Non poteva innamorarsi di lei, non doveva. Per lui era previsto un altro futuro, avevano scritto un’altra storia. Come se bastassero un blasone e l’ovvietà di certi cammini a moderare il cuore e l’istinto.
Ma la notte portò un fuoco che non poteva spegnersi. Questione di sensi, di ironia, di fatale occasione o di ribellione. Magari di stati d’animo che trovano felice composizione in un incontro curioso. Così diverse le trame della loro vita. Così rassegnati i loro passi e le ore. Quasi impossibile immaginare che incrociassero gli sguardi e i desideri.
Eppure le passioni accendono luci inaspettate. E mutano gli orizzonti.
Non scorre sullo schermo Pretty woman, la realtà è più mossa e talvolta più feroce. La platea non sorride al sogno ad occhi aperti. Non applaude, mormora con disprezzo e meraviglia inquieta. Aspetta qualcosa che infranga l’attimo di eccitazione. Qualcosa che spezzi l’incanto. E incalza, con dispettosa invadenza.
Non è una favola con il lieto fine assicurato. Il tempo porterà le regole, dure e impietose, delle distanze. Questo pensano, dietro le occhiate furtive e le smorfie di invidia, disgusto, incredulità. Tutti compatti. Quelli che potrebbero gioire per lei. Quelli che potrebbero capire lui. Ecco, stranamente gli opposti, per le cattive inclinazioni, finiscono per tendere alla stessa aspra certezza.
Come se i sentimenti non avessero valore e peso. Come se non fossero potenti e irriducibili. Come se potessero finire travolti dalla prima onda di burrasca.
Lui e lei disperatamente abbandonati. All’enfasi del loro godimento, alla letizia delle loro parole, all’entusiasmo dei loro progetti. E intorno il vuoto. Un baratro, l’amore proibito. Un salto nel buio. Lei ha paura, lui ostenta un coraggio che non ha. Lei soffre, lui nasconde la rabbia. I baci e la tristezza, come le due facce della stessa medaglia. Le voci, dentro e fuori, sono stridule. E il racconto dell’amore non trova armonia, nell’ansia di ciò che è perduto o della lotta che ogni giorno combattono.
Non riescono a comunicarsi lo sgomento. Lasciano che si consumi nella testa, come un tormento intimo ed inesprimibile. Temono di farsi male, di sollevare l’angoscia. Perché capita talvolta di illudersi che il silenzio seppellisca il dramma.
Ma si fanno roventi anche le sospensioni, le emozioni tenute sotto chiave, le tensioni non confidate. E scavano un solco. Un buco che assomiglia a quei vortici sconosciuti che trascinano nella desolazione, nel terrore, nella malinconia.
Non sembra esserci conforto a quel conflitto tra vita e amore. Perché l’una e l’altro non dovrebbero escludersi, mai. Perché l’una e l’altro dovrebbero essere reciproca ragione di respiro. Il sospetto, il dubbio, l’insofferenza sono trappole fastidiose e inspiegabili. Mettono in discussione lui. Mettono in discussione lei. Mettono in discussione l’autenticità di quello che provano. La colpa magari non è nel furore crudele degli altri…Chissà. Quale sorte prevede il Librone della Vita per una lucciola e un principe?
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