Accuse, difese, repliche, smentite, contrattacchi. Parole su parole. E una verità che ha sempre mille volti, interpretata, alterata, stiracchiata da tutti. Altro che libertà, questa è proprio barbarie. D’altra parte il Paese dei misteri, delle trame, della dietrologia non può che offrire spettacoli inquietanti, dubbi, sospetti e realtà stravolte.
E le voci che si moltiplicano e si incrociano tra veleni e minacce non sono che altrettanti modi per coprire, confondere, ribaltare. I pensieri si sgretolano nella fastidiosa sensazione, per non dire certezza, che l’ennesimo polverone finirà in oblio.
E’ l’Italia, signori! Dove si tace e si consente tutto, si combina, si fa finta di non sapere o si aprono le porte a ogni turpe manovra. Salvo poi ergersi a giustizieri sommari per qualche tornaconto. O si alza il velo dalla melma e si punta l’indice perché tutti guardino in una direzione e il resto venga oscurato. Confondere. Lanciare un allarme perché la sirena copra ogni altro rumore. Denunciare per non essere denunciati. Denigrare per tenersi saldi a qualche comodità. Questo e molto altro ancora. Tra schiavi, rassegnati, vili, compagni di merende.
Scheletri in ogni armadio. Eppure la memoria svanisce quando sarebbe doveroso ricordare. E si mostra come l’archivio perfetto di un computer ineccepibile quando torna comodo inchiodare qualcuno. Ammesso che poi ad essere condannato a morte sia proprio il colpevole e non qualche testa di legno, il capro espiatorio di tutto, quello che ha osato alzare la testa.
Che tanto in Italia siamo abituati ai segreti, alle questioni irrisolte, alle colpe che si rimbalzano all’infinito. E l’onestà non è quasi mai ospite d’onore nei palazzi e nelle piazze. Che tanto in Italia l’infamia mescola vittime e carnefici in un frullatore e può scivolare, dopo tanto inchiostro, in qualche discarica. L’onore, la morale? Cianfrusaglie vecchie e fastidiose. Come in una zuppa infiliamo anche noi il tozzo di pane, inveiamo per un po’, ci schieriamo abbondantemente e senza troppi scrupoli di verifica, offendiamo malamente il buon senso e la misura. E poi digeriamo tutto. Fino al prossimo temporale.
Non meravigliamoci se l’informazione sguazza nella baraonda. E’ il gioco del sistema. Qualcuno si sveglia a comando, un altro infiamma, un altro ancora devia e ribatte. Fumo e ancora fumo. Con piglio da moralizzatori. Da paladini di qualche buona causa. O da integerrimi depositari della conoscenza. Scarseggiano solo quelli che prendono a palate tutti, con imparziale foga di pulizia.
Ragioni, torti, esagerazioni o pretesti rotolano nel fango delle dichiarazioni urlate, delle denunce tardive, dei silenzi ingiustificabili. E nello stesso fango rotolano urgenze, piaghe e malesseri che avrebbero diritto a priorità e serietà. Un metodo quasi infallibile per farci fallire. Nella nostra miserabile impotenza o nell’odiosa faziosità o nella pericolosa indolenza.
A me viene solo da prendere le distanze. Il tempo che basta ad individuare motivi, portata e bersaglio di certi accanimenti. E di scorgere i risvolti. Oltre agli ingarbugliati e apparentemente sorprendenti percorsi dei voltagabbana. Di quelli che collocheresti su una sponda e vedi sull’altra, insomma. E’ l’Italia, signori! C’è sempre una storia che spiega come e perché i canovacci celano complotti.
L’unico tempo che sento davvero mancare è quello della speranza di autentica civiltà.
Chiarissima Irene, hai trattato l'argomento relativo all'Italia delle repliche in modo reale, senza tante tergiversazioni.
Hai ragione! chi non ha "scheletri nell'armadio"? proprio per questo io, uomo qualunque, mi meraviglio quando leggo che persone illustri e professionalmente preparate
non se lo ricordino. Basterebbe leggere il Vangelo che insegna:
non guardare la pagliuzza negli occhi altrui quando nei tuoi ci sono le "travi" E' tanto semplice!
Ciao cara Irene, come giornalista sei il "massimo"
Grazie
ENZO
Scritto da: uesto | 03/09/09 a 16:34
Quando si ha come riferimento la nostra Carta Costituzionale e le norme fondamentali ai quali si sono ispirati i nostri padri costituenti non e' difficile schierarsi in modo netto senza alcuna paura di essere sospettati di faziosita'.Buona serata.
Scritto da: leonardo | 03/09/09 a 22:53
Beh Enzo...GRAZIE :))))
Un caro saluto
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 03/09/09 a 23:24
Siamo a robaccia da basso impero Irene. Non è neppure più faziosità è congiura, demolizione dell'avversario a reti uniticate senza neppure disdegnare carte false.
luigi
Scritto da: gobettiano | 04/09/09 a 04:51
Mi sa che il bello deve ancora venire. Chissà cosa vedremo nei prossimi mesi.
Scritto da: alberto | 05/09/09 a 20:23
io personalmente sono stanco e a 60 anni mi sento anche indiffeso, in questa italia dove qualora continuasse questo disastro (diciamo finanziario)noi poveri, tutti, bambini , anzianotti, vecchi e vecchine .... chi (ci)li protegge.... i giovani con questi ideali????skai,canale 5,rai uno,fini?liguori?CAPPEZZONE?????,ferrara?feltri?BONDI?paolino ??????MASTELLA$$$?????draghi ?napoitano..che era defficente quando ancora era nel pc??????chi ????????????????io me ne devo andare in mezzo ai leoni penso sia meno pericoloso ....ciao
Scritto da: walter | 05/09/09 a 21:11
Sono un inguaribile ottimista e perciò la speranza è che si arrivi a confrontarsi sulle questioni e sui risultati senza ideologie preconcette. Forse è un'utopia come le ideologie che hanno portato ha questo, ma visto che siamo ancora qua è probabile che ci sia un ravvedimento. Ciao
Scritto da: Luciano | 06/09/09 a 00:12
Emotivamente posso capire, ma nella pratica (che è quella che distingue le persone come anche la cioccolata dalla merda)l'attegiamento di quelli "schifati da tutto e tutti" che si distanziano, entrando a far parte del gran calderone dei qualunquisti, sinceramente mi avvilisce ancor più di una realtà che conferma se stessa da secoli. L'attegiamento responsabile è di colui che ne prende atto e cerca le modalità di superamento. Il mondo l'hanno cambiato gli eroi (leggi: coloro che avevano la forza delle proprie idee) non gli schizzinosi e gli opportunisti.
Scritto da: Eva | 06/09/09 a 16:22