Una leggenda metropolitana narrava il fascino degli uomini in grigio.
Gli stessi che ritrovavi in qualche circostanza con il doppiopetto blu, per intenderci.
I super manager, i mega funzionari, i pezzi grossi della finanza. Quelli con il genio in testa, il potere in mano, il denaro in tasca. Quelli che possono. Quelli che sanno. Quelli che fanno. Capaci e incrollabili.
Prestavano pure il fianco al vizio ma faceva parte del gioco, del ruolo, del privilegio. Agli intoccabili è consentito pure il sollazzo della trasgressione.
Quasi te li rendeva simpatici, la caduta di stile. Loro ingessati, loro assillati, loro in perenne corsa mostravano un lato umano: una deviazione, una scivolata, una smania.
Quelle facce tirate, quelle valigette nere, quelle quotidianità convulse li avrebbero sepolti presto se non ci fosse stata qualche ancora di salvezza, un amore, un hobby, un’intima bizzarria…
Quella dedizione all’ambizione, al controllo, al decisionismo era francamente noiosa e assurda. Ma forse faceva montare il mito di quella misteriosa forza deduttiva. Così tenebrosi, così cerebrali, così lungimiranti…Consumati dall’intelligenza, dalla laboriosità, dall’infaticabile senso di responsabilità, emanavano qualche richiamo selvaggio, forse. Resistenza, solidità. Nervi saldi e rispetto di segreti e strategie.
Poi hanno iniziato a presentarsi abbronzati e brillanti, ricattabili e proni al meccanismo degli intrecci fatali. Troppo audaci e troppo mondani. Con una schiera di faccendieri senza scrupoli e una miriade di capoccioni superbamente disinvolti la leggenda è andata a schiantarsi rovinosamente lasciando evaporare sogno e magia.
Tutta la virtù sta nella furbizia e nella spudoratezza, ecco. Basta essere avvezzi allo slalom, non avere molto a cuore l’onestà intellettuale e mettersi a disposizione al momento giusto, con le persone giuste, nelle situazioni giuste.
Un perfido e perverso gioco, quello degli uomini in grigio. A me che non li ho mai amati giunge il conforto di sperare nel riscatto dell’uomo che non veste l’ingannevole aplomb del comando. Ora più che mai cerco calli sulle mani, sudore sulla fronte e qualche affanno per tirare a campare.
Al diavolo tutto quello sfavillante mondo di inquietanti miserie morali. Accidenti, mi duole non sentire l’urlo delle donne. La loro determinazione capovolgerebbe favola e realtà, ne sono sicura. Se solo tagliassero il cordone che ancora le fa ancheggiare per gli uomini in grigio saremmo a un passo da una nuova vita!
Sono un bluff, gli uomini in grigio. Gretti, rapaci, sleali. Sempre a guardarsi le spalle, sempre a tramare. Sempre a caccia di qualche scandalo da usare contro il compare quando il compare smaschererà loro. Un’esistenza proprio grigia come il vestito…
Donne, pensate agli uomini coraggiosi, sinceri, laboriosi, estrosi, appassionati!
E’ questione di sogni. Se non abbiamo alcuna attrazione per gioielli, ville e sfarzi ingombranti li stendiamo tutti, quei foschi (e magari loschi) figuri. L’orizzonte sarà allora, sicuramente, meno plumbeo…
Che poi ci dobbiamo mettere pure la nota indecente, calza proprio a pennello. Perché il potere logora la virilità, direi che non c’è dubbio. Non rimane alcuna ragione per farci ingannare da quel bluff.
Buttiamoli tutti giù dalla torre.
ciao Irene,
bel pezzo. Condivisibile. Lucido e tagliente.
E' solo quel "se" all'inizio della terzultima frase che mi fa temere il peggio.
Nell'italietta schiava di tivu spazzatura, affamata di scintillante e vana gloria, bisognosa di una comparsata televisiva purchè sia, vedo purtroppo troppe giovani donne pronte a staccare il cervello (ammesso che...) in cambio di sfarzi pacchiani, crociere su yacht a finto nolo, carte di credito piene di soldi evasi.
La fila delle aspiranti mogli o amanti dei potenti (o apparenti tali, tanto fa) è piuttosto estesa. Quella delle idealiste, ahimè, molto meno.
Un abbraccio, a presto,
HP
Scritto da: Homing Pigeon | 14/06/10 a 00:39
Per qualche ragione, ho la mezza idea che rimarrai in scarsa (non dico sola, perché so di per certo che non sei l'unica) compagnia a non piegare la femminilità donatavi dall'evoluzione, agli squilli della vita agiata, con o senza disponibilità reale ma con abbondanza di luci.
L'uomo romantico, leale, lavoratore, idealista al punto giusto e bello di suo è in via d'estinzione da tempo, come tutti i prodotti di scarso interesse che non tirano più. Che razza di attrattiva può avere un maschio che si spacca in due a pagare ogni debito, che mantiene la parola e magari è pure (orrore) sincero, e lo fa addirittura lontano da schermi e vetrine?
Hai presente quello che è successo alle cassette audio, o al telefono grigio con rotellone e marchio SIP?
Ecco, appunto.
Scritto da: Chris | 14/06/10 a 11:30
Gli uomini in grigio hanno soprattutto una cravatta - regimental di solito -; ma quel che più inquieta è il nodo, sempre perfetto, a tenuta stagna, resistente - immagino - anche alla decapitazione.
Buon lunedì, cara Irene.
Pim
Scritto da: Pim | 14/06/10 a 13:01
@ Carinissima questa tua pagina è in multicolor anche se ‘parla’ di grigiore.
Non mi piacciono, non mi sono mai piaciuti. E poi non sarei all’altezza (e non solo per il mio esser verticalmente insufficiente). Accanto a maschietti così ci vogliono/vorrebbero donne,
o super donne, in carriera in grigio(grigioblu) pure loro.. o il genere perfetta (magari finta)
OCA in stile vecchio film: “come sposare un miliardario”.
Però con i tempi che corrono in cui *nulla è più sicuro dell’incerto* questi super-men potrebbero sbiadirsi e perdere tutto il loro fascino. Ci vuol niente.
Quella del nodo inquietante della cravatta (PIM) mi piace. Io ci aggiungerei giacca anche a 38° gradi con 85% d’umidità…. e calzini al ginocchio sotto .
Tu scrivi di *buttarli giù dalla torre?* Secondo me ci cascheranno da soli, o li butteranno giù altri
Simili : questione di ‘guerra alla sopravvivenza’ fra men in grey … !
Tranquillo CHIRIS non credo passeranno mai di moda i maschietti romantici, lavoratori… ec…
Solo che quelli non fanno notizia, non si fanno notare. Però, siccome sono scarsi, credo che le fanciulle, le quali riescono a pizzicarne uno …, stanno ben zitte.
Ciaoooooooo Irene!!
Scritto da: Silvia GM | 14/06/10 a 20:32
HP, Chris.....: eh si, temo di non essere con la maggioranza delle donne :(
Evviva, Silvia! Sapevo di averti dalla mia parte, carissima.......
Ciao ciao
Scritto da: irenespagnuolo | 14/06/10 a 21:09
Pim.....è vero, il nodo della cravatta!
;)
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 14/06/10 a 21:10
Se posso dare un consiglio a chi va in montagna non portatevi mai dietro un uomo in grigio,gia' al primo temporale avrete un problema in piu'.I Bluff meglio non distoglierli dal loro ambiente naturale meglio uomini coraggiosi, sinceri, laboriosi, estrosi, appassionati! che sono anche i piu' umili e disposti ad ascoltare.Ovviamente senza cravatta meglio un dolcevita. Buona serata
Scritto da: leonardo | 14/06/10 a 22:29
Questi uomini...
:))
Ho aperto un blog nel mio sito Internet (niente politica, solo cose spensierate, anche se talvolta serie).
http://antonioferrero.blogspot.com/
Ovviamente ho inserito il link al tuo blog. Un abbraccio a presto.
Scritto da: Antonio Ferrero Cracas | 15/06/10 a 09:18
Urca, a me piacerebbe essere un uomo in grigio, ed ancora di più saper bluffare come si deve!
Scritto da: ivo | 15/06/10 a 14:13
Antonio...grazie!
Bella notizia, verrò a trovarti e cambierò il link :)
Ciao, un abbraccio anche a te
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 15/06/10 a 20:32
Irene,mi sono permesso di utilizzare la montagna come metafora della vita, prendendo in prestito una riflessione inacessibile per gli uomini in grigio.La vita e' come una montagna che desideri scalare: non lasciarti trascinare dai commenti degli altri, che dicono “quella è più bella”, o “questa è più facile”. Spenderai molta energia e molto entusiasmo per raggiungere il tuo obiettivo, quindi l’unico responsabile sei tu, non bluffare, devi essere sicuro di ciò che fai.Sappi come arrivare davanti alla montagna: molte volte, si vede la montagna da lontano è bella, interessante, piena di sfide. Ma che succede quando tentiamo di arrivarci? Le strade le girano intorno, ci sono foreste fra te e il tuo obiettivo, quello che sulla mappa appare chiaro, nella vita reale è difficile. Quindi, tenta tutte le strade e tutti i sentieri, fino a che un giorno ti troverai davanti alla vetta che intendi raggiungere.
Apprendi da chi ha già fatto quel percorso: per quanto tu ti ritenga unico, c’è sempre qualcuno che ha avuto lo stesso sogno prima e ha finito per lasciare alcuni segnali che possono facilitarti nel cammino: luoghi dove legare la corda, viottoli, rami spezzati che facilitano la marcia. La camminata appartiene a te, e anche la responsabilità, ma non dimenticare che l’esperienza altrui è di grande aiuto.
I pericoli, visti da vicino, sono controllabili: quando cominci a salire sulla montagna dei tuoi sogni, presta attenzione all’ambiente circostante. Ci sono precipizi, è ovvio. Ci sono crepe quasi impercettibili. Ci sono rocce talmente levigate dalle tempeste che con il ghiaccio diventano scivolose. Ma se ogni volta saprai dove stai mettendo il piede, noterai le trappole e saprai aggirarle.
Il paesaggio cambia, quindi goditelo: sicuramente è necessario avere un obiettivo in mente, cioè arrivare alla cima. Ma, via via che si sale, si possono vedere altre cose, e non costa niente fermarsi di tanto in tanto e godersi un po’ il panorama circostante. Ad ogni metro conquistato, puoi vedere un po’ più lontano, e dunque approfittane per scoprire cose di cui non ti eri accorto.
Rispetta il tuo corpo: soltanto chi dà al corpo l’attenzione che esso merita riesce a scalare una montagna. Tu disponi di tutto il tempo che la vita ti dà, quindi cammina senza pretendere ciò che non può essere dato. Se procederai troppo in fretta, ti stancherai e rinuncerai a metà. Se procederai troppo lentamente, potrebbe calare la notte e tu sarai perduto. Goditi il paesaggio, approfitta dell’acqua delle sorgenti e dei frutti che la natura ti dà generosamente, ma continua a camminare.
Rispetta la tua anima: non continuare a ripeterti “ce la farò”. La tua anima lo sa, ciò di cui ha bisogno è usare la lunga camminata per poter crescere. Una ossessione non è di alcun aiuto nel perseguimento dell’obiettivo e finisce per annullare il piacere della scalata. Ma attenzione: non continuare neppure a ripeterti “è più difficile di quanto pensassi”, perché questo ti farà perdere la forza interiore.
Preparati a percorrere un chilometro in più: il percorso fino alla cima della montagna è sempre maggiore di quanto tu pensi. Non sbagliarti, arriva sempre il momento in cui ciò che sembrava vicino è ancora molto lontano. Ma se sarai preparato ad andare oltre, questo non costituirà un problema.
Gioisci quando arrivi sulla sommità: piangi, batti le mani, urla ai quattro venti che ce l’hai fatta, lascia che il vento lassù in cima (perché lassù in cima è sempre ventoso) purifichi la tua mente, rinfreschi i tuoi piedi sudati e stanchi, ti apra gli occhi, ripulisca il tuo cuore dalla polvere. Che bello, ciò che prima era solo un sogno, un panorama lontano, ora fa parte della tua vita, ce l’hai fatta.
Fai una promessa: approfitta del fatto di avere scoperto una forza di cui ignoravi l’esistenza per dire a te stesso che, d’ora in poi, la userai per il resto dei tuoi giorni. Preferibilmente, prometti anche di scoprire un’altra montagna e di partire per una nuova avventura.
Racconta la tua storia: sì, racconta la tua storia. Dai il tuo esempio. Di’ a tutti che è possibile, e altri avranno il coraggio di affrontare le proprie montagne. Buona serata.
Scritto da: leonardo | 15/06/10 a 22:48
...appunto buttiamoli giu dalla torre.......
Scritto da: flavio bertolini | 18/06/10 a 17:28
@ Leonardo: leggo solo adesso il tuo incoraggiante scritto, pieno di entusiasmo ed ottimismo. Scrivi bene facendo notare che da lontano, o non troppo vicino, sembra una cosa questa montagna: così come appare in tutta la sua bellezza esposta. E’ solo incanalandosi dentro nel fitto dei suoi boschi e sentieri che ci si rende conto delle vere difficoltà. ( Neppure segnalate sopra la mappa;
forse volutamente evitate per non scoraggiare?)
E allora, a quel punto, o si molla subito e si torna indietro ma, se si decide per il cammino esplorativo, quello della serie: = vediamo dopo cosa ci aspetta?= si è automaticamente ‘schiavi’ (?) ; si pensa di esser quasi arrivati, di avercela fatta. Invece non è così. Ma ormai si è lì, a volte indietreggiare è sconsigliato, o peggio non si può più. E per forza bisogna proseguire, proseguire: sopportare ed andare avanti. Non più in maniera ottimista e convinta. Si arriva alla fine. Ci si lascia andare all’entusiasmo. Ma esso dura poco perché proprio da quella meta raggiunta, un nulla (non voluto non cercato), un ‘colpo di vento’ molto forte sbilancia e fa precipitare giù a ruzzoloni; ci si scortica, ci si rompe anche dolorosamente, ma senza morire. Però le conseguenze di tutto questo arriveranno dopo, piano nel tempo: saranno quelle che spegneranno il corpo e la mente come una tortura inesorabile e devastante; uno stillicidio il quale, poco alla volta, si concluderà con il termine fine; ma non si sa quando essa giungerà di preciso. L’unico pensiero che rimane, fino a quando la mente è ancora abbastanza lucida per comprendere, è: = ma chi me lo ho ha fatto fare!= E dentro al cuore, in tutta sincerità, parole di incoraggiamento da rivolgere a chi volesse tentare non ne vengono proprio fuori. Non ho scritto per esperienza (metaforica) vissuta sulla mia pelle, bensì per conoscenze varie ravvicinate. Nessuno s’è goduto la gioia dopo tanta fatica. Però mi fa piacere che tu scriva questi pensieri per raccontare in positivo la tua storia. Regali voglia di VIVERE, luce e calore a piene parole. Buona fortuna … cordialissimi saluti.
Scritto da: Silvia GM | 19/06/10 a 13:52
Cara Irene, giorni orsono chiesi alla Redazione della Stampa come rintracciarti
Risposta: Chi è la Signora Spagnuolo?
Sono rimasto esterefatto!
Con simpatia
ENZO
Scritto da: ENZO | 20/06/10 a 12:08
Enzo: non stupirti!
Noi blogger siamo quasi ignoti alla redazione, evidentemente...
A dicembre chiuderanno questi spazi. Io mi preparo quindi a scrivere altrove.........
Grazie, di cuore, per il tuo interessamento.
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 20/06/10 a 18:00
Leonardo: mi unisco a quanto splendidamente annota Silvia.....impareggiabile Silvia :)))
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 20/06/10 a 18:01
Un uomo in grigio...lo sono tutti i giorni. Poi anche in blu, in beige, in marrone!
Ho anche la valigetta nera con i profili argentati (finti) e la faccia tirata.
Devo sembrare perfettamente integrato, per contenermi. Per contenere la vita vera, che al mondo dei grigi non piace, ma se glielo dimostri rischi che poi ti vogliano prendere anche quella. E allora mi contengo, che è diverso dal mi trattengo. Semplicemente mi tengo insieme dentro e fuori.
Scritto da: fulvio | 20/06/10 a 22:19
Fulvio grigi fuori passi...ma grigi dentro è un'altra storia :)
Scritto da: irene spagnuolo | 21/06/10 a 08:16
Cara Irene,ora che ricordo meglio,per cercarti io ho scritto alla rubrica: "Scrivi al Direttore" e non alla Redazione. Scusami ma solo per la precisione.
La risposta mi è stata data via E-Mail e loro dovrebbero averla conservata. Ad un certo punto ho pensato di essere celebroleso.Ciao e cari saluti. ENZO
Scritto da: ENZO | 21/06/10 a 18:33
CARA IRENE
ERRATA CORRIGE:
NON CELEBROLESO MA CEREBROLESO. SCUSA ERRORE DI BATTITURA.CORDIALITA'
ENZO
Scritto da: ENZO | 21/06/10 a 18:42
Tranquillo, Enzo, avevo inteso :)))
Cari saluti anche a te!
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 21/06/10 a 22:47