generazioni, al di sotto dei 40anni, sono devastanti! Tutto sommato meglio non lamentarsi degli over 49....50 in sù.
Cribbio. Salutissimi.
Scritto da: Silvia GM | 28/07/10 a 10:30
Apprendo e concordo, Irene, sulla "predisposizione" ad essere vittima e sull'importanza della società e dei modelli culturali affinche cio' non avvenga: basta pensare alla condizione della donna - in generale - nel mondo islamico.
Chiedo scusa per non averti salutato ieri... (anch'io mancavo da un po').
Scritto da: Bud | 28/07/10 a 14:35
E' quasi impossibile fare un commento su quanto e' accaduto. Veramente si dovrebbe dire dei fatti che ormai accadono tutti i giorni e qualche volta anche due volte nella stessa giornata in diversa latitudine,ma sempre in questa Italia sempre piu' schizofrenica.E' difficile trovare il bandolo della matassa, o forse e' fin troppo facile averlo. Il fatto e' che la donna,negli ultimi 40 anni ha compiuto un salto in avanti iperbolico. Quando, senza la dovuta ponderatezza, si fanno le cose, se si fanno cosi' dissennatamente, non riescono, anzi diventano bombe ad orologeria. La Chiesa aveva relegato la donna nella cucina ed in camera da letto solo per fare bimbi. Ma dopo la guerra, sempre piu' massicciamente la donna ha superato,nella corsa verso la "liberta'" l'uomo che invece il salto, davanti a tanta furia, l'ha fatto indietro. Le donne pensano, che se lavorano e guadagnano, possono fare proprio tutto come fanno gli uomini, dimenticando pero' che uomo e donna sono diversi gia' dall'origine, cioe' hanno un genoma diverso. La donna deve essere donna e l'uomo, uomo. La schizofrenia sta tutta li'. Lavorando, la donna si e' presa la liberta' di "skippare" da un letto all'altro come facevano gli uomini nell'800, quando per godere c'era la puttana e per cucinare e fare figli, c'era la moglie. Non si e' saputo trovare la via di mezzo: cioe' il buon senso, lasciando invece, libero sfogo alle pulsioni piu' distruttive, e aberranti.E i risultati, purtroppo, si vedono .......ogni giorno.
Scritto da: Delfi | 29/07/10 a 06:33
carissima, a presto
Scritto da: Gian Paolo Murgia | 31/07/10 a 14:17