Che se non scongiura ogni male ostinatamente continua a provarci. E che lavorandoci intorno comunque lo deforma.
Non si insinua come una cerniera fluida tra prima e dopo ma scava un solco, segna un tempo, scandisce una distanza, fa suonare forte le campane.
Io leopardianamente affezionata alle vigilie, con il loro carico di sogni, attese e fantasie, mi ritrovo oggi frastornata e assorta a superare indenne il passaggio…
Nonostante il languore dell’economia sfibrata e del morale fiacco i giorni che precedono il Natale fanno schizzare la frenesia: nelle aziende piegate dalla scarsità di commesse, che improvvisamente scoprono di avere una manciata di ordini da evadere assolutamente entro il 24 dicembre, negli uffici dove regna una placida indolenza collettiva, che prima della grande festa si trovano tutti punti da uno zelo nervoso e infastidito per quelle pratiche da sistemare prima delle agognate vacanze, nelle famiglie impoverite dalla crisi, nelle quali ancora si fatica comunque ad abbandonare il mercato dei doni, nelle agenzie viaggio o nei locali dove non regna un’atmosfera idilliaca ma che nei dintorni di Natale raccolgono ancora speranze e bisogni impellenti di “evadere”….
Nei negozi si raccolgono le forze per vendere tutto il vendibile prima del Grande Giorno con i pensieri già riposti nel riposo che verrà. E le strade si fanno strette tanto si allarga il flusso di agitazione generale.
Uno squarcio, ecco. Natale è uno squarcio nel cielo. Il sole che fa capolino d’un tratto nel grigio o una nuvola nera che oscura tutto.
Una scarica di adrenalina prefestiva e poi una macchia d’inchiostro che schizza sul calendario e corre fino a Capodanno, almeno. Più facilmente fino all’Epifania. Perché anche le piccole parentesi feriali sono trascinate in una dimensione di sospensione, come se lavoro e normalità fossero tenuti a mala pena sui binari, come se le bollicine dei brindisi stordissero tutti, come se un’atmosfera surreale trasportasse tutti su un carrozzone da circo.
E vengono già i brividi a pensare agli esordi del nuovo anno. Con il lamento stridulo di chi non si è rilassato abbastanza, l’onda salutista di chi deve smaltire le abbuffate, la noia di chi ha trascorso le solite feste incatenate nelle convenzioni, lo sdegno di chi ha visto il programma rovinato da qualche grattacapo. E l’immancabile urlo di chi si ripromette di archiviare per sempre la follia natalizia, dimentico di aver ripetuto vanamente lo stesso proposito ogni anno.
Chi sbuffa perché riprendono i ritmi consueti, chi scalpita perché ha patito l’inferno di una logora e forzata maratona. Non si coglie bene se la manciata di giorni festivi è gioia, quiete, fatica o monotonia. Tutto è confuso e contraddittorio.
Gambe prima frenetiche poi molli, in cerca di una direzione.
L’aria si ferma. E tra auguri e pacchetti che viaggiano tra bocche, mani, abbracci le ultime pagine delle agende restano bianche come attimi non scritti di tradizioni, copioni, euforie e illusioni.
Ecco perché l’amore e l’entusiasmo si mescolano a una sorta di desolato smarrimento.
Un brandello di vita, un intervallo vissuto quasi in apnea.
Nulla cambia davvero. Ma è ovattato. Natale è un’anestesia per rimandare il dolore, i problemi, i pensieri. Salvo poi accorgersi, a gennaio inoltrato, che in un soffio è svanito.
E tutto è esattamente come l’avevamo lasciato.
Una tregua apparente.
Tenendosi ad umana distanza sembra un set cinematografico: un mese circa di riprese per un film a tre tempi, prima durante e dopo. La tragicommedia di un’epidemia.
"Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade"
Scritto da: Account Deleted | 22/12/08 a 08:51
...Neanche io...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 22/12/08 a 08:57
Mi ci sono tuffato in questo gomitolo, ma ne sono emerso perplesso - come mi capita ogni anno, in verità. Il tuo brano - molto riflessivo, ragionato - espande i brevi pensieri che ho messo giù tra sabato e domenica.
Ti auguro una buona giornata, Irene. Un abbraccio.
Pim
Scritto da: Pim | 22/12/08 a 10:05
io vorrei solo d-o-r-m-i-r-e senza sosta per giorni, senza sveglie, senza luce, senza rumore, senza impegni, senza assilli, senza ansie, senza freddo, senza caldo, senza patemi, senza rimorsi, senza rimpianti... ronf! :)
Scritto da: anecòico | 23/12/08 a 00:04
Pim...che sintonia!
Beh, non ne dubitavo :)
Un abbraccio
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/12/08 a 07:39
DORMIRE anecòico è anche il mio bisogno/desiderio più grande...wow, ecco, spero che le feste mi portino qualche oretta di sonno in più!
Bacio
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/12/08 a 07:40
Interessante e insolito punto di vista.
"Natale e' un'anestesia per rimandare i problemi".
Sei davvero unica Irene.
Scritto da: cenerentola | 23/12/08 a 08:41
Cenerentola, splendido complimento!
D'altra parte...nella "farsa collettiva" questo è diventato Natale, no?
Ciao carissima e AUGURONI.
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/12/08 a 09:03
Bel post Irene. Ci si ritrova a guardare e condividere le foto che descrivi.
luigi
Scritto da: gobettiano | 23/12/08 a 11:09
Grazie e auguri anche a te carissima Irene!
Scritto da: cenerentola | 23/12/08 a 17:41
Grazie, ed auguri anche a te carissima Irene!
Scritto da: cenerentola | 23/12/08 a 17:45
Grazie Luigi :)
Scritto da: irenespagnuolo | 23/12/08 a 22:10