In Rai iniziano a fioccare bacchettate sugli audaci decolleté di conduttrici e giornaliste. Battuta d’arresto per il successo delle scollature insomma. Notizia che dovremmo accogliere con sollievo. Ma per la quale un po’ di ironico e amaro stupore non può mancare. Altre scollature, altrettanto vistose e celebri, sembrano infatti tristemente in auge. Sono quelle politiche che, prescindendo dalle propensioni di ciascuno, fanno tremare aria e polsi.
Forse, per sorridere un po’, avremmo preferito continuare a sopportare le prime. Così la pensa la signora Lia che su queste ondate di rigore moralistico è sempre scettica. La dignità, il buon gusto, la misura sono stati così tartassati e trascurati che ora brandire la spada del nobile costume per punire gli eccessi è un po’ come chiudere la stalla a buoi scappati. Un po’ di cosmesi per ritoccare la facciata, ecco. Con la solita sensazione che le graziose curve non potessero autonomamente scegliere di non esibirsi troppo nella grande arena delle bellezze in vista, no bisognava che fossero i vertici a decidere di schiacciare il piede sul freno.
Eppure tutto potrebbe quasi stare nello stesso quadretto. Perché la scena delle scollature tra potenti alleati, che qualche volta balza alle cronache a sinistra e qualche volta a destra, è il frutto della stessa sfilacciata e sbilenca cultura. Dell’assenza di pudore, adorato pudore…Di quella malattia che è stata la cieca frenesia individuale e collettiva. Fregola, preferisce la signora Lia.
Insomma il concetto è più o meno chiaro, spero. Non c’è da stare allegri.
Non entro nei meandri della questione più attuale e scottante. Forse bisogna osservare e riflettere bene prima di farlo, seguire gli eventi e non dare letture precipitose. Che qualche volta pure il panorama inganna…Proprio come quando le grazie che prorompono dalla camicia sbottonata sono meno meravigliose o più artefatte del previsto.
D’altra parte non c’è due senza tre e si aggiungono quindi, inevitabilmente, altre scollature. Report indaga sulle pensioni e ti ritrovi davanti, ancora una volta drammaticamente, la più dolorosa delle scollature: non solo tra parole ufficiali e verità dei dati ma anche tra chiasso o silenzio vergognosi e realtà.
Non è che la signora Lia ed io giochiamo a mischiare le carte o a trovare un filo che unisca cose tanto diverse. Semplicemente non tratteniamo le combinazioni, quelle libere associazioni di pensiero, tra serietà e pungenti sorrisi, nelle quali scivoliamo conversando. In fondo è enorme pure la scollatura tra il nostro girovagare inquieto e questo clima intellettuale, sociale, umano.
Accidenti, pensare che basterebbero la forza della disperazione, la buona volontà dell’onore, l’intelligenza della coscienza.
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