Più insistenti e fastidiose che mai. Imperversano con il loro subdolo mercato.
Esercitano l’attività di telemarketing. Qualcuno con la voce mielosa e flebile di chi invoca la pietà di un si, qualcuno con la pretesa che la sua rabbia e il suo bisogno debbano trovare disponibili e felici risposte e altri con la spocchia da professionisti.
I call center non chiudono, eccoli in pista con le loro squadre di telefonisti che si intrufolano nelle case. Perché?Forse perché a tenerli attivi pare quasi che ci siano più occupati. Magari precari e poco pagati ma comunque occupati.
D’altra parte il call center assomiglia ad una sorta di lavoro d’ufficio: non è un mestiere faticoso, che sporca le mani e fa fare levatacce al mattino. Hai quasi una scrivania, insomma! E per molti ragazzi, ammettiamolo, è meglio uno straccio di posto in un call center con una cornetta rovente e tante delusioni all’orecchio piuttosto che in un cantiere con una cazzuola o in una sartoria con un ago.
Togliersi i pantaloni D&G per indossare una tuta fa arricciare il naso ancora a molti. Troppi, direi.
Eppure stanno tornando di gran moda, perché talvolta la necessità diventa virtù, la manutenzione, la riparazione, il rammendo. A breve trionferanno nuovamente le mani. E’ vero che il lavoro scarseggia. Ma negli ospedali l’opera manuale serve ancora. Così come è richiestissima nelle case di anziani e malati. E come è preziosissima in laboratori e piccole officine che diventano indispensabili per conservare, riattivare, sistemare tanti oggetti che non buttiamo più.
Ai giovani mamma e papà dovranno smettere di insegnare che è fondamentale aspirare allo sportello di banca, a qualche stanza dei pubblici bottoni, a qualche comoda sedia. O peggio ancora a qualche posto al sole in tv o al cinema o sulle passerelle. Carissimi, non c’è spazio per tutti. E l’aria che tira non è proprio florida.
E’ altamente probabile che si profileranno nuove stagioni anche per i campi o per gli specchi d’acqua pescosi. E comunque se saprete riparare una tapparella rotta, cucire un orlo o attaccare bottoni, rimettere in funzione un elettrodomestico, rifare le suole alle scarpe avrete qualche speranza di impiego in più rispetto a chi rimane in coda al call center per un contratto di qualche ora per pochi spiccioli.
Bisognerà smanettare con la stessa abilità che dimostrate quando digitate in tempi record un sms sul cellulare. Metterci ingegno e impegno. Sarà bello scoprire che i muscoli si possono usare anche fuori dalla palestra.
Presumo non resteranno chini a raccogliere pomodori solo gli extracomunitari. E probabilmente in qualche cucina a fare delizie, a pelar patate o a lavare piatti torneremo a vedere qualche volto di casa nostra.
Carissimi operatori di call center non voglio riferirmi a voi con cattiveria. Anzi. Avvezzi come siete stati a considerare quasi un disonore l’uso sano, proficuo, creativo delle braccia non avete forse grandi colpe. Seguite ancora le ambizioni che in qualche modo qualcuno vi ha messo in testa come giuste e intoccabili. E potete anche non fermarvi a riflettere, non cambiare idea. Ma così dovrete rinunciare a lamentarvi domani.
Una sola cosa vi chiedo. Qualora vi vedeste un giorno costretti a rivolgere domanda di lavoro in qualche sopravvissuta fabbrica, in un bar, in un caseificio o magari alle aziende che curano la nettezza urbana ricordatevi di omettere l’esternazione della vostra prima esigenza: un orario di lavoro diurno e feriale. No, ragazzi, qualcuno lavora di notte, all’alba, di domenica e perfino nel “sacro” sabato sera.
E a coloro che chiamano me da un call center diramo una comunicazione importante e categorica. Non telefonatemi di sabato mattina in quelle due rapide orette in cui ricoprite il vostro ruolo impiegatizio: io dormo, accidenti. E con un sorriso rinfranco tutti: una laurea in tasca è un solido piacere per la mia cultura ma non impedisce alle mie mani di produrre entusiasmanti risultati. Che serena stanchezza!
diramo anch'io la tua stessa comunicazione...:)
Scritto da: francesca | 23/02/09 a 12:45
Ciao Irene!
Sapessi quanto mi danno fastidio tutte quelle telefonate. Non so perche, ma non mi sono ancora incluso nella lista "Do Not Call".
Guardavo qualche settimana fa un programma in TV e alcuni laureati e laurendi esprimevano invidia e ammirazione per gli amici che avevano scelto di fare l'idraulico, il tecnico di computer, di riscaldamento e aria condizionata, come dici tu di avere scelto lavori manuali, lavori che portano guadagni piu' alti
di quelli che richiedono la laurea.
Ciao e buona settimana,
Giuseppe
Scritto da: giuseppe | 23/02/09 a 15:17
Ciao Irene,
che dormiglioni che siamo!
Un saluto...
Massimo
Scritto da: ilpoeta | 23/02/09 a 22:16
Massimo io al bar faccio le ore piccole, avrò ben diritto a qualche oretta di sonno no?!
:)
ciao, buona serata :)
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 23/02/09 a 22:38
Bene Francesca, l'unione fa la forza!
Scritto da: irene spagnuolo | 23/02/09 a 22:39
Ciao Giuseppe buonissima settimana anche a te.
E grazie!
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 23/02/09 a 22:40
Sovente nei call-center lavorano laureati, diplomati che non aspiravano certo a fare i venditori telefonici.
E' ripresa la vendita telefonica e la possibilità indiscriminata di telefonare a chiunque per una norma recentemente approvata. Purtroppo.
luigi
Scritto da: gobettiano | 24/02/09 a 09:32
Questo è il punto, Luigi.
Non aspiravano a lavorare in un call center, i laureati e i diplomati. Ma troppo spesso preferiscono quello a qualsiasi lavoro più "vero" ma meno "comodo". Ammettiamolo...altrimenti non cambiamo più, alla faccia di tante belle idee e tanti sogni :)
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 24/02/09 a 10:57
Quanta verita' in questo tuo post.
"E con un sorriso rinfranco tutti: una laurea in tasca è un solido piacere per la mia cultura ma non impedisce alle mie mani di produrre entusiasmanti risultati. Che serena stanchezza!"
Parole sante.
Credo non ci sara' alternativa, in un futuro molto prossimo, al lavoro manuale, se si vorra' andare avanti.
Scritto da: cenerentola | 24/02/09 a 18:04
Gentile signora,
ho segnalato il suo articolo a tutti i miei colleghi di call center...da tempo,infatti,non ci capitava di leggere un simile cumulo di luoghi comuni e snobbismo verso un'intera categoria di LAVORATORI.
Gentile signora...che dire?
Sà...NON SI SCEGLIE di ripetere,per ore ed ore,le stesse identiche cose dentro ad un microfono,per poi tornare la sera a casa con il mal di testa e gli occhi gonfi...e con un continuo senso di sconfitta e fallimento che aleggia sopra la testa....sà...quella cosa chiamata paura del futuro??Mai sentito parlare??
NON SI SCEGLIE di dover "importunare" la "brava gente" come lei,per cercare di venderle o di comunicarle qualcosa.
NON SI SCEGLIE di stare seduti ad una scrivania che NON è una scrivania,ma un LOCULO,e di stare sotto pressione perchè si deve fatturare un tot in un tot di tempo.
NON SI SCEGLIE di essere PRECARI.
Mi creda,gentile signora,
anche noi laureati e diplomati avremmo piacere di usare le mani,o di lavorare in un supermercato..ma non ci viene permesso,perchè il mercato del lavoro,in molte città,offre solo ed ESCLUSIVAMENTE la prospettiva lavorativa del call center...ed ancora GRAZIE!!!!!sì..ancora GRAZIE,perchè il pane ce lo dobbiamo COMUNQUE guadagnare...e noi,a differenza di molti,non rubiamo nulla a nessuno...e siamo gente per bene che cerca di sopravvivere.
E siccome,noi,scocciatori telefonici,per campare,non scriviamo sui blog...ops...ci tocca accettare di fare qs lavoro..e cerchiamo di farlo nella maniera più ONESTA e DIGNITOSA possibile,anche quando,dall'altra parte della cornetta,troviamo "brava gente" come lei.
Saluti,gentile signora...le auguro di lavorare presto in un call center.
Scritto da: molestatrice telefonica | 24/02/09 a 21:14
Gentile molestatrice telefonica non campo scrivendo su un blog gratuitamente. Io, laureata, lavoro felicemente con le mani e NON CONOSCO LUOGO AL MONDO DOVE ESISTONO OPPORTUNITA' DI OCCUPAZIONE SOLO IN UN CALL CENTER....!
Conosco persone che cercano badanti, addetti alle pulizie, lavapiatti, camerieri, turnisti in caseificio.....Se le interessa sarà mia premura comunicarle i contatti.
Con i miei migliori auguri per un lavoro lontano mille miglia da un call center la saluto
cordialmente
Irene Spagnuolo
p.s. io ho un nome e un cognome e lei?
Scritto da: irene spagnuolo | 24/02/09 a 21:23
gentile signora non si sceglie di lavorare in un call center-- ho 49 anni da qualche giorno e mi sono ritrovata nel mese di marzo 2008 senza lavoro perso dopo 30 anni di onesto lavoro secondo lei che piacere ho io a ripertere per 6 ore le
stesse cose inoltre le posso dire che nel call center dove lavoro io ci sono tanti tanti giovani quasi tutti universitari o laureati alcuni in medicina ci trattano bene ovviamente ci retribuiscono anche bene ma certamente dopo 30 anni di lavoro aver perso il posto lei pensa che io per una brutta deficente di sostituta del mio medico che ha dichiarato di non comoscermi ho perso il lavoro alle poste italiane ho presentato ricorso ma forse lei signora non immagina i tempi della burocrazia italiana faccio prima e spero che sia così a fare gli anni che mi restanofuori e andare in pensione io ha 49 anni di età ho quasi 34 anni di contributi quindi lei che parla a fare per dare fiato alle trombe o perchè non ha nulla da fare gli operatori del call center non molestano nessuno io non so lei in chi si è imbatutta... spero che perda come me il posto di lavoro e si ritrovi senza stipendio e senza neanche il lavorodel call center ... buona serata signora
Scritto da: granata | 24/02/09 a 21:55
visto che lei offre lavoro a tutti e da pochi giorni anche la ditta dove lavorava mio marito ha chiuso licenziando 13 lavoratori padri di famiglia mi trovi un lavoro per mio marito disoccupato a 42 anni ma lei si rende conto di di quelloche dice ...e che scrive soprattutto laureata di che... mi faccia il favore viva la realtàm ci sono padri di famiglia che non sanno come fare trovi lei il lavoro a mio marito e anche decoratore con partita iva ma ora abbiamo la concorrenza dagli stranieri che mi dice
Scritto da: granata | 24/02/09 a 22:00
Io sono buona granata e non le auguro di perdere lavoro e stipendio come auspica gioiosamente per me (cosa peraltro che mi è ben nota) ma di trovare una serena e produttiva occupazione fuori da un call center.
Irene
Per tutti:
ma davvero non fa comodo ad alcuno LEGGERE davvero (insomma comprendere il senso di ciò che si legge) o il cervello collettivo è davvero stato frantumato da qualche schiacciasassi?
Sono sbalordita :(
Scritto da: irene spagnuolo | 24/02/09 a 22:03
Granata per sua fortuna non sono l'ufficio di collocamento. Altrimenti le avrei proposto un posto di addetta alla pulizie e non un telefono in un call center.
Per quanto riguarda suo marito mi spiace davvero. Ma mi spiace di più che lei non abbia compreso il senso del mio post. Purtroppo sono in pochi quelli che vogliono ammettere che siamo anche noi artefici di questa tremenda realtà.
E non le giunge chiaro che non le scrivo da qualche comoda poltrona in pelle umana, gentile granata.
Qui, sul fronte, si guarda in faccia la verità. Piaccia o meno :)
Un cordiale saluto
Scritto da: irene spagnuolo | 24/02/09 a 22:08
Signora Spagnuolo,
non è necessario che io abbia un nome ed un cognome...
del resto,io non valgo nulla...sono solo una molestatrice telefonica che disturba la brava gente...!
Il mio nome è quello di tutti i poveri cristi come me,che fanno gli operatori telefonici per guadagnarsi in modo dignitoso ed onesto il pane.
Noi non facciamo nulla di male...LAVORIAMO...
lei invece si permette di sputare sopra un'intera categoria professionale.
Sà.......non sò dove vive lei...ma dove vivo io c'è una cosa chiamata CRISI...ed inoltre,è più facile che,altrove, assumano un extracomunitario che un diplomato o un laureato italiano...sono le cose della vita...che ci vuole fare!
Ma si vede che lei ha avuto la fortuna di NON fare anticamera nelle agenzie interinali come noi.
Ringrazio il mio posto di lavoro,perchè,comunque,è un posto di lavoro.....
peccato che dobbiamo pure venire disprezzati per quello che in sorte,ci è toccato di fare.
Acora saluti,definitivi.
Buone cose.
Scritto da: molestatrice telefonica | 24/02/09 a 22:08
Meno male che sono saluti definitivi, molestatrice telefonica. Adoro il confronto ma solo con chi vuole davvero leggere per capire...e con chi ha un nome e un cognome.
Buone cose anche a lei.
Irene
AI MIEI LETTORI NON OCCASIONALI:
Qualcuno adesso capirà perchè parlo di deriva umana, culturale, sociale...
Ciascuno guarda, legge, ragiona proprio con il paraocchi di quei "comodi principi" con i quali per decenni ci hanno fatto il lavaggio del cervello.
Guai a parlare di mani!
Cari saluti
Scritto da: irene spagnuolo | 24/02/09 a 22:16
Non mi sembrava in realtà un attacco alla categoria degli operatori dei call center quanto piuttosto uno "spunto" di riflessione su alcun distorte visioni che attualmente ci vengono passate dalla società di oggi...ma potrei sbagliarmi.
Scritto da: Andrea | 24/02/09 a 23:36
Non ti sbagli :))
Scritto da: irene spagnuolo | 24/02/09 a 23:41
gentile signora Spagnuolo,
devo dire che anch'io -fedele lurker -sono rimasta un po' infastidita dal tono del suo post.
non lavoro (ancora) in un call center, ma una mia cara amica lo fa e le assicuro che ha anche cercato, prima, impieghi più "manuali" e meno molesti, senza trovarne.
anch'io mi irrito quando ricevo telefonate importune, ma penso a lei e cerco di essere comunque gentile: credo che nessuno faccia davvero quel lavoro per scelta.
e forse, se tante persone non capiscono il significato del post, questo significato non è esposto abbastanza chiaramente...
cordialmente, eleonora
Scritto da: eleonora | 25/02/09 a 08:18
cara spagnuolo,
concordo con eleonora sul fatto che sia il tono del suo post a essere fastidioso, e che se qualcuno che lavora nei callcenter si è sentito ferito un motivo ci sarà, non credo siano paranoici. lei in questo post, con il sarcasmo saccente, comunica disprezzo nei confronti di queste persone, e li chiama molestatori: io penso che ce ne sia abbastanza per offendersi, giustamente, mentre lei non prende minimamente in considerazione l'ipotesi di aver sbagliato qualcosa: "sono gli altri a non capire" (e li liquida con sufficienza senza neanche replicare)... ne è sicura? dice così anche berlusconi...
lei in questo post denigra con sarcasmo non dei "molestatori", ma delle persone che stanno lavorando - ossia LAVORATORI - che in questo momento di crisi hanno magari solo quel lavoro (io ho una sorella e un amico in un callcenter che è in crisi, e che forse li licenzierà: pensa siano contenti di ciò, pur sapendo che non è il massimo del lavoro? io, ancora, non avevo sentito gente disprezzare e denigrare dei LAVORATORI, che pur fanno un lavoro forse "brutto" e scomodo. lei è di sinistra? spero di no.
e lei dimostra anche di essere perfetta interprete di quella società contemporanea che tanto denigra: una società viziata, che se perde tempo a lamentarsi di dover rispondere a telefonate non richieste per pochi secondi ogni tanto, è veramente messa male. una società che ha perso di vista le cose più importanti, come dimostra lei col suo post: pensa che sia una cosa importante quella di subire una "molestia" telefonica pensando che c'è gente che lo fa per necessità e che non è magari contenta di farlo? non le pare un disprezzo, questo? io, quando ricevo quelle chiamate, rispondo cortesemente che non sono interessato, e non vado certo poi a lamentarmene... invece di prendersela coi pesci grossi, se la prende coi pesci piccoli, tipico delle persone di piccola levatura e con mancanza di sensibilità e empatia (anche se nel suo profilo si dice da sola di averla, la sensibilità): forse con questo suo blog vuole fare analisi sociologica pensando a pasolini? i risultati sono imbarazzanti: per lei.
Scritto da: piero | 25/02/09 a 08:52
Eleonora spero di cuore che la colpa sia della infelice esposizione. Davvero. Mi auguro di non scrivere in modo chiaro.
Altrimenti sarebbe davvero il segnale non di una deriva ma di una disfatta culturale totale e irreversibile.
Cordialmente
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 25/02/09 a 08:53
Piero se dovessi spiegare l'ironia del titolo...beh, smetterei di scrivere.
Ho già risposto ad Eleonora. Mi auguro le basti. Non me la prendo, non me la sono presa, non me la prenderei mai con i LAVORATORI.
Però, per cortesia e per la sensibilità che dimostra, rilegga il post. Magari io sono poco chiara e scrivo male...non ho alcun problema ad ammetterlo, mi creda. Ma molti non leggono o non capiscono ciò che leggono.
E' vero: sono imbarazzata dai risultati. I pochi che forse hanno le chiavi per intendere nicchiano, girano al largo. E sa perchè? Perchè è sempre scomodo analizzare davvero i mali nostri e della nostra società in crisi umana e intellettuale.
Cordiali saluti
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 25/02/09 a 08:58
A nessuno viene in mente che ci siano lavoratori vittime di un sistema che genera falso lavoro, falsi sogni, falsi diritti ?
Possibile che lavare i piatti onestamente sia davvero così "umiliante"? Non è più offensivo, mortificante, umiliante appunto, rinunciare alla dignità di persone pensanti in virtù di immagini, modelli, idee inculcate ad arte nell'immaginario collettivo?
Scritto da: irene spagnuolo | 25/02/09 a 09:02
Mi pare che le osservazioni sull'intollerabile insistenza dei call center siano corrette.
Comprendo anche il risentimento dei lavoratori di questa proiezione psicologica collettiva, personalmente per non farmi disturbare tropppo cerco di non trattarli male. E ricorro regolarmente al Garante della Privacy.
La Privacy è un bene troppo prezioso, un ricorso al Garante costa solo 150 euro (è nulla rispetto alla libertà di dormire senza staccare il telefono, di sabato) e soprattutto agisce alla radice del problema: le aziende e NON gli addetti ai call-center.
Ho anch'io un nome, un cognome e un numero di telefono. Li uso regolarmente. Pur rispettando l'anonimato, mi sembrano ridicoli i vari "Coccolina" "Zampettina" "Piccola Milly" e via nicknamando che pretendono di farsi ascoltare con le loro critiche distruttive in casa altrui.
Scritto da: Valerio Di Stefano | 25/02/09 a 10:55
Gentile Valerio oltre ad essere elegantemente civile mi pare lei sia persona di buon senso e...buona lettura.
La ringrazio
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 25/02/09 a 12:14
A mio avviso lei offende gli operatori di call center..........e LORO non hanno capito???e li tratta anche come dei poveri imbecilli???
Che presunzione
Scritto da: marianna del vecchio | 25/02/09 a 12:22
Gentile Marianna...e' questione di "avvisi". A suo avviso li offendo. A mio avviso cerco di suggerire un modo diverso di ripensare alla nostra vita in questa società delirante :)
Grazie dell'intervento.
Per la prima volta nella vita "conquisto" anch'io il titolo di presuntuosa...
Che emozione.
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 25/02/09 a 12:56
Non so come funzioni in Italia, ma qui chi ha certi lavori, lo fa per sopravvivere e anche malamente..li pagano o ad ordine acquisito o a minuti di connesione...Io ho un modello, li lascio parlare da soli per 3 minuti, a volte basta per che siano pagati, anzi gli dico ti do tre minuti, prenditi un caffe. lo so che è una scocciatura, ma il mondo del consumismo è una scocciatura maggiore..diamo a questa gente una chances.
Scritto da: nico fre | 25/02/09 a 15:27
Nico perdonami ma sono esausta...non ce la faccio più a ripetere che non è questo il senso del post.
Ciao, al prossimo argomento!
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 25/02/09 a 18:53
Cari telefonisti, una cosa sola vorrei chiedere: che colpa ne hanno le persone che voi perseguitate della vostra situazione lavorativa?
Scritto da: Marco | 25/02/09 a 19:48
Brava Irene, sei stata fin buona, io con sta manica di falliti truffatori in cerca di pensionati e casalinghe da turlupinare sono più drastica.
E non credere alla palla che lo fanno perché ne hanno bisogno: sono tutti bamboccioni che vogliono farsi quattro soldi per andare in discoteca e comprarsi le nuove magliette.
I post dei poveri digraziati in difesa dei call center puzzano di falso lontano un miglio: se hai bisogno di soldi per mangiare vai a fare le pulizie, come dici tu, non a lavorare in un call center.
Ma sai una cosa? Guai ad avercela con loro, perché loro lavorano!!!! Si ripassino il codice penale, capitolo molestie e la piantino di raccontare a loro stessi e agli altri delle palle.
Io sono una laureata che si è rimessa a studiare per evitare i call center e che laverebbe i cessi comunque piuttosto che molestare e truffare la gente.
Scritto da: Elena | 20/08/09 a 20:59
Elena siamo d'accordo!
E infatti, hai ragione, guai ad avercela con loro...sembra che manchiamo di rispetto ai "lavoratori" e al bisogno. Se non usciamo da questa assurdità peggioreremo la situazione e il costume dei giovani.
Ciao grazie della visita e dell'intervento...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 20/08/09 a 22:04