Riprendo quanto scritto dal caro amico Antonio Cracas a proposito delle sferzanti dichiarazioni del Presidente Obama sui blog.
Nulla contro Obama, anzi. Mi sembra un signore sanguigno, che si muove su tutti i fronti con buona volontà, con quella schiettezza e quella veemenza che hanno solo gli uomini che credono nell’azione e affrontano di petto i problemi. Anche a costo di attirarsi qualche antipatia, di tornare sui propri passi, di rimescolare le carte. E con il coraggio, forse, di mettere in discussione perfino un cammino compiuto se raggiunge il convincimento che sia bene cambiare strada.
Ciò detto a Obama dedico un sorriso, di quelli caldi e gioviali. Al suo spirito e all’irruenza tanto umana guardo con piacere.
Obama è il Presidente degli Stati Uniti d’America. Molti giornali non avrebbero dato tanto risalto alle sue posizioni in merito se non fosse tanto gradito togliersi quel sassolino nel scarpa che sono i blog…. Eppure in Italia non c’è ovviamente un allarme blogger, per almeno due ragioni. La prima è che i nostri blog, ad eccezione di quelli di personaggi famosi, credo non abbiamo mai avuto un grande seguito di lettori e quindi neanche particolare influenza sul pensiero collettivo. La seconda è che sono stati derisi, strapazzati, snobbati fin dal principio da intellettuali e dintorni quindi qui non c’è alcun bisogno di ferme operazioni di ridimensionamento.
Personalmente non ho mai creduto di fare informazione. Ma ho espresso talvolta opinioni, sul costume, su fatti di attualità, su aspetti politici o culturali della nostra società. Non penso di aver irretito alcuno, non ne avrei capacità e autorevolezza peraltro. E sono sinceramente convinta di aver scritto sempre con onestà intellettuale. Ma può non bastare, d’accordo. A qualcuno, e in Italia forse questo è un punto di rilievo, un blog in rete può arrivare come una fonte “attendibile e ufficiale” perché non ha dimestichezza con le numerose possibilità di internet. In America forse tutti sanno distinguere il post di un blogger dall’articolo di un giornalista, il sito commerciale di un’azienda da quello istituzionale di qualche organizzazione pubblica.
Se Obama ha tuonato contro i blogger devo pensare che là il fenomeno è importante, forte, influente. Addirittura sembra quasi che abbia scombussolato la percezione della verità e della realtà da parte degli americani. E che sia tra le cause della crisi dell’informazione giornalistica. Da noi il fenomeno non esiste. E i giornalisti hanno largamente tenuto a bada i blogger con il gelido distacco, la noncuranza o la sottile ironia. Tanto da accoglierli su qualche testata, con generosa apertura, ma etichettandoli precisamente come lettori.
Con buona pace di chi ha tanto astio per la “libertà” dei blogger potrei chiudere il mio blog o aspettare che venga prima o poi, presumo presto, oscurato. Serenamente.
Perché per la rivoluzione che vorrei non è questo il mezzo giusto e quindi muovo il passo attraverso ben altri canali. E per le mie riflessioni, le mie idee, i miei sogni, i miei racconti potrei tornare alla carta o arrivare ai muri tanto è chiarissimo che il web qui ed ora è una falsa zona franca. Non è questa la “democratizzazione”…perché ho sostenuto, ripetuto, ribadito che “concedere” a tutti la libertà di manifestazione del pensiero è stata l’astuta manovra per negarla: troppe voci, nessuna voce.
Bene. Potremmo lasciare solo ai professionisti la tastiera. Se il tesserino e l’iscrizione alla casta garantiscono competenza, serietà, correttezza chiediamogli solo responsabilità. Perché questo è il punto. In Italia avremmo dovuto rimboccarci le maniche perché fosse rispettato il dovere dell’informazione prima ancora che il diritto all’informazione. E pretendere chiarezza, coerenza, obiettività, moralità. Il giornalista non è il giornalaio, accidenti! Perfetto. Da domani quindi, dopo il giubilo delle redazioni per le urla antiblogger di Obama, mi aspetto si raddrizzino tutti i giornalisti con il comportamento, onorando la professione, tenendo in massima considerazione la dignità dei lettori.
E che non ci sia più malcostume o lassismo. Guai a quelli che manipolano la notizia, la deviano, la usano per perseguire disegni comandati. Guai a quelli che tacciono quello che sanno. Guai a quelli schiavi del padrone. Guai a quelli che dimostrano abbondantemente di trattare temi e argomenti senza averne la necessaria conoscenza. Guai a quelli che depistano i lettori. Guai a quelli che favoriscono questo o quel personaggio utilizzando gli spazi della signora stampa. E così via.
Devono pagare. Se sbagliano, se fingono un’indipendenza che non hanno, se spacciano per notizia una loro ricostruzione di eventi e connessioni, se giocano con parole e immagini allo scopo di coprire o di enfatizzare o di infangare ingiustamente, se mischiano le certezze con le interpretazioni.
Devono essere messi alla berlina se non meritano la tastiera che qualcuno ha messo loro in mano. Devono essere radiati se non sanno confrontarsi lealmente con i colleghi. Devono essere giudicati severamente se passano sotto silenzio i meriti di qualcuno che esce dalle righe composte e omologate della casta. Devono essere additati se non salutano con slancio la nascita di una nuova testata, come è accaduto con il Fatto Quotidiano. Devono scendere dal piedistallo rispondendo ai lettori quando su una testata online prevedono uno spazio di commenti e interventi. E avanti, ancora. Con rigore. Almeno lo stesso rigore che si vuole adottare per i blog.
Lieta se avverrà, davvero.
Peraltro in questo Paese di orticelli e finte autonomie qualche cyberorticello in più o in meno, gentile Vittorio Sabadin, potrebbe continuare a passare inosservato. E invece, chissà come e perché, scatena l’orticaria. Eh si, questi blogger sono proprio fastidiosi… Si illudono di aver reinventato la democrazia? Non capisco, Sabadin, perdoni ma non arrivo proprio a capire. Siamo al punto di doverla reinventare? O non è mai esistita?
Spero solo che i giornalisti non avvertano il bisogno di qualcuno che metta ordine nel numero di informazioni e “che dia loro un senso e una gerarchia”…Sarebbe la linea editoriale, gentile Sabadin?
La dichiarazione di Obama, ingigantita, va vista con quanto ha fatto l'autorità americana FCC circa la neutralità della rete. E quanto a questo l'on pecorella ha inoltrato una proposta di legge, ancora una, dal chiaro contenuto penalizzante per i blog. Sto scrivendo un post che pubblico domattina.
luigi
Scritto da: gobettiano | 22/09/09 a 23:36
Anni fa conobbi un critico cinematografico che frequentava in incognito i forum di Kataweb: mi disse che era un ottimo modo per captare gli umori dei non addetti ai lavori e farsi un'idea precisa dei gusti popolari. Ecco: i blog, oltre a svolgere un'informazione dal basso, assolvono anche questa funzione. Se fossi un giornalista ne terrei in debito conto: invece siamo considerati come una massa di parolari (neologismo coniato sul momento) non catalogabile e perdipiù incontrollabile. Ovvio che le istituzioni temono questo mondo di opinioni in perenne movimento, lo avverte come concorrenziale e cerca di ridimensionarlo. Ma si rendono conto che è come svuotare l'oceano con un cucchiaio?
Ciao Irene, ti auguro una giornata serena.
Pim
Scritto da: Pim | 23/09/09 a 08:47
Cara Irene,
dall'articolo su Obama si evince come ci sia partigianità d'opinione. Lo ripeto: Obama (o coloro che piacciono politicamente) possono dire ciò che vogliono, peggiore delle ipotesi sono gli altri a non aver capito o enfatizzato. Così come se le stronzate sono dette da politici o giornalisti vicini politicamente diventano oro colato.
Purtroppo siamo abituati da decenni alle stronzate dei giornalisti. Abbiamo sempre saputo (a parte qualche invasato che non ha mai letto altro che i giornali in cui crede come fossero il suo vangelo) che le redazioni impongono delle linee editoriali (sinistra o destra che siano), oggi, ahimé, anche alcuni quotidiani sono schierati, subdolamente, diventando una sorta di organo di coalizione: purtroppo, una parte di blogger sembra non averlo ancora compreso.
La speranza era proprio riposta nei blog, secondo me, attraverso i quali si sarebbero dovute cogliere informazioni sottaciute, con scambi d’informazione e d’opinioni. Invece i blog (la gran parte, non tutti, ovviamente) sono diventati luoghi in cui si può, anzi, si deve ingiuriare, urlare le proprie frustrazioni, perseguitare quotidianamente chi non piace politicamente, fare campagna elettorale; altrimenti viene tirata in ballo la solita vituperata libertà: come avviene nel nostro Paese dal dopo guerra quando si cerca di mettere un limite al buon gusto, ad una menzogna, ad un reato. Sappi che Repubblica (ad esempio) sta raccogliendo le firme per una presunta mancanza di libertà, dopo che ne ha scritte (e forse inventate) di tutti i colori contro il governo che, evidentemente, al signor Ezio Mauro & C non piace per ragioni puramente politiche: basterebbe chiederlo al signor De Benedetti per saperlo. Senza contare che in Italia i blog che “tirano” sono ingiuriosi, talvolta anche in modo gratuito: vedi Grillo, Travaglio & compagni.
Ergo, una libera informazione non significa offendere quotidianamente chi non piace politicamente, auspicandone magari l’esilio, o sperare, in forma più subdola, un colpo di Stato, come tentò di fare la Sinistra con la complicità del “super partes” Di Pietro con l’operazione ‘Mani pulite’, che lasciò sporche soltanto le mani degli esponenti del PCI.
Quindi cara Irene, non è il tuo o il mio blog che disturbano più di tanto “gli Obama”, forse in America il tuo sarebbe sicuramente più letto di quanto non lo è in Italia, per i tuoi toni, per il tuo equilibrio. Da noi invece piacciono ancora i “rivoluzionari”: ‘de che?’, direbbero a Roma, nessuno lo sa, ma fa molto impegnato indossare ancora la maglietta con il volto del sanguinario “Che”.
E poi, hai visto i blogger permanenti nella pagina della ‘Politica’ su La Stampa? Te li elenco: Antonio Montanari, Buffalmacco, Affabulare e non, Gobettiano. Non penso ci sia altro da aggiungere. E pensare che qualcuno si lamenta pure per una presunta mancanza di libertà di stampa nel nostro Paese.
Ciao
Scritto da: Antonio Cracas | 23/09/09 a 08:55
Mi spiegate, Cracas o Irene tanto la pensate allo stesso modo, cosa intendete quando dite - faccio una parafrasi - che 'i blogger danno fastidio ai giornali, ai giornalisti e agli intellettuali'?
cosa dovrebbero fare i giornali, i giornalisti e gli intellettuali affinché voi possiate dire che 'non è vero che i blogger danno fastidio ai giornali, ai giornalisti e agli intellettuali'?
Ciao
Scritto da: giac | 23/09/09 a 11:11
giac io non lo capisco proprio. Ovviamente mi riferisco esclusivamente al mio blog in questo senso...perchè io non faccio certo informazione quindi non mi avvicino neanche al "giornalismo".
Al più potrebbero spiegarci loro perchè hanno gonfiato tanto il discorso di Obama registrandolo come una "vittoria"...
Che poi a quel che ho letto altrove può proprio dirsi gonfiato :)
ciao
Scritto da: irenespagnuolo | 23/09/09 a 12:53
Ciao Pim...
mi sono gustata quanto è stato pompato il discorso di Obama. Vabbbèèèè...
Buona giornata anche a te!
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/09/09 a 13:05
Antonio mi trascini in un discorso complesso...
Sai bene che sono molto in equilibrio in ambito politico. Non ho parti da difendere o attaccare a priori. E mi interessa, se mai, l'aspetto culturale e sociale di tanta arroganza abbondantemente distribuita. Che peraltro nuoce a tutti noi cittadini e non aiuta certo a capire, a crescere, a costruire qualcosa...
Ma sul concetto di libertà (di stampa e non solo) si potrebbe anzi si dovrebbe andare più a fondo, Antonio. Non è, lo ripeto fino alla nausea, lasciando libertà d'insulto, di trama, di dietrologia o di accusa, che si afferma veramente la libertà...
La vita dovrebbe ormai averci insegnato che talvolta concedere a tutti di gridare è solo il migliore dei sistemi perchè nessuna voce abbia davvero forza. Nella confusione si nasconde meglio la verità...E si tiene a bada tutto. Tanto ognuno si accontenta di poter fare, dire, denunciare. Anche se poi è tutto fumo che non ferma nulla e non inchioda nessuno, per intenderci.
Ci tornerò più tardi con calma...
Concordo sul fatto che piacciono sempre di più i blog che fanno chiasso. E' così nella vita, peraltro. Chissà perchè i toni pacati e ragionevoli puzzano sempre di falso o di molle o risultano poco interessanti...Accidenti, non me lo dire. Lo so bene, sulla pelle :)
A più tardi!
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/09/09 a 13:18
Ciao Giac,
sono lieto che ogni tanto segui le nostre “farneticazioni” :)
Prima di tutto cosa intendi per intellettuali? Perché in Italia sono pochi gli intellettuali veri. La gran parte è stata eletta tale solo per appartenenza politica: molti “intellettuali” nostrani sono soltanto dei leccapiedi dei politici che gli forniscono lo scoglio sul quale attaccarsi: proprio per sopravvivere come fanno le cozze, filtrando l’ambiente in cui vivono, ma a differenza dei mitili filtrando soltanto ciò che è interesse loro e dei politici di riferimento.
Ho sempre sostenuto, e tutt’ora sostengo, fino a prova contraria, che (sarà banale ma altrettanto vero) ognuno tira l’acqua al proprio mulino: proprio come alcuni nostrani “intellettuali”. Quindi la categoria dei giornalisti tende, in un momento di crisi editoriale, a dare meno spazio, o meglio, delegittimare, chi non è “professionista” dell’informazione. E’ ovvio che la firma affermata non bada a noi, anzi, forse potremmo essere uno dei modi per evidenziare la sua professionalità, la sua bravura. Possiamo però dare noia a quelli che, dopo tanta gavetta, cercano di ritagliarsi uno spazio in un mondo in cui i figli d’arte imperano, come imperano altri paraculati: questo grazie ad un albo e a tutte le agevolazioni che comporta: ai fini famigliari, d’indennizzo e pensionistici. Capisci che se l’albo dovesse sparire sparirebbero agevolazioni sull’acquisto di automobili, su colonie per figli, ecc.
Forse è tutto molto più semplice, più banale, più venale di quanto si possa pensare.
Ciao carissimo, a presto.
Scritto da: Antonio Cracas | 23/09/09 a 13:23
antonio, irene
secondo me stiamo mescolando un po' di discorsi che poco c'entrano l'uno con l'altro
premesso che la parola 'intellettuale' l'ha detta irene e quindi girerei a lei la tua questione, antonio, scusate se insisto ma non mi avete risposto.
per sostenere il contrario di quello che sostenete (lascio stare Obama e la politica e la libertà di stampa, mi limito ai blogger) riguardo all'opinione che giornali, giornalisti e intellettuali hanno dei blog, cosa dovrebbero fare, come dovrebbero comportarsi, secondo voi, per dare l'idea che apprezzano i blog, che non li temono, etc etc? in senso concreto intendo, non con elogi fini a sé stessi.
Grazie
Ciao!
Scritto da: giac | 23/09/09 a 13:59
Devo darti ragione Giac, anche se mi duole (scherzo). Il blog nasce come diario telematico, sul quale ognuno scrive cosa meglio crede e tratta gli argomenti a lui più cari. Di conseguenza un Weblog può appartenere ad uno studente, ad un impiegato, ad un politico, ad un intellettuale come ad un giornalista. Questa precisazione mi sembrava d’obbligo.
Però, come tu ben sai, caro Giac, esistono le mode ed i momenti, e qualche hanno fa il blog era la “scoperta”, il nuovo metodo per incontrarsi, per scambiarsi opinioni, per formare gruppi. Insomma, un metodo per procurarsi anche degli utenti/clienti. Così alcune testate giornalistiche (vedi La Stampa), hanno pensato di cavalcare l’onda, dando la possibilità a “quattro-pifferi”, tra i quali c’è anche il sottoscritto, di dire la propria opinione in una piattaforma contenente la testata del giornale: con tutti i pro ed i contro che ne possono derivare, e tu ne sai qualcosa.
Come appunto tu sai, noi, scrivendo nei nostri blog che, volente o nolente, appaiono all’interno del giornale telematico, creiamo un plus di lavoro alla redazione: tempo fa c’era Pasteris che era pagato anche (penso, spero) per gestire i nostri pareri online. Inoltre, il direttore della testata è responsabile delle nostre “blasfemie”, “rozzità” ed insulti a governi e primi ministri: definite da noi blogger legittime opinioni.
E’ ovvio (a prescindere dai governi, perché ci sarà sempre il cretino che insulterà il presidente del consiglio aldilà del colore politico) che ora, passata la moda (anche a causa di Facebook e compagnia strillate varia) forse inizia a stare un po’ stretta la gestione interna dei blog alla redazione. Probabilmente qualcuno avrà iniziato a dire: «Per quale motivo dobbiamo perdere del tempo/denaro per controllare chi non fa parte della redazione, con il rischio di avere rogne? La pubblicità che utilizziamo nei blog ha un ritorno in termini economici adeguati all’impegno che comporta? Perché non diamo più spazio ai blog di chi di mestiere fa informazione, ossia ai nostri? Tanto la pubblicità che utilizziamo per i blog degli utenti la possiamo utilizzare per i nostri, anzi, forse abbiamo più riscontro in quanto abbiamo più autorevolezza. Ecc. ecc.» Penso, senza presunzione, che qualcuno se le sia poste queste domande. Ed ecco allora che, in tempi di crisi editoriale, in cui i giornali vendono meno, non si fanno più investimenti su piattaforma tipo TypePad. I blog in hp diventano 4 anziché 10 e vengono aggiornati a babbo morto.
In poche parole: volete fare i blogger? Bene: compratevi un dominio o iscrivetevi dove vi pare. A noi, redazioni giornalistiche, non interessate più.
Penso, caro Giac, che le cose stiano così. Quindi non facciamo paura, ma siamo ormai un peso, oltre che delle mine vaganti (visto alcuni contenuti di certi blog) per le redazioni che ci ospitano.
Ciao
Scritto da: Antonio Cracas | 23/09/09 a 15:55
grazie per la risposta, antonio
che mi vede d'accordo ed esaurisce il rapporto stampaweb-blogger della piattaforma lastampaweb
e proprio tu che sei liberale (lo sono sotto certi aspetti anch'io, sebbene tu sia chiaramente berlusconiano e io sia chiaramente antiberlusconiano) ammetti che questo rapporto è nato e cresciuto all'insegna della massima liberalità: come vi diamo spazio senza nulla pretendere, così ce lo gestiamo a nostro piacimento senza nulla pretendere. poi si possono fare considerazioni 'morali', ma va da sé che nessuna scorrettezza è stata fatta
da lastampaweb alle altre piattaforme: splinder, wordpress, dominio acquistato, etc. e qui vale ancor più il principio della massima libertà sempre all'interno delle norme civili e penali: se pensi che io ti diffami, ti querelo, etc. un blogger potrebbe avere potenzialmente lettori tanti quanti sono gli accessi a internet: 900 milioni? 1 miliardo? allora continuo a non capire le lamentele di chi dice "eh ma in italia è così", "eh ma negli usa è diverso". scrivi in inglese, traduci in cinese e indiano, così ti leggono ovunque. è bellissimo, è meraviglioso: con chi ce la dobbiamo prendere se abbiamo 200 lettori e non di più? con noi stessi, se l'obiettivo è avere la stessa visibilità di luca sofri o di beppe grillo. perchè, e di nuovo, capiamolo, il blog è un mezzo e non esiste il blogger ma esiste l'uomo/la donna che dice qualcosa attraverso un blog. è una banalità? sì, ovvio, ma allora perchè prendersela per le parole di Obama?
Obama ha detto una profonda verità: sui blog le notizie non sono verificate, si diffondono velocemente, e il rischio è che si crei una falsa opinione. i giornalisti, al contrario, essendo pagati e avendo una deontologia professionale, offrono maggiori garanzie di serietà.
ferma! fin qui ha assolutamente ragione. non è un'opinione, è la verità: se domani io mi metto a scrivere che i peperoni fanno venire la diarrea e la lucertola fritta cura il cancro, vivaddio sono libero di farlo. ma aihmmè se qualcuno mi segue s'infanga. pensa se mi seguissero in diecimila solo perchè sono bello e scrivo bene e sono simpatico e in sostanza mi rendo credibile! questo può succedere perchè: a) non c'è nessun controllo della fonte b) c'è l'impunità assoluta per le cazzate che sparo.
se sono un giornalista a) ho un senso di responsabilità che mi porta a verificare se i peperoni fanno venire la diarrea, se non altro telefonando al primario del centro antidiarrea delle molinette b) se scrivo quelle cose vengo radiato dall'albo.
poi, ma solo poi, e il discorso è un altro, parliamo dello stato del giornalismo in italia e nel mondo, dei gruppi di potere che comandano le redazioni, della scarsa deontologia, etc. ma è un altro discorso: se lo mescoliamo non facciamo argomentazioni serie ma qualunquismo da bar
e anche: perchè i blogger dovrebbero essere più onesti dei giornalisti? chi lo dice che io marco giacosa non sia pagato dai ristoranti per parlare bene o male di questo o quello? nessuno, o vi fidate o amen. esattamente come succede nel mondo dei giornali. perchè non c'è nessuno strumento di valutazione della 'morale' di un uomo. e se i giornalisti disonesti sono impuniti e possiamo dirne tutto il male, altrettanto possiamo fare, senza distinzioni, per i blogger.
Scritto da: giac | 23/09/09 a 17:58
Giac,
mi trovi d'accordo su tutta la linea, perché ciò che affermi, anche a parer mio, è inconfutabile. Evidentemente non ci siamo capiti, o forse ho mischiato, come tu mi hai fatto notare, un po' gli argomenti, viste le problematiche relative alla piattaforma de "LaStampa" e il post provocatorio che ho scritto riguardo Obama, creando incomprensioni.
Ciao.
Una precisazione:
è vero, ho votato Berlusconi, ma perché oggi la Sinistra, a mio modo di vedere, è reazionaria e conservatrice.
Mi reputo fondamentalmente un liberal-socialista. Però non riesco ad identificarmi con chi, per anni, s'identificava con una terribile dittatura che ha oppresso e diviso il mondo.
Come ho già scritto, in passato ho votato PSDI (forse tu non lo ricordi quel partito): Partito Socialista democratico Italiano (come simbolo aveva il sole nascente senza falce e martello), quando D'Alema, Veltroni, Finocchiaro & C, prendevano rubli dall'Unione Sovietica, e l'Italia faceva parte della NATO.
Non riesco a votare per coloro i quali hanno ordito 'Mani pulite' con il compare Di Pietro, per mettere in galera, o mandare in esilio, gli avversari politici, in una sorta di colpo di Stato. Finché ci sarà questa generazione a Sinistra voterò Berlusconi o chi per lui.
Riciao.
Scritto da: Antonio Cracas | 23/09/09 a 18:45
A me si addice il qualunquismo da bar :))))
Scritto da: irenespagnuolo | 23/09/09 a 21:40
"Obama ha detto una profonda verità: sui blog le notizie non sono verificate, si diffondono velocemente, e il rischio è che si crei una falsa opinione."
Un'opinione è un'opinione, non è né vera né falsa. A me sembra che ci sia un po' troppo la tendenza a considerare stupida la gente che non la pensa come noi.
Faccio un esempio. Alcuni credono che il vaccino trivalente causi l'autismo, c'è un'evidenza scientifica che nega il legame causa-effetto eppure questa credenza è riportata anche su molti blog, qualcuno in malafede, qualcuno in perfetta buona fede. Colpa di questi blogger che abboccano e non controllano le informazioni che diffondono se qualcuno sceglie di non far vaccinare i propri figli? Ma pensate davvero che se non ci fossero i blog, leggeremmo solo gli impeccabili e professionali giornalisti? Che queste informazioni non fact-checked non ci sarebbero? In ogni caso, ci formiamo un'opinione che per altri sarà sempre più o meno discutibile.
I blog offrono una vasta gamma di opinioni. Qualche blogger lo consideriamo più attendibile, altri meno. Qualcuno fa anche informazione. La maggior parte non li conosciamo. Io trovo interessante tutto questo.
Scritto da: bourbaki | 23/09/09 a 21:47
Anch'io bourbaki...siamo in due.
Scritto da: irenespagnuolo | 23/09/09 a 21:50
antonio
il psdi lo ricordo bene! io 'nasco' verso la fase finale della prima repubblica, eppure la ricordo bene!
:-)
bourbaki
esistono eccome le opinioni vere e le opinioni false.
se io penso che i peperoni siano difficili da digerire, ho un'opinione 'vera', cioè suffragata da certo empirismo.
se io penso che i peperoni curino il cancro, ho un'opinione 'falsa', cioè non suffragata da alcun empirismo.
se andiamo indietro, ovvero alla fonte di chi dovrebbe 'certificare' la verità, o ci fidiamo degli organi istituzionali (OCSE, centri ricerca, ministeri, etc) o tutto è buono e niente è buono. la tendenza dell'uomo è quella di posizionare 'paletti' cui riferirsi, altrimenti posso sotenere che la forza di gravità non esiste per il semplice motivo che non sono in grado di provarlo.
Scritto da: giac | 23/09/09 a 22:12
giac
Anche la stregoneria nel 1500-1600 era razionalmente formulata ed empiricamente confermata. Nella teoria della gravitazione Newton ha fatto uso abbondante del concetto di azione istantanea a distanza che era considerata, dalla comunità scientifica del tempo, alla stregua di vera e propria magia.
Scritto da: bourbaki | 23/09/09 a 22:56
Se in questo paese i giornalisti e non solo sono costretti a manifestare per segnalare difficolta' nell'esercizio dell'informazione, vorra' pure dire qualcosa.Si, qualcuno vorrebbe liquidare il tutto con frettolosi giudizi senza vedere che alcuna "informazione" e' sempre meno autorevole perche' ha come unico servizio quello si non dispiacere all'opinione dominante.Io credo che i blog devono godere della massima liberta' proprio' perche' non incidono in modo cosi' rilevante sull'opinione generale dei cittadini, mentre l'informazione televisiva dovrebbe essere gestita da personale altamente qualificato.Il blog e' un fenomeno circoscritto a coloro che decidono attivamente di partecipare alle discussioni mentre l'informazione televisiva entra subdolamente tra le pareti domestiche ed e' determinante nella formazione delle menti.Chi nega questi aspetti o e' in mala fede o non conosce i meccanismi dell'informazione.Un blogger puo' anche non avere nozioni di diritti costituzionale ma colui che nel corso di un telegiornale parla liberamente a milioni di cittadini quando spiega il fenomeno del respingimento in mare di cristiani non puo' fingere di non conoscere elementari norme giuridiche o comportamentali.Il bello della liberta' dei blog e anche quella di permettere ad alcuni di descrivere il CHE in modo pittoresco.In alcuni casi troviamo blog sui quali vengono analizzate questioni con capacita' intellettuali e professionali degne di essere visitati con attenzione ma questa e' la rete fortunatamente.Buon lavoro Irene.
Scritto da: leonardo | 24/09/09 a 09:58
Irene, Una cosa fondamentale che ho letto nelle dichiarazioni di Obama, ma che tutti, Giac ed anche Cracas non mi pare abbiano sottolineato, é il ribadire l'assoluta uguaglianza fra tutti i partecipanti alla rete e l'impegno ad impedire che i "grandi" con discutibili motivi tecnici, tipo Adsl ed altri inghippi tecnici ,di fatto impediscano o limitino il diritto di accesso.
Questo mi pare il messaggio più concreto ed importante ora.
Pier
Scritto da: Pier | 24/09/09 a 13:00
Altro che chiudere il blog. Irene, se Obama tuona contro i blog, noi tuoniamo contro Obama. Sto partendo per il Rwanda, ma da laggiù mi sentiranno fiono in America
A presto, un abbraccio
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/09/09 a 13:10
Il blog è uno strumento di grande importanza. Ha consentito a tante persone non legate a carri politici o editoriali di esprimere non solo il proprio pensiero ma anche la propria creatività. Molti ci accusano di autoreferenzialità: è vero non abbiamo un redattore capo nè una linea editoriale. Ma questo, in fondo, è il bello del blog: potersi esprimere con libertà e spontaneità, magari prendendo talvolta qualche cantonata, ma senza rispondere ad interessi sovraordinati, come accade spesso alla stampa ufficiale, e, obbedendo solamente alla nostra coscienza e al desiderio di discutere. Non siamo professionisti: solo cittadini che dialogano e si confrontano senza nulla pretetendere. Un caro saluto, Fabio
Scritto da: Fabio | 29/09/09 a 19:43