Un libro di Mario Calabresi: un viaggio nell’America stretta nella morsa di un crac devastante, durante una lunga campagna elettorale e nel trionfo di Barack Obama.
Ti scoppia tra le mani mentre le righe ti graffiano e ti fanno le fusa, come gatti. La fierezza, la curiosità, l’agilità dei gatti sanno divertire e affascinare, insegnano la dignità, danno la misura della grinta e della passione.
E’ la storia di uomini e donne. E’ la storia degli Stati Uniti d’America, quella che non comprendiamo abbastanza per trarne forza e luce. E’ la storia della vita, che ci travolge se non sappiamo amarci e amarla. E’ la storia dei sogni e delle speranze, quelli che possono tessere la trama tra presente e futuro. E’ la storia delle lotte, dei fallimenti e degli straordinari orizzonti. E’ un grande libro sulla realtà americana e sulla potenza del cuore e della ragione. E’ un libro sui risvolti, dell’esistenza e delle apparenze. Dell’inganno e della verità.
Non è mai così fragile l’esistenza se ne rispettiamo profondamente il valore. Non è mai solo zolla la terra se ci appartiene e le apparteniamo con la risorsa inestinguibile dell’umana volontà. Le parole sono immagini, momenti, tormenti. Racconti e spiegazioni di un tempo che racchiude ferite, contraddizioni, onori, errori, riscosse, desideri. Frammenti di uno spirito che si frantuma e poi si ricompone. Che contiene tutta la civiltà di un popolo e la sua meravigliosa voglia di perpetuarsi.
La fortuna non esiste. E’ l’uomo a scrivere il suo cammino con l’orgoglio di crederci, di saper leggere gli eventi, di cogliere il dono delle occasioni, di mettere in gioco ogni energia. Senza piangersi addosso, forse. Senza rassegnazione. Ma con quello splendido sorriso dell’ottimismo e della fiducia che è la consapevolezza di aver diritto almeno a difendere la possibilità di essere felici. Dopo qualsiasi disgrazia, in povertà, in malattia. Rialzarsi a testa alta. Rimboccarsi le maniche. Cercare un nuovo orizzonte.
Non smettere mai, mai, di vivere.
Ogni pagina narra di dolore e fatica. Ma anche di successo, impegno, coraggio. C’è ardore, nelle scelte e nel sacrificio. C’è senso di giustizia. C’è ansia di esserci. Ci sono l’emozione e la commozione della disperazione e della determinazione a ricominciare. Una crisi di dimensioni spaventose e uomini e donne che dopo aver perso tutto non si arrendono. Guerre, fame, debiti: niente sembra annientare la tenacia e il vigore degli americani. Donne e uomini che hanno conosciuto la potenza e il benessere, inseguito illusioni, costruito qualcosa di simile alla magia e poi sono stati toccati dalla bufera del destino, della borsa, della brutale svolta della ruota.
Colpevoli o innocenti, giovani o vecchi, in vetta o in scalata. Tutti con la stessa incrollabile brama di resistere, di trovare una strada sostenibile, di guardare avanti. Di non smarrirsi, ecco. Perché il patrimonio che hanno dentro sembra essere quello della libertà, del contegno, della fermezza. Più che commiserarsi stringere i denti, aguzzare l’ingegno, muovere le mani. Senza vergogna. Con una carica di vitalità e prodezza che credo più autentica ed entusiasmante di qualsiasi corsa facile e felice. Penso elargisca un senso di virtù e una concezione rigorosa e schietta delle cose, dei giorni, del mondo. Certo c’è pure molto altro sullo sfondo, la grande Terra della quale si onora la bandiera e alla quale si crede con certa boria di dover comunque essere figli, per carità.
Magari un “americanismo” esasperato, per affetto o per abitudine alla superiorità.
Una fotografia dell’America che troviamo inquietante, un po’ feroce e poco sociale.
Eppure mantenere il controllo e il fervore pure quando crolla tutto il crollabile è comunque meritevole di ogni ammirazione.
Un libro da leggere, insomma. Perché gli Stati Uniti sono tutto e il suo contrario.
Chissà che non ci suggerisca come manovrare il timone della nostra vita.
Mario Calabresi, La fortuna non esiste. Storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi, Mondadori editore.
Mi viene in mente la chiusura del film Pretty Woman. Una voce recita "è l'America, la terra dove tutto è possibile" o qualcosa del genere. Leggerò il libro da appassionato amatore del gusto della sfida tipico degli americani.
luigi
Scritto da: gobettiano | 26/08/09 a 23:27
Impareggiabile Irene,
Sono stato molte volte negli U.S.A. sono proprio "tutto e il suo contrario" come dici tu!
Leggerò il libro di Mario Calabresi, persona che stimo e ammiro come stimo e ammiro te
Attendo un tuo scritto sugli utimi avvenimenti giornalisti.
Con stima
ENZO
Scritto da: ENZO | 31/08/09 a 13:31
Vado un pò a rilento ultimamente, Enzo...Ma a breve, vedrai, riprenderò il ritmo!
Grazie per la stima, sempre gentilissimo.
Con speciale simpatia
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 31/08/09 a 23:07
Si, Luigi la tua citazione è perfetta :)
Scritto da: irenespagnuolo | 31/08/09 a 23:08
UN PO' tantissimo in ritardo, per via della mia imbranataggine cronica...
Dopo aver letto nel tuo post di oggi domenica 27 dicembre 2009 mi sono messa a curiosare per cercare e trovare a tutti i costi la recensione sul libro del Dott. Calabresi.
Eccolo !! Caspita carissima Irene, l'ho iniziato da poco, ma sai credo una cosa: non sarei in grado di aggiungere una sola sillaba,o vocale, neppure un punto, meno ancora una virgola a tutto quanto hai scritto. HA GIA' DETTO TUTTO. Non sono mai stata in America, l'ho letta e sentita raccontare.
E sto proprio facendo mente locare sugli abbissi di come " E' "il popolo americano confrontato con noi Italiani. Intendo tutta la fauna italiana da nord a sud, est ed ovest. Siamo veramente agli antipodi sotto certi punti di vista del nostro quotidiano vivere. Ti farò sapere a pagine ultimate.
Perdono per il ritardo. Un caro saluto. La solita Silvia.
Scritto da: Silvia GM | 27/12/09 a 20:29
Meno male che la ... "solita Silvia" c'è! Sei semplicemente D E L I Z I O S A !!!
Scritto da: irenespagnuolo | 27/12/09 a 20:55