Una sofferenza psichica è una lacerazione. E’ lì che tocchi l’anima, la tortura dei pensieri, l’affanno delle emozioni. Perché il silenzio e il rumore sono amplificati, distorti o confusi. Perché le parole si attorcigliano, la luce e il buio si sbriciolano in gemiti e paure, i volti diventano maschere. Perché il dolore e le risate sono frenetiche o spigolose, talvolta fuori tempo. Ecco, il tempo. Il significato degli attimi, delle cose, dei sospiri, dei gesti in un orologio che viaggia senza lancette, senza numeri, senza battiti. O in un calendario stropicciato. Magari quello dell’anno che verrà.
Convulsioni delle percezioni. Baldorie, stordimenti, furori, angosce.
L’urlo della malinconia, l’orrore della fatica, l’ansia dello smarrimento. E quella voglia di piangere senza lacrime. Contro i fantasmi. Svegli per non guardare in faccia gli incubi. O in un angolo, a tremare di ferocia e di turbamento. Tutto gira, gira. Manca l’aria. E non c’è sguardo che ti dia sollievo. Non c’è cielo che segni sereno.
E’ ribellione. E’ apatia. E’ tremenda solitudine. E’ una forza che ti porta distante. E’ una dolcezza struggente. E’ un vuoto incolmabile.
Mentre palpi l’assurdità realtà e immaginazione ti mordono la carne. Eppure senti tutto, dentro. Ogni piccolo alito di pietà, di amore o di fastidio. Ogni orribile ricatto della natura. Ogni passo cattivo dell’umanità.
E’ la verità. Che svela l’ipocrisia del mondo e la miseria degli uomini.
Non piacciono le ombre della mente. Mettono inquietudine. E soprattutto palesano la piccolezza della nostra dimensione, il fiato corto delle nostre esistenze, la sciocca impotenza della nostra illuminata ragione. Eppure contengono le schegge della nostra stessa variopinta e spasmodica ricerca. Eppure contengono tutte le nostre meravigliose fragilità. Eppure contengono tutte le disarmonie che ci ostiniamo a nascondere. Eppure ci ricordano che siamo anime, affrante, infrante e straordinarie. Questo sarebbe il prodigio delle ombre se le sapessimo leggere, abbracciare, accogliere.
Per questo Alda Merini non morirà. Perché resterà nei versi travagliati, nella speranza, nella disperazione, nella gioia di resistere. Perché dovrà entrare nei nostri cuori, mettere a soqquadro la gelida asfissia dei nostri schemi, far circolare il profumo acre della vita, quella autentica. La sua voce roca e la ferita di certe righe sconvolgenti devono graffiarci. Ancora, ancora.
La sua bellissima trascuratezza, quella di uno spirito libero dalle croste dell’inutilità, della banalità, della falsità, deve finalmente ridarci il profilo della bellezza. Alda Merini non poteva, non doveva adeguarsi a quella che noi vogliamo sia la normalità. Ha lottato per questo. Ha scritto e raccontato la tragedia, la felicità, l’emarginazione, il sogno, la desolazione, l’utopia. Ha conosciuto il bene e il male. Ha provato sulla pelle quello che un essere umano non vorrebbe sopportare, mai. E ogni giorno ha aspettato il giorno successivo, raccogliendo sprazzi di tristezza, di allegria, di pena, di stravaganza, di strazio. Ha dipinto un quadro indimenticabile: il grande ritratto della vita e della sua complicata corsa.
Cara Alda Merini, mi auguro tu abbia pace. Grazie per quello che ci hai dato.
Mentre scrivo sta andando in onda in tv un'intervista di Alda Merini.Mi associo all'augurio affiche' finalmente abbia pace.-
Scritto da: leonardo | 02/11/09 a 19:32
Alda Merini insegna a noi psicologi che dobbiamo trattare non la follia ma la persona nella sua integrità. La Merini ha superato se stessa rendendosi piccola e fragile. Così è diventata forte e robusta nella mente. E perchè no, nella vita. Gianni Giletta.
Scritto da: Gianni Giletta | 02/11/09 a 23:37
Gentile Gianni spero abbia insegnato a tutti anche che la "follia" fa parte dell'umanità...non si può "eliminare", "punire", rinchiudere.......
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 03/11/09 a 00:00
Cara Irene, me lo hai già detto in una e-mail personale, e questa è una affermazione retorica ma tu mi sbalordisci quando tratti questi argomenti (in positivo naturalmente !!!).
Scritto da: Marco D'Auria | 11/11/09 a 12:40
Marco...ti ricorderai che ho buoni motivi per riuscirci :)))
Ciao, ben ritrovato
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 11/11/09 a 23:19
“Il desiderio dei miei lettori
È di contornarsi al più presto
In questi versi riservati
Ad Alda Merini”
Un Grazie attirato.
Commento introduttivo,
un tributo poetico:
“Ad un grande esempio di letteratura del Novecento, donna contemplatrice che ha raccontato le grandi sofferenze della vita e ricca di espressioni poetiche vissute nel profondo.”
HO SEMPRE VOLUTO...
...aspetta un attimo, un attimo
e non sparire poesia.
Per Alda Merini il tuo verso
è nella vita…
Annuisci Alda,
Ho sempre voluto poesia attorno a me
Tratti di sentiero
Che aggiungessero corpi di scrivanie
E lampade accese di protesta
Sull’infinito appoggio di un pensiero.
La tua camera ne era impicciata.
Ho sempre voluto foto
Copie di poesia attorno a me
Sedie foderate da calici piangenti
Schizzi di un vissuto amore
Strane facce di cassetti ammaccati
E muri
Figurati dall’ombra del mio seno.
La tua camera ne era impicciata.
Ho sempre voluto poesia dal vivo attorno a me
Musica sperduta nelle parole
Volti e braccia cascanti
Sopra un leggìo che pieghi
Si ripieghi e il certo che si spieghi!
La tua camera ne era impicciata.
Ho sempre voluto una camera vuota
Nuda e dalle quattro orecchie
Bianca e chiusa in una nuvola nera
Fumata
E corteggiata dalla tua poesia
Che ho sempre voluto
Un po’ mia.
©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
[email protected]
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
Scritto da: Maurizio Spagna | 07/01/10 a 18:11