Dovremmo sfuggire al gossip come alla peste. Insomma non sembrerebbe proprio il tempo delle escort, dei trans, delle massaggiatrici. Ci sono disastri, pene, urgenze. Ecco, con la situazione economica, sociale e culturale che ci tocca vivere tutta l’atmosfera da euforica lascivia ha sorpreso, sbigottito o indignato.
Ma il punto dolente, si sa, non è la storia vecchia quanto il mondo: quella del piacere. Andiamo non è il sesso ad essere cosa brutta o torbida. A insudiciare le umane tendenze è sempre la combinazione deplorevole di contesti, modi, confini e riflessi. Ad essere indecente in effetti non è l’incontro lussurioso ma quello che ruota intorno ai protagonisti, allo svolgimento, alle scelte. Accidenti, è scabroso quello che stiamo respirando. Dagli scandali alla leggerezza, dai buchi neri alle malefatte. Ed è sconcertante che veleni, trappole, vendette giochino tutte sul piano sicuro della carnalità.
Forza, debolezza, ricchezza, intrigo: lo scheletro nell’armadio è qualche appuntamento fuori ordinanza, qualche impulso di virilità dirompente, qualche propensione alle evasioni gaudenti. Sempre, per tutti. Altro che Potenti. Li ritroviamo bisognosi di coccole. Magari di qualche sostanza di supporto. E di un’organizzazione che procacci patner e curi ogni dettaglio dei convegni amorosi.
Il potere d’altra parte limita. Le possibilità di godersi liberi amplessi dove, come e con chi capita. E magari anche la fantasia. E un po’ stordisce e spossa. Tanto da rendere un tantino difficili le prestazioni e la vigoria erotica. Se non sono lubrificate a dovere dall’ambiente costruito su misura.
Intanto vacilla tutto. E le notizie, anche le più sconvolgenti, sono travolte da scoperte sempre più vergognose. Minuto dopo minuto. Ad un ritmo che incalza e leva speranze. Che non esce mai qualcosa di pulito e di confortante. Mai. Alla faccia della necessità di rimboccarsi le maniche per questo Paese al collasso. Che delle bisbocce più o meno amorose ce ne infischieremmo se non fossimo nauseati dall’eccesso della bassezza. Forse dall’impossibilità di capire come tutto possa proseguire, allegramente, mentre molte o troppe persone sono soffocate dal disagio.
E comunque è straziante la sensazione che non ci sia un potente che si riveli Uomo, uomo capace di sollazzarsi sotto le lenzuola senza mettersi alla mercé dello scandalo facile, uomo felice della sua dimensione sentimentale e sessuale, uomo così autorevole e abile da saper gestire le private relazioni senza rendersi mai ricattabile, uomo così libero da godersi amori e capricci alla luce del sole. Uomo che sappia essere Uomo, senza il sussulto e gli scivoloni indecorosi o ridicoli delle eccitazioni da potere.
Che poi basterebbe essere sinceri e autentici, usare il proprio portafogli, non trascurare e non offendere il ruolo pubblico. E invece ci ritroviamo un branco di (im)potenti che brancolano nei luoghi bui e chiusi, in qualche giro di speculatori, avvenenti profittatrici e aspiranti estorsori.
E che non mostrano rigore, morale e intellettuale. Che non hanno obiettivi ideali. Che non esitano a rotolare nel fango, a mettere le mani nello sterco. Uomini drogati o malati di potere, un potere idiota, quello della loro debolezza.
Cerco un Potente che dopo notti insonni di lavoro e ansie, dopo giorni di lotta e dibattiti, dopo estenuanti trattative e votazioni venga trovato a sedurre, accarezzare, baciare in un parco, in riva al mare, alla trattoria sotto casa. O a piangere di rabbia e gioia con la famiglia. O a brindare di gusto con un amico. Un uomo vero. Non uno con le emozioni a mezzo servizio, con le fregole da festino, con la paura della natura, con la libidine in agenda. Uno che non abbia nulla da nascondere. Perché è questo che conta. Non lordare, non rubare, non ingannare. E, permettetemelo, accontentarsi un po’….Chi si accontenta gode, peraltro. Forse gioverebbe!
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