Conosco molti ex giovani che non hanno mai lasciato il nido. Lavorano da molti anni, hanno trovato un adulto accordo di convivenza con il resto della famiglia, vivono nell’agio economico, sono sereni nella comunione di conforto, scambio e compagnia.
Non hanno sentito il bisogno di fuggire per trovare la libertà. Hanno affrontato nel tempo i rapporti e i legami, senza diventare vittime o carnefici, senza poltrire, senza spegnersi, senza perdere occasioni di crescita.
Ne conosco altri che sono arrivati ora a ridimensionare o a mettere in discussione le ansie di indipendenza. Nel tempo della precarietà e della disoccupazione, tornano buoni i sostegni economici di genitori, nonni e parenti. Non solo. Mentre divorzi, incertezze esistenziali, affanni emotivi e vuoti sentimentali esplodono in tutta la loro violenza si fa forte e urgente il bisogno di riallacciare fili di relazione e affetto quasi incrollabili. Insomma, sbuca dal passato la solidità della solidarietà e della complicità della famiglia. O di qualche caro amico.
Quando le banche chiudono i rubinetti e il mutuo si fa quasi impossibile, quando il canone d’affitto è una cifra difficilmente sostenibile, quando il lavoro non è una garanzia, quando la situazione sociale non rallegra il morale, ecco che le alleanze sotto lo stesso tetto diventano esigenza, saggezza, virtù. Scopri che si può convivere rispettando gli spazi e le inclinazioni, capisci che si possono incastrare egregiamente le personalità di tutti, incontri una felice espressione di reciproco aiuto o almeno impari ad apprezzare le possibilità di un’esistenza dignitosa.
Non è scritto nel gran librone della vita che ogni uomo debba essere dotato di unità abitativa indipendente. Anzi. Aggiungere un posto a tavola, stringersi un po’, affrontare la vita in compagnia fa consumare e spendere meno. Usa riguardo all’ambiente. Regala un po’ di respiro al portafogli. E aiuta la socialità. Non è solo questione di mutuo soccorso, intendiamoci. E’ la dimensione umana che muta, in comunione.
La necessità aguzza l’ingegno. E aumenta la tolleranza, aggiungerei.
Il Bel Paese sembra la patria dei bamboccioni per cultura. In verità i single hanno avuto il loro momento d’oro, eccome.
Anche noi abbiamo apprezzato il libero costume, quella fuga dai ritmi e dalle regole familiari senza andarsi ad infilare in un matrimonio. Insomma la casa tutta nostra e il trionfo dell’autonomia. Ed è stato possibile perché l’economia lo consentiva e la mentalità lo consacrava. Anni di libertà, così li abbiamo chiamati, coccolati e ammirati. Perché la vecchia famiglia sembrava quasi l’antitesi della libertà. Le abitudini, i controlli, gli orari, l’obbedienza stavano stretti. O noi ci eravamo in qualche modo allargati…
Riportati i remi in barca stringiamo i denti e, accidenti, ci accorgiamo che è evoluzione culturale anche saper vivere bene sotto lo stesso tetto. Senza troppi egoismi, senza troppe invadenze, senza troppi vincoli. Con una consapevolezza in più, magari: quella di rinnovare sempre l’impegno, la pazienza, l’entusiasmo. Un esercizio di spirito. E forse un ristoro. Perché è proprio l’unione che può dare coraggio, benessere, tranquillità.
Ovviamente vedo profilarsi anche le situazioni più meste e complicate. I ricongiungimenti in extremis, per disperazione e contro ogni desiderio. Incubi che ricompaiono o brutte e dolorose sottomissioni. Questo è il risvolto inquietante, ovviamente. In casi così non oso invitare a prenderne il lato positivo con un sorriso, per carità. Ma negli altri inizio a considerare che con volontà oculata e serena non dovremmo affatto sostenere l’idea di una società frammentata, che moltiplica i centri di costo ed entrata, che favorisce l’isolamento, che spinge a sfibrare i legami ma piuttosto quella di gruppi di energie e risorse.
In barba alla crisi e allo sbando morale e intellettuale che può vagarle intorno cerchiamo di aggrapparci a riferimenti che abbiano qualche spessore di buon senso e di autenticità.
Forse è il tempo di capire che la maturità non si conquista solo perché facciamo i bagagli e salutiamo mamma e papà avviandoci a traslocare in qualche monolocale…
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