Una volta si diceva “metti i soldi in banca”. Oggi è di gran lunga più corretto dire “perdi i soldi in banca”. Non parlo di investimenti ma di puro deposito. Perché a vedere l’ombra di un interesse attivo ci siamo disabituati ma ci saremmo augurati di ritrovare più o meno intatto il microscopico gruzzolo, almeno. Macché.
Se lasciamo in banca una piccola somma in conto corrente nel giro di qualche mese si volatilizza. Imposte di bollo, spese invio estratti nonché commissioni per ogni respiro e costi fissi se ci permettiamo di avere a disposizione bancomat o carta di credito.
Una custodia molto onerosa, ecco. Insomma forse per non lasciarli sotto il materasso temendo l’assalto dei ladri non facciamo altro che rinviare di poco la perdita. Non finiranno nelle tasche dell’autore di un furto domestico ma andranno comunque in tasche altrui. Usciranno egualmente dal nostro portafogli, non c’è dubbio.
Altro che rischio azionario, questo è rischio bancario allo stato puro. Le banche sono eleganti predatori. D’accordo, è il loro mestiere, ci ripetiamo da quando le conosciamo. Ma oggi è soffocante questo artiglio.
Perché da troppo tempo abbiamo omesso di considerare che avendo poco o nulla in termini di ricchezza potremmo benissimo convivere con il pericolo assalto in casa per pochi spiccioli. Il Grande Ladro da casa nostra non passerà, poco attraente com’è. Il Piccolo Ladro, definiamolo il disperato, se proprio dovesse farlo lo farebbe comunque facendo razzia di qualche ricordo d’oro, di un computer mezzo funzionante, di un cellulare senza mercato o di ogni altro articolo a portata di mano e mettendo in panico totale le quattro mura. Insomma perderemmo più in tranquillità che in denaro contante, quello ben riposto nella terra di un vaso di gerani sfuggito al suo reato.
Ma ci hanno incatenati agli sportelli della signora banca in ogni modo. Con il comodissimo servizio di home banking, con la domiciliazione delle bollette. Con lo stipendio accreditato in conto. E soprattutto con le dannatissime rate. Provate ad avere anche il più insignificante finanziamento e vi accorgerete del salasso. Magari movimentate un conto solo per mantenere il flusso di versamento delle rate mensili eppure a fine anno se fate i conti avrete versato somme di rilievo per una serie di addebiti, extra importo di rimborso pattuito.
Avere un conto in banca quindi, anche se è solo perché è acceso un mutuo o un prestito personale, è un lusso. E lo è anche chiuderlo: se sul nostro conto corrente restano una manciata di euro possiamo evitare di pensare di rientrarne in possesso, le spese di estinzione spesso superano il nostro magro credito e con quel che tocca pagare per dire addio al gentile impiegato chiamato a compiere l’operazione dovremo aprire la borsa e aggiungere qualche soldo.
Tempi di crisi. Tempi di colpe diffuse. Tempi di voglia matta di una decrescita davvero felice. Meglio tornare a fare le code per le bollette da pagare, a stringere cinghia, ambizioni e desideri pur di non indebitarsi. Meglio divedere il possibile con il disperato affinché non metta a ferro e fuoco la nostra dimora inutilmente. Meglio lasciare le banche ai ricchi, come in definitiva è ovvio che sia.
Avere un conto in banca è come avere un conto in sospeso che alita quotidianamente sul nostro collo già scricchiolante.
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