Il posto di lavoro fisso come conquista e delizia merita grandi specificazioni. In un andamento economico e sociale regolare e positivo è praticamente scontato che il buon lavoratore non perda l’occupazione perché è patrimonio prezioso. E in una comunità che si regge su sani principi sociali è altrettanto scontato che esistano politiche di protezione per chi buon lavoratore non è per motivi di salute. Chiarito questo è automaticamente fisso il posto perché non vi sono interesse o spinta contrari.
I cambiamenti avvengono quindi solo per scelta, per un miglioramento professionale, per un trasferimento geografico. E al massimo qualche scossone può derivare dalle evoluzioni del sistema, dalla tecnologia alle conoscenze generali, insomma per quelle motivazioni che possono indurre a preferire personale più specializzato, più preparato, più esperto.
Ma fuori dalla linearità di una struttura efficiente e non traballante prima ancora di ribaltarsi le tendenze vengono al pettine i nodi lasciati accumulare per decenni.
Il lavoro fisso elargito a dismisura come panacea di tutti i mali e classico metodo per assicurarsi voti. Il lavoro fisso a un numero di impiegati talvolta sbalorditivo rispetto alle reali necessità. Il lavoro fisso a costi troppo alti per aziende che in cambio si ritrovavano dipendenti allegri e un po’ menefreghisti, accomodati sulle certezze e slegati dai risultati. Dai, diciamolo. A molti lavoratori l’andamento della loro azienda era un pensiero che neanche li sfiorava. Contavano solo i diritti e la busta paga.
Abbiamo buttato tante medicine tanto la mutua le passava gratis, ve lo ricordate? Scorte di ogni tipo alla scadenza finivano senza rimorsi in pattumiera, accidenti. Ora urliamo per ogni ticket e se qualcosa dobbiamo proprio pagarla per intero parliamo di scandalo. Lo è, spesso. Perché sono i malati veri e i poveri veri a farne le spese. Ma la colpa è di tutti noi, ammettiamolo una volta per tutte. Il nostro frivolo individualismo e la vista troppo corta ci hanno letteralmente travolto.
Stesso discorso per l’invalidità. Con l’orrore dei finti invalidi per i quali siamo arrivati a dissanguarci e a mettere a rischio il sostegno agli invalidi reali.
La storia è uguale a quella del lavoro. Abbiamo abusato, sbagliato, tirato la corda. Credevamo forse che ci fosse una mucca da poter mungere all’infinito. E invece…
D’accordo, insorgerete. Per certi versi giustamente. Con l’esempio di ruberie che ci hanno fatto andare gambe all’aria, con il riferimento a imprenditori sfruttatori, a furbetti senza scrupoli, a una quantità di altre sostenibilissime ragioni dell’attuale devastante condizione di precarietà economica e occupazionale.
E qui vi voglio. A tirar fuori tutto, finalmente. Le responsabilità di ognuno e quelle collettive, di cultura e costume. Perché non è tempo di barricate e di contrapposizioni sciocche. Occorre serenamente fare luce su ogni aspetto, indagare il bene e il male, togliere di mezzo i pregiudizi, la cecità, la cocciutaggine e l’asfissia dell’orticello.
I torti sono distribuiti? Ecco, additiamoli tutti. Con onestà. Mettiamoci in discussione, tutti. Se qualcuno ha più responsabilità di altri è tempo di dimostrarlo, senza indugi. Ma ciascuno deve avere il coraggio di scagliare la pietra anche contro le proprie nefandezze, se occorre. Adesso polemiche o riflessioni sul posto fisso più che stupire dovrebbero fornire un’occasione. Per scoprire la verità.
E’ proprio tempo di un atto di dignità, di riscatto civile, di maturità sociale.
Altrimenti saremo precari per sempre. Precari come uomini e cittadini.
Irene, questa discussione sollevata da Tremonti sul posto fisso, mi lascia indifferente.
basta guardare l'Italia di ieri e di oggi per vedere che parlano di aria fritta oppure parlano per fini demagogici e, come hai detto tu, elettorali.
Il posto fisso a volte è stato creato ad hoc per l'amico dell'amico. Queste cose sono sotto gli occhi di tutti.
Buona notte
Fino
Scritto da: Fino | 20/10/09 a 23:44
Però Fino se non mettiamo un punto e analizziamo davvero quel che siamo, dove andiamo e cosa possiamo fare non faremo che allargare la voragine e precipitare.
A mio parere è tempo di piantarla lì con scontri assurdi. Mettiamoci tutti a fare i cittadini, davvero. Di destra o di sinistra, onestamente e seriamente. E' il nostro Paese, è la nostra esistenza quotidiana, è il futuro dei ragazzi...
Tutti dovrebbero almeno partire da un'ammissione di colpa. Poi da progetti, idee e impegno reale.
Ciao, buona notte
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 20/10/09 a 23:49
Il problema di fondo è proprio l'onesta e la serietà, mentre si parla nelle televisioni sul posto fisso come valore e come visione di vita, alla Camera avviene il contrario, dove e' stato bocciato per pochi voti un emendamento a favore dei precari della scuola.
Come dice Fino vendono aria fritta, altro che atto di dignità, di riscatto civile, di maturità sociale da te auspicata. Oggi, le persone oneste passano per stupide mentre quelle disoneste appaiono furbe e intelligenti e risultano agli occhi di molti come esempi da imitare e da votare.
Siamo una razza in via di estinzione, diceva M.L.King: "Non mi preoccupano le urla dei violenti, mi preoccupa il silenzio degli onesti" e anche oggi avviene lo stesso, la disonesta viene spacciata per onesta, mentre gli onesti vengono messi a tacere.
Scritto da: Lino61 | 21/10/09 a 07:33
Precari fissi: sembra un ossimoro, invece è la realtà che spetta - o spetterà - a quasi tutti. Si ha un bel dire che negli Usa questa è da sempre la regola; in Italia, come hai ben descritto, eravamo abituati a un altro andazzo. Bastava sondare i canali giusti e un lavoro, fisso e retribuito q.b., si trovava. Oggi è tutto più difficile: non dico impossibile, ma difficile sì. Gli enti pubblici non assumono più l'amico dell'amico, sui falsi invalidi si assiste ad un giro di vite; in compenso gli anziani in difficoltà economiche e di salute faticano a veder riconoscere i propri diritti d'assistenza ("mancano i fondi" è la frase che si sente più spesso).
Trovare le responsabilità individuali è come avventurarsi nel classico pagliaio alla ricerca di un ago: nessuno ha il coraggio di assumersi le proprie. Speriamo almeno che questa lunga crisi conduca ciascuno a un'analisi di coscienza e a comportamenti più virtuosi per il futuro.
Buona giornata, un abbraccio.
P.
Scritto da: Pim | 21/10/09 a 07:40
Eravamo arrivati al punto che assumere un dipendente era peggio che sposarselo: almeno per il matrimonio esiste il divorzio dagli anni ‘70. Un dipendente pubblico (paraculato anche per voti di sinistra, non raccontiamo sempre balle!) non veniva licenziato neanche se avesse stuprato una paziente handicappata: non è una battutaccia di cattivo gusto, è successo ad un infermiere, sindacalista, in un pronto soccorso di un ospedale di Torino.
Come sempre, a forza di tirar la corda si strappa.
Tutto questo mentre c'è qualcuno che tutte le mattine, si alza, lavora magari per 12 ore, non ha mutua e ferie pagate e che paga, tra tasse e balzelli, circa il 50% di ciò che si procura nell’incertezza del mercato, che, da che mondo è mondo, è “precario” ed altalenante: ma il lavoratore autonomo non è mai stato visto, in Italia, come un bene per il mercato, anzi: per una cultura comunista, è sempre stato un “borghese” evasore fiscale.
Non solo: coloro i quali hanno avuto il “culetto al caldo”, ossia il posto fisso, hanno condannato e perseguitato per anni, insieme ai loro politici di riferimento, i lavoratori autonomi, come se fossero tutti sfruttatori ed evasori. Peccato che molti insegnanti, oggi indignati più che mai, continuano a dare lezioncine private senza, ovviamente, risponderne al fisco: ma loro non sono evasori, cosa vuoi che sia qualche centinaia di euro in nero al mese, servono per arrotondare uno stipendio (sicuro) a chi ha circa tre mesi di ferie all’anno. Senza parlare di chi bollava la cartolina in qualche ufficio pubblico per poi andare a fare shopping.
Ebbene, io sono uno di quelli che ne aveva le palle piene di questa situazione. Sono stufo di essere trattato con strafottenza, negli uffici pubblici, da impiegati altezzosi per la loro impunità, vista la loro certezza del posto fisso. Come molti altri, mi guadagno il pane, da sempre, senza che nessuno me lo procuri e per farlo devo essere gentile con tutti, anche con gli arroganti.
Per concludere, sono certo che se un imprenditore dovesse trovare un dipendente volenteroso e capace non se lo fa di certo scappare, con mobilità o senza mobilità.
I fannulloni, i disonesti (e gli arroganti agli sportelli pubblici) devono lasciare il posto a chi ha voglia di svolgere le mansioni assegnate.
Saluti.
Scritto da: Antonio Cracas | 21/10/09 a 08:43
Antonio io so bene cosa voglia dire lavorare ben più di 12 ore al giorno senza febbre o malattia che tenga, scordandosi le ferie e non riuscendo neanche ad arrivare a un reddito dignitoso...
Purtroppo per molti invece questa è una scelta di "ricchezza". Tutti privilegiati ed evasori, gli autonomi. Accidenti, non è così lo so!
Ma proprio dividendoci abbiamo fatto il gioco dei "potenti" da sempre, di destra o di sinistra. Diventando in qualche modo le loro armi e i loro scudi. Non ce ne rendiamo ancora conto...
Così i grandi sfruttatori o truffatori, di qualsiasi parte, se la ridono alla faccia di tutti noi. Noi lavoratori seri e onesti, dipendenti o autonomi.
Così abbiamo smesso di parlare e confrontarci...
Mah, speriamo che la crisi come dice Pim porti un pò di virtù e di riflessione :)
Dovremmo lottare tutti insieme. E impedire ovviamente che i dipendenti siano numeri o risorse da sfruttare e poi buttare via. Valorizzare il merito. Difendere i veri deboli. Colpire i furbi....
Grazie, ciao
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 21/10/09 a 09:02
Lino la citazione di King è perfetta!
Scritto da: irenespagnuolo | 21/10/09 a 09:02
Irene, sono d`accordo con Antonio. Il posto fisso e` la porta del parassitismo. Questo non significa che i non precari siano parassiti, ma che sono nella condizione per diventarlo. Se la meritocrazia e` bandita, se un`assunzione equivale a un matrimonio indissolubile, se non si licenziano nemmeno gli stupratori, qualcuno potrebbe essere tentato di passare il tempo di lavoro a guardare i siti porno. Bisogna rendere precario il posto fisso, solo cosi` la gente dara` il meglio
Un abbraccio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/10/09 a 10:31
Irene. Io ti voglio bene davvero ma faccio sempre molta fatica a leggere i tuoi post arzigogolati. Dipende da me, ne sono sicuro, ma sono costretto a tornare indietro piu volte sul periodo perchè, a volte, un concetto semplice viene spiegato con troppi "virtuosismi", a mio parere, inutili. Leggo questo post sul lavoro fisso e considerando il fatto che il tema mi interessa particolarmente, vorrei analizzare con piu attenzione il tuo scritto.
Iniziamo: ”il posto di lavoro fisso come conquista e delizia…” il lavoro non è conquista, tantomeno delizia… il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione.
Come vedi gia dall’introduzione si capisce che c’è un fraintendimento del problema.
“Il lavoro fisso elargito a dismisura come panacea di tutti i mali e classico metodo per assicurarsi voti. Il lavoro fisso a un numero di impiegati talvolta sbalorditivo rispetto alle reali necessità. Il lavoro fisso a costi troppo alti per aziende che in cambio si ritrovavano dipendenti allegri e un po’ menefreghisti, accomodati sulle certezze e slegati dai risultati. Dai, diciamolo. A molti lavoratori l’andamento della loro azienda era un pensiero che neanche li sfiorava. Contavano solo i diritti e la busta paga”. Scusa ma di quali aziende stai parlando? Le aziende private non guardano in faccia a nessuno, credimi: se rendi bene altrimenti sei fuori. Forse pensi che in Italia ci siano solo ministeri? Sai quanta gente ha sputato sangue sulle linee di produzione e ora si ritrova nella disperazione della disoccupazione perché le aziende hanno chiuso? La colpa era degli operai comunisti vero?
Tralascio il passaggio dei medicinali perché non capisco il parallelismo dei concetti… Boh..!
“Credevamo forse che ci fosse una mucca da poter mungere all’infinito. E invece…” ma quale mucca? Guarda che qui parliamo di lavoro in cambio di uno stipendio per vivere non di parassitismo. Tu parti dal presupposto che tutti i lavoratori con un contratto regolare siano dei parassiti che mungono mucche.
Insomma mi fermo qui altrimenti divento piu antipatico del solito.
Cara Irene. Il potere, in accordo con i sindacati, sarebbe riuscito a realizzare il sogno dei padroni ovvero mettere in mezzo alla strada chiunque, in qualunque momento e pagare le persone quanto si vuole ricattandole ogni 3 mesi. Questo è stato possibile pagando uno che firmasse una legge gia scritta dai signori: è la legge biagi. Una legge che avrebbe provocato sofferenza perché pensata per gli animali da soma piu che per le persone.
Poi i media hanno fatto il loro gioco ovvero hanno continuato a diffondere la falsa verità secondo la quale il lavoro fisso oramai faceva parte di una cultura obsoleta di ex comunisti con Eskimo. Era il lavoro precario la chiave del futuro successo dell’economia ovvero licenzio chi mi pare e quando voglio e cosi creo posti di lavoro.
A nessuno di voi passa per la mente che i posti di lavoro si creano solo ed esclusivamente con idee ed investimenti ovvero con lavoro duro? Gli imprenditori, i Marcegaglia-boys… sai quanti capitali si inguattavano all’estero invece di investire in idee ed innovazione per far fronte ad una concorrenza sempre piu forte in un mercato difficile?
E poi diciamocelo una volta per tutte: tutti quelli che osannano il precariato disprezzando un lavoro che ti dia certezza (un impiego fisso per esempio) sono quelli che si sono dovuti mettere “in proprio” per una ragione ben precisa: non avrebbero mai trovato uno straccio di azienda che li avrebbe mai assunti. O non è cosi?
Kisses
M@x
Scritto da: maxgiordani | 21/10/09 a 11:29
Max l'abisso non è tra me e te ma te e dragor :))))
Non ho mai disprezzato il lavoro fisso ma i lavoratori fissi che non lavorano si. Sono stata un pubblico funzionario e lo stipendio me lo sono egregiamente guadagnata, come è giusto che sia. Per me e per la comunità intera.
Quanto agli imprenditori ne conosco migliaia. Piccoli e medi, non certo i grandi che portano i capitali all'estero come dici tu. Francamente fanno una vita bestiale e oggi sono stracolmi solo di debiti...Quindi per favore, sarebbero questi i cattivi, gli sfruttatori?
Sai cosa mi spiace? Che tutti continuano a metterla su destra e sinistra, accidenti. Non ce la caveremo mai. Proprio mai.
E tu sai benissimo che molte cose che ho scritto sono verissime e giustissime ma...guai ad ammetterlo :))) Peccato, credo che noi italiani vogliamo proprio naufragare. Tra un pregiudizio e un accanimento, con buona pace dell'onestà intellettuale.
Baci
Irene
p.s. parecchie aziende assumerebbero con gioia chi ha scritto questo post...ma ora, sai, hanno paura ad assumere ehm a sposarsi!
ciao ciao
Scritto da: irenespagnuolo | 21/10/09 a 21:23
Non è questione di destra o sinistra, vero, è questione di onestà intellettuale. Auspicabile da parte di tutti, però. Nessuno escluso.
Di fatto, una mera utopia.
Tornando al tema del post, mi sembra che in questi giorni si sia fatto un gran parlare del famigerato "posto fisso", senza però specificare l'accezione attribuitagli in questo contesto, dato che il posto fisso pubblico ben differisce da quello privato.
E, onestamente, mi è parsa una mischia senza senso. Una boutade gratuita che ha prodotto solo sterili polemiche, senza che ne sia scaturita alcuna nessuna intenzione seria di affrontare il problema del mercato del lavoro analizzandolo, studiandolo e cercando una soluzione sistematica.
Mah!
Ciao, Irene. Buon pomeriggio.
Elena
Scritto da: zia elena | 22/10/09 a 13:03
Finiti comunismo, nazismo, fascismo,le grandi illusioni del secolo scorso con il franchismo, gollismo ed in crisi nera la socialdemocrazia seria che tentava di equilibrare liberismo e socialismo, siamo tornati, limitandoci all'Europa, a chiamarci tutti liberali. Ci si dimentica però che essere "veri liberali" significa grande senso di responsabilità, personale e collettiva, autodisciplina e non pretendere che siano sempre "gli altri" a risolvere tutti i nostri problemi. Credo che così nascano destra e sinistra come in una stanca partita di ping-pong.
Pier
Scritto da: Pier | 22/10/09 a 18:52
Anche a me purtroppo esce un gigantesco MAH, Elena...
Come in una stanca partita di ping-pong...rende benissimo l'idea, Pier.
Davvero siamo carenti di senso di responsabilità, autodisciplina...E non abbiamo neanche spirito di popolo, ahinoi.
Grazie
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 22/10/09 a 21:49
Irene, come riesci sempre a esprimere il pensiero di una persona?! e non l'ottusità di un ideologia. Grazie, l'ho già scritto molte volte, ma lo scrivo ancora. Leggendoti mi sembra di respirare. Tornando al tema: non importa perché Tremonti l'abbia detto, è importante che l'abbia detto e sono ancora una volta schifato da chi vuole sempre trovare doppi fini. Sono nato ingenuo, cosa ci vuoi fare.
Io vorrei solo posti fissi per tutti, ma...se non lavori, vai a casa.Oppure qualcuno vuole sostenere l'equazione posto fisso=nessuno mi può toccare? Assumiamoci tutti le nostre responsabilità e smettiamola di dire che l'imprenditore cattivo licenzia il bravo operaio che si è fatto il culo negandogli tutti i diritti e buttandolo in mezzo a una strada...o che l'impiegato pubblico è nullafacente o che lìinsegnante si fa 3 mesi di ferie l'anno. Sul precariato vorrei ricordare a tutti, senza distinzione di colore politico, che i sindacati dei lavoratori hanno sottoscritto l'anno scorso un contratto collettivo per il lavoro temporaneo elevando la durata massima da 24 mesi a 36 mesi, aumentando il numero di proroghe di un contratto interinale fino a 6. Ma dove sono finti i sindacati veri?
Scritto da: fulvio | 22/10/09 a 22:51
Tutta natura, in verità, Fulvio!
E comunque anche un pò di tristezza. Mi deprime che le ideologie diventino limite della nostra intelligenza, della nostra libertà, della nostra onestà.
...Sono io che ringrazio te. E' faticoso in questo caz di mondo essere una persona, accidenti. E qualcuno che capisce è grande conforto :)
I sindacati veri? Dispersi!
Ciao Fulvio
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 22/10/09 a 23:59
Le critiche a Tremonti per aver detto che "il posto fisso è un valore", sono veramente ridicole. Certo che lo è,come lo è il lavoro vero! Potrebbe essere di tutti se non si fosse creato il sistema che sappiamo a difesa dei supertutelati difesi dai sindacati che però offrono i precari come carne da macello.( già detto ma lo ripeto).
Ciò che mi fa arrabbiare è anche che non si discuta mai sulla ns. differanza di costi!Germania 65%in busta, 35% oneri sociali.In Italia
45% in busta 55% oneri. Anche qui nessuno mi ha contestato perchè è vero!
Sul costo medio italiano di 25.000 € annui significa che un dipendente avrebbe 5000€ in più all'anno. Segue
Pier
Scritto da: Pier | 23/10/09 a 00:47
(segue dal precedente)
Oppure che la Ditta avrebbe un 20% in meno di costi e potrebbe investire e/o pagare meglio. Non è poi che i ns. dipendenti abbiano di più che in Germania, anzi. Epifani e C. potrebbero parlare di queste cose, ma non possono perchè l'INPS è gestito da loro, dove poi non puoi farti una pratica da solo. Trovano sempre il modo di girarti ai patronati che prendono così soldi da Stato,INPS e assistito.
Quel 20% di differenza in+rispetto alla Germania sono, per il totale di circa 20 milioni di lavoratori,100 miliardi di € che ditte e dipendenti pagano in più .
Anche questo è un "pizzo" che frena gli investimenti stranieri in Italia. L'altra sera a Report una responsabile dei nuovi uffici che hanno sostituito il vecchio "collocamento" diceva che "non facciamo nulla, solo passacarte" solo lo 0,3% delle nuove assunzioni,avvengono loro tramite, ma diceva," per fortuna, se chiudiamo, ci sarebbero altri 10.000 disoccupati in Italia !
Qesta è la ns.mentalità !
Pier
Scritto da: Pier | 23/10/09 a 01:22
rene, sicuramente i furbi sono quella categoria di persone che danneggiano le condizioni di vita di chi li circonda e anche nel privato vi e' una bella rappresentanza. Purtroppo i sostenitori del precariato sono gli stessi,facili profeti,che sostenevano che abolendo l'equo canone gli affitti sarebbero scesi. Stessa cosa dicasi per i pregiudizi verso i dipendenti pubblici, infatti attualmente molti servizi sono gestiti dai privati con un peggioramento vistoso dei risultati aziendali e dei servizi forniti.Spesso il pubblico deve mettere mano anche a guasti causati dai privati,come nel campo della sanita',grazie alla presenza di validissimi medici.Dopo 30 anni hanno scoperto che il lavoro indeterminato determina ricchezza e' il precariato genera' incertezza, be meglio tardi che mai.Quelli che parlano di precariato con leggerezza dimenticano che dietro ogni lavoro vi e' un essere umano con una famiglia.Non e' un caso che la Costituzione mette tra i primi punti il lavoro e la casa proprio perche' i costituenti erano persone lungimiranti i quali avevano capito che la crisi del dopoguerra si superava passando attraverso il lavoro,un diritto inalienabile e non una benevole concessione.Come sempre i tuoi scritti sono interessanti e attuali.Anche a Porta Porta appena finito il lavoro e' stato oggetto di discussione-
Scritto da: leo | 23/10/09 a 02:37
Irene la conclsione mi piace. Tremonti faceva, credo, un elogio di principio i conformità al pensiero che va maturando di economia sociale.In realtà è auspicabile che ciascuno abbia l'opportunità di scegliere quale opzione seguire se quella del posto fisso o diversa, entrambe con pari dignità. E' vero che il posto fisso ha reso il paese ingessato ed è vero ce un dipendente fisso era come un coniuge. E non solo nelle grandi aziende dove vige l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Di fatto accade che si è creata una diarchia di lavoratori a posto fisso ed iperprotetti e giovani e/o precari privi di ogni tutela. E' su questo che occorre intervenire. Altrimenti ci saranno discussioni infinite ma inadeguate a produrre alcun frutto.
luigi
Scritto da: gobettiano | 23/10/09 a 08:31
Pier non vi è dubbio che il nostro sistema sia per molti versi ingiusto, complicato e malato.
Per i costi. E non solo.
Mentalità, cattivo costume, interessi. E scarsa, davvero scarsa, responsabilità collettiva.
Grazie per i tuoi interventi
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/10/09 a 08:43
Grazie Leo.
Una cosa che mi auguravo dalla crisi era una riflessione profonda sul nostro sistema di vita. E anche sul mondo del lavoro. Una sorta di impegno umano e culturale di tutti. Ma non è che intravedo grandi orizzonti...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/10/09 a 08:46
Concordo Luigi.
E mi piacerebbe che tutti davvero provassero a ragionarci su fuori da qualsiasi sciocco schieramento. E' una questione vitale...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/10/09 a 08:48