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14/11/08

Commenti

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Fino

Tante parole devono il loro genere alla derivazione originaria latina o greca. Anima in latino (animus) era femminile.
Chissà perché l'organo sessuale femminile nel dialetto siciliano è di genere maschile.
Un caro saluto
Fino

marianna

Bravissima Irene! Complimenti per il tuo HP!!
Un bacio e buona notte.
Marianna.

marianna

Ti ho scritto un commento e non compare!
Marianna

zia elena

L'ho letto tutto d'un fiato e mi sono divertita.

Ho pensato a vocaboli della lingua italiana, a quelli del dialetto bresciano che, in alcuni casi, come ha scritto Fino per il siciliano, cambiano di genere rispetto all'italiano.
E poi al tedesco, dove non esiste nemmeno una regola sommaria come da noi (a = femminile, o = maschile) ed ogni vocabolo va imparato con il suo articolo (solo alcune desinenze fanno eccezione).
La fantasia poi fa il resto e vola divertita tra un maschile ed un femminile!
Un esercizio davvero divertente.
Un abbraccio e buon lavoro per il week-end.

Elena

nico fre

Questa distinzione si trova in alcune lingue che hanno una matrice greca o latina, esiste anche in lingue arcaiche ormai scomparse o poco conosciute, ma i dialetti trasgrediscono queste regole, solo a causa delle influenze esterne di altre lingue o semplicemente per pura ignoranza . Ma anche tra le lingue latine ci sono enormi differenze: Il Sole diventa La Soleil , e cambia sesso in francese...Sarebbe interessante sapere perchè, mentre la luna resta"femmina" Io ho un' idea su questo.
Il Sole per una cultura itallica non può essere altro che maschio. troppo importante per farlo al femminile, sarebbe come fare una donna Presindente del consiglio o Papessa, in una cultura maschia e cosi itallica sarebbe ancor più rivoluzionario che mettere un "abbronzato" al posto del rincol...to di turno.
La luna, pallida e senza luce propria può essere "femminile" perchè incute solo tenerezza..i Pianeti allora ? Mai...
Però pensando poi che il Sole in realtà è "una Stella", si ristabilisce una certa equità...oppure ?

Pim

Un post molto divertente: stimola riflessioni linguistiche sulle quali mi soffermo sovente. Ad esempio che le parole non sono i mattoni delle frasi o dei pensieri, come dei lego che stanno dove le metti. Sono materia vivente che prende forma e dimensioni a seconda della sede in cui sono sistemate, assumono suoni e accenti diversi. Per questo vanno maneggiate con cura, affinché mantengano intatta la loro espressività.

Buon fine settimana, un abbraccio.
Pim

irenespagnuolo

Carissimi, vedo che il sesso delle parole affascina! In fondo è come il loro senso no?! E, come dice Pim, la loro "vita" perchè le parole hanno un'anima...

Hai ragione Elena anch'io ho pensato al "meccanismo linguistico" tedesco con articoli e desinenze...:))

Grazie a tutti per gli apporti interessanti...!
Irene

cenerentola

Cosi' come il sesso delle parole, anche il tuo articolo induce sorrisi e riflessioni.
Complimenti per il post, ma anche per i titoli che sono sempre azzeccatissimi.
Buon fine settimana.

dragor

Infatti a Nizza diciamo faire tout à revès couma li courdelié d'Antibo (fare tutto al contrario ccome i calzolai di Antibes). Il detto deriva dal fatto che oltre il Var si parla il provenzale con le terminazioni in -o per il femminile, sconosciute nel nissart.
Bellissimo post come sepmpre. Ciao cara Irene, buon weekend

dragor (journal intime)

irenespagnuolo

Grazie Dragor!
Eh si Cenerentola anche il titolo ha la sua parte!

Irene

fede

Eluana, libertà e giustizia sono parole femmine, allo stesso tempo però lo sono anche chiesa ed ipocrisia... ma... qualcosa non mi quadra!
L'unica vera certezza che ho in tutto questo marasma (parola azzardatamente maschile) è la natura rigorosamente maschia di TELECOMANDO! ;)

Bud

che bella osservazione, fede: bravo!
A me quadra, invece ( che fede sia maschile).

Scusa Irene, ma non mi pareva questo il luogo e il tempo per dibattere un tema cosi' triste e delicato. Sono certo che era fuori dalle tue intenzioni, questo tuo e' un post leggero e arguto.
Anche se probabilmente risponderai che ognuno puo' esprimersi liberamente: allora lo fo' anch'io.

fede

...Ironia della sorte.
fede era in lizza quale parola con la quale iniziare il commento, accanto a libertà e giustizia, monumenti all'emisfero femminile dell'universo.

Bud, sono d'accordo con te sul fatto che sia un tema triste e delicato (oltre naturalmente che stiamo commentando un pezzo arguto assai), ma dal momento in cui clicchi su post, doni la tua idea al web ed ogni lettore può farla propria e linkarla al proprio mondo... per dire.
f
...nomen omen, o, appunto, ironia della sorte.

Bud

Non dubitavo, gentile Irene, della tua riposta che infatti avevo anticipato.
Beh, ma allora parliamo di musica nel Gabinetto dei potenti, di finanza qui e di grazie femminili nei Beni rifugio ...
Comunque, grazie per lo spazio che ci dai anche se andiamo fuori tema

irenespagnuolo

Bud di quale risposta mi ringrazi?!
Ti ha risposto Fede in verità :))
Comunque sia, nel limite del "buon gusto" ammesso sia facile capire quale sia, qui possiamo mettere le ali al pensiero. E anche andare fuori tema.
Purchè si resti leggeri e arguti...grazie sono bei complimenti!

Irene

demata

Andando in automatico (poi capirete cosa intendo), il mondo mi viene spontaneamente "all'incontrario": Die Sonne, Der Mond (la sole ed il luna).

Se poi cerco la mia identità, s'inverte tutto e "ritorna" o'sole, a'luna.

Quando sono tra la gente, tutto diventa denso e perde forza, così percepisco solo the sun, the moon.

In realta, quello che penso con esattezza è o' sonne, o' moon.

Cosa intendo dire?
Si parla tanto di immigrati, di cosmopolitismo, di integrazione, di umanità nuova (We can do, oh yeah!).

Quanti di noi, dopo aver vagato tra luoghi e lavori, mantengono intatta la propria lingua?

Io penso prima schaelter, poi switch e, solo con un certo sforzo, "commutatore".

Una roba simile capita anche al ricercatore polacco ad Atlanta, il benzinaio pakistano di Eindooven, il faccendiere cinese di Kinshasa, il vu cumprà toghese del marciapiede di fronte.

Gli Italiani, no.
Bel problema, in un mondo che si confonde, no?

irenespagnuolo

Ma si Demata ce l'abbiamo anche Italia su Italia questo "problema": quante persone del sud sono al nord da decine di anni e mantengono con ostentato orgoglio le loro espressioni dialettali con la "pretesa" di essere capiti? E non vogliono saperne, assolutamente no, di imparare magari a scherzare con un fà balà l'och?!
Che vuoi farci...il campanile ce lo abbiamo nel dna. Poi ci manca del tutto lo spirito di Paese. Che stranezza eh?!?!?
Io invece sono affascinata da certi suoni, che importa da dove arrivano? 'O sole è 'o sole, come 'o sonne è 'o sonne. Magia quasi pura :))

demata

Non intendevo questo, Irene.

Ho una figlia che pensa da sempre in due lingue: ha sempre sentito parlare in due lingue, le ha imparate contemporaneamente, le usa ambedue.

In una il sole è il sole, nell'altra è Die Sonne.

Nella mia testa le lingue sono almeno 4: italiano, tedesco, napoletano, inglese.
Capisco lo spagnolo.
Se sono in un aeroporto di transito tendo a parlare almeno in due lingue contemporaneamente e non sono il solo.

Da poverissimi migranti senza speranza a ricchi industriali che fanno imparare il cinese ai figli di 6 anni: siamo miliardi e gran parte delle cose che accadono dipendono da noi.

Posso garantirti, con tutto l'amore che ho per la mia lingua (il partenopeo) che la realtà che vedono gli occhi che pensano i vocaboli in diverse lingue è molto diversa e meno complicata, rispetto a quella che vedono gli occhi degli "stanziali".
Non a caso fenici, gitani, napoletani, olandesi ed ebrei sono considerati, nel bene e nel male, degli "ottimi conoscitori del genere umano".

Ragionare in una sola lingua è un po' come pensare le cose in 2D, vedere in 1-2 colori, preferire un quartetto d'archi ad un opera lirica.

Io preferisco il 4etto all'orchestra ed i film in bn rispetto al colore, tu preferisci pensare, intuire e sognare in una sola lingua.
No problem, mica è un reato essere "italiani".

Volevo solo segnalare che di italiani come me ce ne sono almeno 60 milioni, tra quelli all'estero e quelli ritornati.

irenespagnuolo

Hai ragione, si, ho capito.
Può essere che la nostra proverbiale difficoltà con le lingue denoti una "chiusura" complessiva? In effetti...
Importanti riflessioni, le tue.
Grazie

demata

Di sicuro, detto con una banalità,: meno lingue = meno soluzioni potenziali.

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