Adesso che vanno dicendo che il costume si adegua alle tristezze economiche moralizzandosi dovremmo riporre nel guardaroba o archiviare nel cassonetto minigonne e scollature. Al via l’austerità. Compostezza d’abiti per tempi seri, insomma.
Mortificare il corpo per adeguarsi allo spirito, mortificato più che mai.
O contenere le prorompenti grazie per convenzione ipocrita agghindata da faccia affranta. Altro che lustrini e ammiccamenti sinuosi da vestiti fascianti, ci vogliono pantaloni di taglio rigoroso e camicette della nonna sotto un classico golf.
Come sempre il messaggio può raccogliere una tendenza o dettarla. Dipende da ciò in cui vogliamo credere, ecco.
E la signora Lia provoca con la storia che invece è meglio una minigonna oggi,con una maglietta striminzita che lasci sbucare l’ombelico. Si risparmia stoffa. E si può vagamente associare abbigliamento striminzito a risorse scarse.
La solita stravagante signora Lia. Che però in verità sbuffa solo a queste ventate di compassionevoli passerelle che ovattano la crisi con la sobrietà come stile. Perché la sobrietà è un fatto profondo, è natura. Moto istintivo e non posa.
E la promozione di chi educa per salvare il mercato non le piace, le arriva fastidiosa come una spina nel piede mentre ci cammini su, stretta negli stivali. Orientare le scelte, ancora. Scendere a patti, ancora. Sbandierare una moda, ancora.
Che la crisi abbia almeno dignità, strilla sconsolata. Rispetto. E libertà di viverla, vuole la signora Lia. Da anni non si lascia incantare da una vetrina. E ha solo desiderio che scemi la schiavitù dalle cose. Non indosserà la minigonna ma in cuore ha forte l’istinto a rompere gli schemi. E’ ora, dice.
Dagli omologati, tra lazzi e insulti, la minore accusa alla signora Lia è stata quella di affossare il made in Italy. Mi aspettavo si scagliasse a precisare che rispettare il made in Italy vorrebbe dire innanzi tutto amare Italia e italiani e lei questo amore in giro non lo annusa. Ma ha taciuto. Con un sorriso di attesa. Non ha sfoderato altre lezioni di economia.
D’altra parte poco importa alla speciale signora Lia di un abito. Lei è solo allergica ai terribili equivoci dell’uomo e della storia, a cavallo tra società e lavaggi del cervello. Conosce l’economia reale dei sensi e per questo forse adesso porta pazienza e attende che si sveglino quelli di tutti. Per ricominciare, finalmente.
D’altra parte consigli per gli acquisti e filosofia sulle mìse in voga a chi ha pochi spiccioli suonano come quei gesti di comprensione e persuasione pelosa che fanno solo arrabbiare. Sono come quei suggerimenti che arrivano dalle star per fare un pranzo natalizio buono ma economico. Un delirio! Le consulenze gastro-economiche sono anzi decisamente peggiori. A volerci fare dell’ironia i vip del portafogli oltre a non sapere cosa significa fare i conti con la spesa, si sfamano spesso di certa nouvelle cousine che a noi comuni mortali appare come un gambo di sedano in salsa vattelapesca, altro che pasto luculliano!
Non me ne vogliano i gloriosi chef ma a chi non può deve almeno arrivare cibo e non profumo vagamente commestibile…
A Natale mi sa che siederò in minigonna alla tavola della signora Lia a mangiar piatti semplici e buoni.
Il connubio minigonna-crisi, in passato, è stato fonte di laute parcelle per alcuni aruspici dei mercati azionari.
Qualcuno, non ricordo chi, è riuscito a teorizzare una correlazione tra l'andamento dei mercati azionari e la lunghezza delle gonne in voga, naturalmente si tratta di una correlazione inversa.... più si accorciano le gonne, che van di moda in un certo periodo storico, più tendono a salire gli indici azionari.. e probabilmente questi ignoti veggenti hanno percepito per cotanta teoria lauti compensi assolutamente non in linea con l'austerità da te dipinta... fa un po' ridere vero?... forse!
cfr John Malkiel, A random walk down Wall Street... mica cotica
Scritto da: fede | 19/12/08 a 10:20
Vestiamoci come ci pare e al diavolo gli aruspici di disgrazie.
Un caro saluto
Fino
Scritto da: Fino | 19/12/08 a 16:48
Ricordavo anch'io questa curiosa correlazione tra lunghezza delle gonne e andamento azionario. Che fa il pari con quella tra schizofrenia e stagione dell'anno (se non altro perché, essendo nato alla fne dell'inverno, dovrei essere matto come una biglia).
Qualcunque cosa si indossi, però, suggerirei di evitare il classico capo intimo di colore rosso "che porta bene". E pure le lenticchie "che portano soldi". Lasciamo stare aruspici e tòpoi, facciamo per una volta quel che ci pare...
Scritto da: Pim | 19/12/08 a 17:34
Simpaticissimo e verissimo post, mia cara Irene.
Che la smettano di prenderci in giro vip, veline,uomini dello star-system !
Ognuno di noi farà come potrà e, se è intelligente, sarà anche appagato.
Ti abbraccio. Marianna
Scritto da: marianna | 19/12/08 a 19:44
Fede, chissà...siamo sempre in bilico tra profezie e orientamenti subdoli vestiti da profezie! Ma a breve termine, credo, vedremo come andranno di fatto le cose al di là di ogni elaborazione del pensiero :)
Faremo come potremo, Fino e Marianna. Sperando che qualcuno non si indebiti per un cenone :(
Pim eppure per il 2009 ci serviranno tutti i riti propiziatori...dal capo rosso alle lenticchie!
Scherzo :)
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 20/12/08 a 11:29
mi piace la chiosa
te l'appoggio !!
Scritto da: enrico valentino | 21/12/08 a 15:41
Grazie Enrico...credo che saremo in molti :)
Scritto da: irenespagnuolo | 22/12/08 a 00:37
Bene i riti propiziatori capi rossi o lenticchie che siano. E ci metto anche qualche cosa vecchia da buttar via.
luigi
Scritto da: gobettiano | 23/12/08 a 11:05
Eh eh Luigi cose vecchie da buttar via ce ne sarebbero davvero!!!!!
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 23/12/08 a 22:10