Macché biografie e presentazioni. Fateli scrivere, i candidati.
E non solo una firma, ben studiata a tavolino magari.
Righe su righe. Da sottoporre ad analisi grafologica per illuminare i votanti sulla personalità dei potenziali eletti.
Non siamo più al tempo di pennini e calamai ma francamente una bella indagine sulla grafia di politici, politicanti e aspiranti amministratori sarebbe una grande risorsa di conoscenze e una via eccellente per scongiurare spiacevoli sorprese. Tra il serio e il faceto. In punta di penna, è proprio il caso di dirlo, piuttosto che di tastiera. Perché dentro e dietro le parole ci sono pregi e virtù, belle e brutte tendenze. Mettere il naso tra le righe e scovare le inclinazioni caratteriali, le debolezze, le qualità potrebbe rivelarsi molto utile.
L'orientamento ideologico è ormai una sorta di fardello. I programmi sono a sfondo unico: tutto e niente in intreccio praticamente perfetto. Le facce, vecchie e nuove, sono passate almeno dalla sala trucco se non sotto il bisturi. Tanto vale davvero affidarsi a qualche profondità marciando nelle pieghe della personalità. Un valente grafologo può svelarci più o meno tutto sulla natura dei nomi in lista. Basta dargli in mano una lettera scritta di pugno dai signori che osano proporsi al delicato ruolo.
Scherziamoci anche su. Magari aiuta a farne un tormentone.
Ma pensiamoci. Scripta manent. Ecco. Quello che hanno scritto, i cari candidati, potrà essere usato pro o contro di voi. Suona più o meno così. Anche se non ci interessa cosa ma come. Può essere una canzone, una poesia d'amore, un discorso politico. Basta che l'abbiano scritto a mano, con il tratto medio o fine, con la stilografica o un moderno roller.
Non è una sciocchezza. No, non lo è. O almeno non lo è più di ogni altro mezzo di promozione o contrasto, credetemi. Che se di parole dobbiamo perire siano almeno periziate, prima. Che dite, lanciamo l'idea?
Sei tu in foto? Ammazza sei proprio bona Irene
Scritto da: Giovanni | 27/05/09 a 12:52
Hai ragione, Irene. Sarebbe un'idea mica male quella di sottoporre ad un'analisi grafologica i candidati, per costruirne un profilo più completo. L'intelligenza, il senso di responsabilità, le capacità, l'equilibrio...
Però possiamo tenerli ugualmente d'occhio per come si pongono, si vestono, parlano. Quando è possibile, una stretta di mano rivela già molti particolari.
Un caro saluto.
Pim
Scritto da: Pim | 27/05/09 a 13:52
Ottima idea...ma dubito che i nostri amati candidati siano d'accordo...
Un saluto!
Massimo
Scritto da: ilpoeta | 27/05/09 a 22:59
E se non accadesse perchè qualcuno non sa scrivere? Di questi tempi mi pare un dubbio non privo di senso.
luigi
Scritto da: gobettiano | 29/05/09 a 14:54
ireneireneireneirene
(intanto commento qui perchè non riesco ad aprire lo scritto su fb e gli editori)
...fermati!! c'è un miscuglio di inesattezze e imprecisioni, le cose sono molto più semplici e lineari, e soprattutto meritocratiche!
prima distinzione: tipo di opera.
a) narrativa b) tutto ciò che non è narrativa (saggi, etc)
partiamo da b):la saggistica la fanno: 1) gli esperti (storici, scienziati, etc) 2) le persone 'famose' (rientrano qui le barzellette di totti, gli zelig-books, etc)
ma io so che tu ti vuoi riferire ad a), nel tuo discorso, la narrativa
e distinguiamo ancora due obiettivi:
1) farsi pubblicare da un editore serio
2) diventare il caso letterario dell'anno
1) è più facile di quanto tu non creda. fidati. scrivi una bella storia. mandala a case editrici più o meno piccole. ce ne sono parecchie, che lavorano seriamente, che hanno buoni editor. se la storia è bella, ti pubblicano. è il loro lavoro: puntare su un esordiente, scovare il talento. è pieno di esordienti: ci sarà un perchè. case-editrici-serie-medio-piccole. ce ne sono, tante. ma prima è necessario produrre una bella storia. è questo che è dificile.
2) il caso letterario è: a) raro b) indipendente dell'autore. ma converrai anche tu che è nella piena facoltà dell'imprenditore decidere su quali dei cavalli della sua scuderia puntare.
l'editoria, come tutti i settori, è piena di furfanti, che chiedono soldi per la pubblicazione, che non distribuiscono i libri, che prendono soldi pubblici magari per non fare una cippa. ma simili personaggi si eliminano facilmente: basta non rivolgersi a loro. la casa editrice seria, medio piccola, legge e pubblica le belle storie. amen. se poi una storia è bella bella, viene notata. le case editrici grandi cercano libri già pubblicati per acquistarne i diritti. è così.
non è vero che i libri non si leggono. da roma in su le vendite di libri reggono la media europea. il problema è il sud, in cui non si vendono libri. e che pone l'italia agli ultimi posti in quanto a lettura. ma questo è un altro discorso.
irene, ma tu ce l'hai una storia nel cassetto? me la mandi? sul serio
Scritto da: giac | 29/05/09 a 15:51
Marco, stringatissima:
1) so che non è tutto vero quello che credi. Non ho detto penso, ho detto so!
Ora...so.
2)più di una storia, nel cassetto. Ma le ho stravolte. Si, ho deciso di rimaneggiarle (rimaneggiare, che bello) e di spedirle -tempo qualche mesetto se ce la fò- a un editore maxi.
Prima te le manderò, volentierissimo. E le spedirò alla casa editrice solo se me le stroncherai :))))
Bacio
Irene
p.s. ah, una cosa. Farsi pubblicare è più facile di farsi fare adeguata promozione e distribuzione, questo "dettaglio" non l'ho chiarito nel post ma si sa.
Scritto da: irenespagnuolo | 29/05/09 a 17:38
ciao irene!
non ho capito niente del tuo punto 1
:-)
riguardo al punto 2, esistono stroncature oggettive, a prescindere dal gusto personale: esistono storie che funzionano che piacciono, storie che funzionano che non piacciono, storie che non funzionano che inevitabilmente non piacciono, e - raramente, ma proprio raramente - storie che non funzionano ma piacciono (per lo più ad amici, fidanzate, amanti).
nei primi due casi la pubblicazione da parte di una media o piccola casa editrice seria è quasi assicurata.
il problema è che la maggior parte delle storie nei cassetti (tu dici: milioni di scrittori, pochi lettori) sono oggettivamente impubblicabili. perchè il lettore medio non andrebbe oltre pagina 5.
però, siccome uno quando si riceve un commento negativo su un suo scritto cade in depressione perchè è come avessero insultato suo figlio, l'aspirante scrittore non pubblicato si mette a parlare di presunte lobby dell'editoria che farebbero ostruzionismo all'uscita di nuovi talenti. il che è vero operando distinguo: le piccole e medie una bella storia la pubblicheranno sempre.
ciao ciao
Scritto da: giac | 29/05/09 a 18:39
scusa irene, ma se insisto è perchè ci tengo. spero apprezzerai la mia franchezza e non la scambierai per atteggiamenti da professorino che non sono.
prendo il tuo testo:
Ti offrono disponibilità a pubblicare le tue “opere” e ti spiattellano il costo a tuo carico variabile in base al numero di copie che intendi dare alle stampe. Al primo impatto a me questo rende evidente che tu non sei allettante per l’editore, sei solo un flusso di cassa fresco.
IRENE, DIPENDE. E' CHIARO, EVIDENTE, LECITO, NORMALE DIREI CHE QUESTO E' UN SERVIZIO DI MERCENARIATO: NON C'E' LA MINIMA DISCREZIONALITA' QUALITATIVA, E' UN SERVIZIO TIPOGRAFICO PER CHI AMA PUBBLICARE SENZA ESSERE CAPACE A SCRIVERE UNA STORIA. NON VEDO LO SCANDALO: O VUOI DIRMI CHE TUTTE LE STORIE NEL CASSETTO HANNO UN VALORE SOLO PERCHE' SONO STATE SCRITTE?
L’invito su facebook è spalmato generosamente. Non so con quale criterio vengano individuati i potenziali scrittori: per simpatia, per indagine sui sogni o per quale altro strano meccanismo. Ma lasciamo perdere.
CHI PAGA, SE HO BEN CAPITO.
Parallelamente avrete notato che spuntano autori e libri nuovi ogni giorno in numero decisamente rilevante. E non solo. In ogni città aprono molte grandi librerie. Sembra un mercato che non conosce crisi.
E' VERO
In realtà sappiamo tutti benissimo che gli aspiranti scrittori sono una moltitudine ma quelli che vengono letti una limitatissima percentuale.
E' VERO ANCHE QUESTO. MA E' NORMALE, CREDO.
Anche per la casa editrice piccola e sconosciuta è un’ardua avventura approdare sugli scaffali di vendita perché non hanno i grandi nomi che attirano, non investono in pubblicità battenti, non hanno l’asso nella manica.
VERISSIMO.
Ma siamo sicuri che siano alla ricerca dell’autore che faccia schizzare anche loro nelle classifiche di riguardo?
ASSOLUTAMENTE SI. E' L'UNICA VERA MISSION, TANGIBILE, REALE. NON AVENDO IL GROSSO NOME IN SCUDERIA, LA PICCOLA HA SOLO UNA POSSIBILITA' DI GUADAGNARE: SCOVARE IL TALENTO
Insomma, al di là del fatto che è un gatto che si morde la coda la storia dell’autore boom o del libro choc perché in definitiva possono essere riconosciuti solo dopo adeguata promozione che muova molti a leggerli e l’adeguata promozione è nelle possibilità delle grandi case e non delle piccole,
VERO FINO A UN CERTO PUNTO. IL BREAK EVEN POINT LO RAGGIUNGI VENDENDO POCHE MIGLIAIA DI COPIE. DALLE 10MILA IN SU E' CERTO CHE PER QUALUNQUE CASA EDITRICE OGNI COPIA VENDUTA E' ORO CHE ENTRA
c’è pure il vecchio sospeso dei finanziamenti e affini.
Le case editrici devono pubblicare libri, pena il taglio di sovvenzioni varie.
Basta intrufolarsi su facebook, mietere “vittime” e il gioco è fatto.
NON CONOSCO LA SITUAZIONE. CERTO SE FOSSE COSI' SEMPLICE (MI DANNO CONTRIBUTI SE PUBBLICO - CERCO AUTORI - LI PUBBLIO - HO UTILI) NASCEREBBERO MILLE CASE EDITRICI AL GIORNO. ALTRO CHE GALLINA DALLE UOVA D'ORO.
Era così bello illudersi che gli editori fossero imprenditori puri a caccia del talento autentico sinonimo di affare: se sei bravo prima o poi ti notano. Magari non avrebbero mai notato me ma era confortante l’idea che tanti meritevoli colleghi sognatori avessero una speranza degna di essere coltivata.
NON E' COME DICI TU. NON E' COSI'.
Macché. Il “caso letterario” è montato a tavolino da espertissimi e valenti editor, al personaggio celebre che sia calciatore o velina non si nega di certo un bel tomo rilegato perché si sa che và a ruba, qualche buon autore arcinoto che periodicamente presenta il romanzo capolavoro non manca ed ecco completata la vera gamma di punta del settore.
IL CASO LETTERARIO E' UN ALTRO DISCORSO. NON C'ENTRA CON QUANTO STAVI AFFRONTANDO. STAVI PARLANDO DI "PRIMA PUBBLICAZIONE". IL CASO LETETRARIO, PROPRIO PERCHE' E' UN "CASO", HA ALTRE REGOLE D'INGAGGIO.
Tutto il resto è contorno assolutamente fumoso. Non per qualità, sia chiaro. Ma perché così deve andare.
SINCERAMENTE, MI PARE L'UNICO MODO IN CUI POSSA ANDARE. E LA COSA NON LA TROVO FRUSTRANTE. I BIG PUBBLICANO I BIG, LE MEDIE E PICCOLE PUBBLICANO I NON BIG CHE HANNO LA POSSIBILITA' DI DIVENTARLO, UN DOMANI. MAH.
A conferma citavo le librerie che aprono i battenti oggi: enormi, belle, invitanti.
Ma non ci trovate il buon vecchio librario. Sono i mega gruppi a monopolizzare la diffusione. E quindi a orientare le scelte. E quindi a imporre gli autori e le mode.
VERO IN PARTE. PROMUOVONO CIO' CHE RITENGONO POSSA VENDERE TANTISSIMO. CERCANO DI CAPIRE I LIBRI CHE IL PUBBLICO APPREZZERA' DI PIU'. E' COLPA DI MONDADORI SE LE BARZELLETTE DI TOTTI VENDONO 500MILA COPIE, O DI CHI LE COMPRA? IO LETTORE VENGO FOTTUTO UNA, DUE, TRE VOLTE, MA LA QUARTA MI ACCORGO. SE PERSEVERO, EVIDENTEMENTE AMO LE COSE CHE MI PROMUOVONO.
Funziona così. Il martellamento è graduale ma incessante: le donne adorano i conigli nani, lo dice l’inchiesta di pincopalla, le star di Hollywood pazze per il coniglio nano, la foto mostra l’attrice prescelta per portare a spasso il coniglio nano, e via. Fino al libro “Il coniglio nano”. Ovviamente ho scherzato con l’esempio, mi auguro non ci sia davvero un best seller con questo titolo.
QUI, DI NUOVO. DISTINGUIAMO NARRATIVA E SAGGISTICA. SE PARLIAMO DI NARRATIVA, SONO CONVINTO CHE IL PASSAPAROLA NEGATIVO DISTRUGGE OGNI PROMOZIONE. QUELLO DI CUI - MI PERMETTO - NON TI RENDI CONTO, E' CHE IL LIBRO CHE VIENE PROMOSSO (DI NARRATIVA, STO SEMPRE PARLANDO) E' UN LIBRO CHE FUNZIONA, CHE E' BUONO, CHE STA IN PIEDI, CHE PUO' PIACERE O NON PIACERE, MA NON E' MERDA IMPUBBLICABILE. DI CERTO NON SARA' IL CAPOLAVORO DEL MILLENNIO (DIFFICILMENTE CAPOLAVORO = BEST SELLER), DI CERTO E' UN LIBRO IN POTENZA APPREZZABILE DA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE
Può valere anche il classico “the winner is…” insomma se è consacrato autore dell’anno Nonsascrivere, state certi che spopolerà.
NO, NIENTE AFFATTO. CI SONO STATI FLOP LETTERARI PAZZESCHI, CHE PAREGGIANO CON I MIRACOLI DEL PASSAPAROLA (LIBRI NON PROMOSSI CHE SONO ARRIVATI A 50MILA COPIE, E POI A QUEL PUNTO E' PARTITA LA PROMOZIONE DI MASSA CHE LI HA SPINTI A 500MILA)
D’altra parte non siamo un popolo di lettori, acuti, agguerriti, esigenti, rivoluzionari.
NO, CIOE': E' UNA TUA OPINIONE, CHE RISPETTO, MA NON E' COSI' VERO. L'HO GIA' DETTO: DA ROMA IN SU SIAMO OLTRE LA MEDIA EUROPEA.
Già che si legga è cosa grossa. E se stimate il numero di lettori e libri/anno vi accorgete che sono esattamente il numero sfornato dai maxi editori. L’autore contattato su facebook venderà ad amici e parenti, porta a porta ai vicini di casa o ai colleghi di lavoro. Al massimo. Perché per lui un posticino, pure impolverato e buio, in libreria non c’è.
NON C'E' SE SCRIVE UN LIBRO DI MERDA, SE SCRIVE UN BEL LIBRO C'E'. E NON E' UN'OPINIONE.
Perché il buon vecchio libraio che ci poteva provare e osava è estinto, ucciso dal mercato.
Il problema è dei sognatori? No, noi custodiamo il sogno nel cassetto e pazienza.
E FATE BENE, BENISSIMO.
Il problema è del “sistema”, eccolo che torna, puntuale.
E' CHIARO CHE CON LE PREMESSE SBALLATE, LA CONCLUSIONE LO SIA ALTRETTANTO
:-)
Il problema è di una società che consente questo. Che senza neanche accorgersene si lascia incatenare pure quando spende soldi per acquistare un libro. E così presto saremo tutti, se già non lo siamo, omologati, stropicciati, atrofizzati.
QUESTO NON DIPENDE DAL MERCATO EDITORIALE
Dimenticavo un atroce dettaglio. Temo ci siano pure semianonime case editrici appendici di ambientini loschi e criminosi: quelli si propongono via mail, in verità, in un idioma che definire lingua italiano è barbarie, con scintillanti promesse infarcite di errori grammaticali. Ma, udite udite, non chiedono cash.
E BEH, ANCHE IL MIO GIARDINIERE E' UN COCAINOMANE, MA NON DIPENDE DAL SUO LAVORO
(PS. NON HO NESSUN GIARDINIERE, OVVIAMENTE)
Non sono tempi allegri.
NO, MA SE SCRIVI UN BEL LIBRO QUALCUNO SERIO CHE TE LO PUBBLICHI LO TROVI. FIDATI.
CIAO
:-)
Scritto da: giac | 29/05/09 a 19:01
Marco vorrei chiarire (non per te ma per tutti) che io non ho mai tentato l'avventura. Non ho mai spedito un racconto, un libro, una riga a un editore. Mai. Quindi non ho ricevuto rifiuti. Quindi potrei essere un'aspirante non legittimata a lagnarmi perchè non ho le prove di lobby che sbarrano il passo a talenti sconosciuti. Che poi io potrei semplicemente non avere alcun talento letterario è altra storia, s'intende.
Ma è proprio per questo, Marco, che parlo ora. Dopo i rifiuti tacerò. Ora parlo perchè so. Non hai capito il punto 1) perchè non posso spiegarti cosa, come e perchè so...ma so che certe cose scritte nel post sono esattamente così. Dopo, pur sapendo, non lo farò più. Perchè mi conosco, giac. Troppo bene. E il rifiuto a me non lo leggerò mai come la porta sbattuta in faccia perchè non sono nel giro giusto. No. Allora crederò solo di averlo meritato.
Punto.
Premesso questo che è direi piuttosto importante posso aggiungere che come sempre muovi rilievi giustissimi ed è evidente che cogli nel segno quando dici che non è colpa degli editori se piacciono le barzellette di Totti. Ma d'altra parte non contesti la mia affermazione sui lettori? Non ho poi così torto se dico che non siamo acuti, agguerriti, esigenti, rivoluzionari...
E poi le grandi librerie sono concentrazioni di alcuni grandi editori. Non è che prendono il libro bello dell'editore sconosciuto, a me non risulta. Anzi, mi risulta proprio che si rifiutano.
Io avrei visto bene Zuppa Inglese in qualche mega libreria ma non mi sembra, almeno nella piazza che conosco, che sia andata così. E con questo l'amicizia non c'entra. Sai che mi è piaciuto onestamente moltissimo.
Ormai le nuove, belle, ammiccanti e luminose sono praticamente punti vendita diretta degli editori. Il vecchio libraio forse teneva un pò di tutto e tutti, loro no Marco.
A me incuriosisce sempre molto il dialogo tra noi su questo tema. E sfrutto adesso ogni momento, ogni occasione. Dopo, ripeto, chiuderò la parentesi. Ma intanto -forse non ti è chiaro ma è così- godo a raccogliere la passione con la quale affronti la questione. Può darsi che ogni volta ricasco in questo ambito perchè ho bisogno di carica...
E mi arriva.
Perchè, nonostante tutto, voglio davvero fidarmi di te.
Grazie :-)
Irene
p.s. comunque io non ho fan quindi le stroncature sono meglio del silenzio :)))
Scritto da: irenespagnuolo | 29/05/09 a 21:09