Il parallelo può sembrare scabroso o grottesco o provocatorio.
Ma infine se assumiamo il valore della tolleranza come riferimento il titolo si presenta decisamente pertinente!
Le trasformazioni sociali hanno segnato il declino del modello patriarcale e il trionfo di una famiglia tradizionale ma nucleare. E’ stata poi la volta dei nuclei familiari composti da una sola persona: single per scelta, per caso, per separazione dal coniuge.
Progresso ed evoluzione del costume hanno reso assolutamente ordinario che i giovani si staccassero dal nido d’origine non solo per approdare ad una nuova dimora con il partner e con eventuali figli ma anche per godersi da single maggiore indipendenza.
Addio alle grandi case che accoglievano varie generazioni e plauso all’autonomia. Ciascuno nella propria residenza, accidenti! Pazienza se poi le famiglie sono diventate allargate e quindi occorre relazionarsi in un intreccio di ex, attuali, figli di uno, figli di entrambi, annessi e connessi. Ma guai ad ipotizzare convivenze di antico stampo: orrore una suocera nella camera accanto!
D’altra parte, diciamocelo, c’erano anche le risorse per farlo. E infatti tutto si è dilatato, moltiplicato. Ogni famiglia registrava almeno due auto, se c’erano figli patentati diventavano tre o quattro…Ciascuno era dotato di cellulare perchè un telefono fisso per tutti era decisamente impensabile.
Quando si è profilata l’epoca dei “bamboccioni”, quelli che restavano volentieri a casa con mamma, papà e sorellina scocciatrice si sono levate grida di scandalo: è ora che usciate dal guscio, che abbandoniate l’ala protettrice della chioccia, che impariate ad affrontare da soli il cammino dell’esistenza!
Ma forse avevano ragione loro, i bamboccioni o presunti tali. Quelli che sulla pelle sentivano già i brividi della precarietà, la paura di mettere il piede nella giungla o la saggezza di non lanciarsi in volo senza paracadute.
Infatti oggi con la crisi economica che alita sul collo si fa marcia indietro.
Si accetta volentieri l’ospitalità nella vecchia casa di famiglia, si riscopre il tepore affettuoso della pensione dei nonni, si cercano con grande attenzione forme di condivisione delle spese. Si uniscono le forze…sotto lo stesso tetto.
E necessariamente si spolvera la tolleranza. Dal bisogno alla virtù il passo può essere breve, insomma.
L’urgenza non lascia grande spazio alla difesa oltranzista della conquistata privacy, di quella dispersione che faceva sgretolare i focolari ma illudeva di benessere. Suoceri, genitori, figli, nipoti ritrovano l’armonia dell’economia…E sfoderano l’arte della pazienza.
L’orizzonte porta alloggi densamente popolati. Le nuove case di tolleranza!
Inutile negare che ogni “passo indietro” strangola speranze e sogni, forse fa serpeggiare qualche sconforto e riporta in auge il quasi sepolto uso al sacrificio. Ma anche questo, badate bene, potrebbe essere solo un condizionamento culturale.
Abbiamo voluto troppo, forse. A qualsiasi costo, in verità.
Anche sfilacciando la capacità e la voglia di stare insieme abbiamo creduto di abbracciare l’evoluzione. Ma il rovescio della medaglia è l’impoverimento, umano e delle tasche. Direi che è piuttosto evidente.
Magari il tilt giova a riabituarci al calore del gruppo. Grandi tavolate, grandi litigate, grandi risate. Scambi e confronti. Chissà.
Comunque la pensiate, che sia brutta o buona notizia, dovrete forse farvene una ragione. E allora vale la pena di concentrarsi subito sui possibili risvolti positivi concreti: cucina buona dei vecchi, qualche buona stiratura, compagnia assicurata, soldi risparmiati e tante ansie in meno a fine mese…
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BELLO, adesso typepad si è accorto di me ma mi ignora Wikio!
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