In principio fu il serpente tentatore. Fu Eva che volle cedere. Fu Adamo che si lasciò tentare. Insomma fu un umano groviglio di scivoloni lussuriosi.
E poi fu tutto un susseguirsi di intrecci e di istinti più o meno naturali per avere, toccare, raggiungere. Una smania collettiva. Che non può dirsi propriamente carnale ma che è tanto simile alla bruciante passione che obnubila vista e ragione.
Non tanto l’ansia di accumulare quanto quella di poter possedere, l’idea o l’illusione insomma di aver davanti orizzonti sconfinati tutti esplorabili o montagne di cose tutte godibili, fu il motore che generò corse sfrenate.
La storia è andata come è andata. Con le risorse in esaurimento o in rivolta, il mondo percorso da scosse di terremoto economico, la cultura in incerto incedere, l’assetto sociale in subbuglio.
Estrema sintesi di un processo complicato, lungo, tortuoso e zeppo di sfumature ovviamente. Forse indelicata semplificazione di un profondo e complesso sistema di valori, condizioni, eventi. Ma è bello così. Spruzzare un’idea e lasciare che ciascuno segua la scia o annusi fino a distinguere esattamente ogni nota d’aroma o arricci il naso per il fastidio e scappi a cercare un luogo inodore. Ammesso che un luogo inodore esista.
Perché il punto di partenza sta proprio nelle essenze inebrianti.
E in quel rapporto inesplicabile tra uomini e vita.
Rapporto complicato dalle creazioni stesse dell’uomo e da quelle congiunture o variabili o combinazioni che scattano nell’aria come conseguenze di incontri e scontri. Ecco, ad avventurarsi nella filosofia del pensiero e del mondo si finisce esattamente in un labirinto. Lo stesso labirinto nel quale adesso, per inerzia o per eccesso di volontà, brancoliamo.
D’altra parte con i corpi si mescolarono lingue e pensieri. In quel gioco fantastico che è la scoperta qualcuno ha barato, qualcuno ha perso o vinto una partita, qualcuno ha cambiato squadra o si è innamorato dell’avversario. E la sfida, gioiosa o cruenta, ha sempre tanti risvolti, qualcuno inimmaginabile. E ci sono nuove partite, rivincite, gare ad eliminazione. E forse, chissà, pure le finalissime.
In punto di tastiera anch’io alludo, scherzo, lancio parole tra veli e verità urlate.
Il serpente, la mela, l’uomo, la donna…Tutti lì davanti a me e dentro di me, probabilmente. Sul piccolo schermo o per strada. Tra le righe di qualcosa che non ho scritto.
Qui comincia o prosegue l’avventura. Non c’è tempo per le riflessioni, dicono. Sono urgenti le soluzioni, rimano. Ma io temo le soluzioni con le quali gli uomini fanno i conti senza aver dedicato il tempo di un guizzo dell’anima…Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
Ma si sa che di pensieri in pensieri siamo andati avanti ad inganni. Affascinati dalle parole e dalle possibilità il guizzo dell’anima è stato telecomandato. Spogliamoci nudi e ritroviamo la mela perduta. Magari ricominciamo da lì.
E, per favore, non strumentalizziamo anche questi miei voli farneticanti. Non c’è destra o manca che tenga. Gli uomini, le donne, le mele, i serpenti. E basta.
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