Ogni tanto sfioro il pudore dei vecchi. Le vergogne, dicono. Un tabù, siamo abituati a pensare. Come se le forme del decoro, la timida ritrosia, il velo di orgoglio del mistero fossero retaggio di un costume ipocritamente abbottonato, una sciocca schiavitù, una forzatura della morale.
Chissà.
Eppure mi sorprendo a godere di quella tenace resistenza alla libertà discinta. Come se insieme alle parti intime fossero la volontà e la convinzione. Un’essenza da difendere, per rispetto innanzi tutto. Che a spogliarsi di ogni remora e cura c’è sempre tempo, sembrano pensare.
E’ intima la parte che non è da lasciar violare dall’indiscrezione, dalla smania, dalla leggerezza. Ma, al più, da donare alla confidenza amorevole, al legame della vita, ai privati e autentici affetti.
Ora che esibire, più che audacia o sfrontatezza, è addirittura banalità quotidiana e lo spazio sottile dell’immaginazione è solo una partita chiassosa tra strisce di stoffa, pizzi e microlunghezze il corpo prorompe, si spalma davanti agli occhi, si mostra ai pensieri, si impone ben oltre ogni fantasia.
Fino a rappresentare. Fino a raccontare. Fino a sovrapporsi, forse. Che di intimo, è vero, resta l’anima. Ma quasi sempre inesplorata, confusa, annebbiata dai fianchi, dalla bocca, dai pettorali scolpiti. E’ paradossale che i nervi scoperti della crisi economica e sociale lascino ancora tempo, spazio, energia per il culto smodato della fisicità. E’ paradossale che l’immagine abbia assorbito sforzi e attenzioni ma abbia travolto quel ritegno delicato e prezioso che era fascino e mistero di uomini e donne.
Non c’è più gioco. E non c’è più decenza, dice la signora Lia.
Non so. A me piacciono i vecchi che arrossiscono, i vecchi che nascondono le virtù, i vecchi che sono fieri della carnalità accudita e coperta. Mi piacciono quelli che infilano nell’ago il filo e cuciono le associazioni. Tra l’intimità e l’interiorità. Tra quella tensione emotiva che corre sulla pelle e nel cuore e il portamento dignitoso, impeccabile.
Non è un soffio moraleggiante. E’ una questione più spirituale.
La mia insegnante di taglio e cucito è un'anziana signora di 75 anni e quando una delle allieve ha chiesto di poter fare una gonna lunga 30 cm, lei, la Giuliana, la maestra di cucito dal capello turchino, ha abbassato lo sguardo e ha detto, semplicemente: non so, è sicura di volerla così? Se è così, va bene, altrimenti non ne vale la pena. La ragazza non è più venuta alla seconda lezione
Scritto da: fulvio | 22/10/09 a 23:11
Non sono sicuro neppure del pudore delle parti intime mentali ed interiori. Vi sono trasmissioni TV, false o vere che siano, sono frequentate da gente senza remora e senza ritegno né discrezione.
luigi
Scritto da: gobettiano | 23/10/09 a 08:35
Le parti intime sono intime come il resto del corpo e l'anima. Siamo soma e psiche, senza separazioni. Negli anziani spicca soprattutto la vulnerabilità che mostrano nel difendere l'interezza dell'essere. Non hanno la lieta sfrontatezza dei giovani (forse mai l'hanno posseduta) e hanno troppa coscienza della propria attuale debolezza. E così provano vergogna, rifuggono dal contatto. Bisogna capirli, usare rispetto e pazienza, come fai molto bene tu.
Un abbraccio.
Pim
Scritto da: Pim | 23/10/09 a 09:20
Una decina di anni orsono, andai in un ospedale a trovare una non più giovane signorina, amica di famiglia. Non si era più sposata dopo la morte del fidanzato in guerra. Abitava a Torino, buon giorno,buona sera,un sorriso ed una parola con tutti, con delicatezza.
Quel pommeriggio appena arrivai,entrò l'infermiera capo turno,quindi professionista, con uno squillante ciao...... e ciao.... anche all'altra non più giovane degente, entrambe non potevano pagarsi nulla di meglio,"a fine settimana ti rispedisco a casa" : Lei abituata appunto al lei ed al consueto rispetto, mi guardò a lungo smarrita !
La sensibilità certo non si impara facilmente ma l'educazione si dovrebbe insegnare !
Ecco si parla di educazione stradale, educazione scolastica, educazione sanitaria, educazione familiare, manca semplicemente l' EDUCAZIONE.
Pier
Scritto da: Pier | 23/10/09 a 13:05
Cara Irene, pregevole ed avvincente questo scritto. Già partendo dalla foto(seppur piccina) dei due longevi “nonnetti” vestiti e seduti in atteggiamenti antichi. Ritratti come dentro un’ immagine in bianco e nero, ingiallita e dimenticata. Così come sono finite nel dimenticatoio certe normali, banali regole passate. Senza riferimenti ai tempi "d'anteguerra"; io scrivo dell’epoca della mia gioventù. In cui la morale, che ci veniva insegnata, la dovevamo imparare. E’ vero di intimo oramai ci resta solo più l’anima. Grazie al cielo quella è “una cosa invisibile”, impalpabile. Ci possono prende e rivoltare come calzini, quando si ricerca il buchetto da rammendare, ma l’anima non ce la possono rubare, far cambiare, accorciare, esternare come cosa pubblica da mostrare.
Ai primi apparire di corpi femminili in TV s-vestite come se fossero in
“combineuse” (sottoveste),
mi venne da ridere. Pensai di primo istinto : = per fortuna mia nonna (classe 1899) non c’è più a vedere ste sfilate =. Lei avrebbe tagliato corto…perché un tempo già era quasi 'esser nudamente scandaloso' girare in sottoveste in casa propria! Però credo sia stata una moda lanciate dalle ditte produttrici di quello che fu un capo intimo, passato di moda, defilato in un cassetto delle ns. mamme… A partire dall’inizio degli anni 90 venne riciclato –reinventato come abito da sera. E passi. Poi pian piano occupò i suo bel posto in TV a qualunque ora del giorno. E passi. Poi pian piano venne ancora reinventato in edizione ridotta…. (lunghezza e giro petto). Ma sarà l’effetto della crisi? Bisogna pur iniziare da qualche parte a far economia. E pensare che negli anni “60 “ scandalizzarono il mondo con la minigonna. Quanto tempo è passato. A proposito di persone longeve: anch’io adoro i vecchi che arrossiscono, che nascondono le virtù.
Stupenda la metafora: ** infilano dell’ago…….tra intimità ed interiorità**
Solo su questo ci sarebbe da scrivere una pagina intera. Cordialissimi saluti.
Scritto da: Silvia GM | 24/10/09 a 13:54
Silvia il "progresso" ha tagliuzzato stoffe, buon gusto e delicatezza. Ha urlato, portato in scena, esasperato... E illudendoci di libertà ci ha indotto a volerci sempre meno bene :(
Mah...comunque fino a quando riusceremo a guardare e ascoltare i nostri vecchi qualcosa di buono resterà, spero.
Con un pò di romanticismo, di dignità, di eleganza :))
Si, ci sarebbe da scrivere moltissimo!
Grazie Silvia
un caro saluto a te
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 25/10/09 a 14:00
ROMANTICISMO siìì
DIGNITA' SI'sìsìsì
ELEGANZA sììììììììììììì
SCRIVI scriviiiiii SCRIVI
anche di questE miscele
come tu sai fare divinamente, sciorinando fra atmosfere intrinseche e intensi antichi
consigli.! Salutini romantici. Bye. Silvia.
Scritto da: Silvia GM | 25/10/09 a 17:50
Bye anche a te, adorabile Silvia...dolce e frizzante!
Ciao :))))
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 25/10/09 a 22:39