Adesso scoviamo chi è andato a Reggio Calabria a sostenere l’esame per esercitare la professione legale o chi invece ha scelto Napoli. Per screditarli. Per mettere il dito nella piaga. Per dare risalto alla terribile burla tutta italiana.
Che scoperta!
Eppure è così da che Italia è Italia. E nessuno ne aveva forti turbamenti, eccettuati i poveracci onesti che continuavano a torturarsi per riuscire ad essere riconosciuti facendo l’esame nella loro settentrionale zona di residenza.
E di drammatiche bizzarrie di questo genere il nostro Paese ne vanta parecchie. Altrimenti non ci sarebbero tante differenze in svariati ambiti spostandosi geograficamente da un’area all’altra dello stivale.
Ma sono tutti assi da tirar fuori dalla manica al momento ritenuto opportuno. Come grandi rivelazioni.
In verità non sono che umane miserie di un Paese ridotto a paese dal malcostume di tutti, dal disamore dei suoi stessi figli, dalla distrazione colpevole di chi poteva urlare e ha taciuto. D’altra parte questa è la terra delle contraddizioni. E dei poeti che si ostinano a tradurre in versi il disagio per esorcizzarlo. Qui dovremmo avere più illuminati cittadini e invece ci ritroviamo in un mare di furbi, omertosi, deboli, incivili.
E punto il dito contro tutti. Perché nessun italiano può chiamarsi fuori. Altrimenti avrebbe già bruciato lo stato di nascita e sarebbe migrato altrove. Qui ognuno ha inzuppato il pane nel latte buono se poteva o si è seduto ad aspettare che arrivasse il suo turno o ha invidiato chi si gustava il prelibato boccone.
L’indignazione, quella vera, è sepolta. Sono rimasti solo i piccoli e inutili moti di rabbia fugace, gli atti d’accusa, lo scaricabarile, il vivi e lascia vivere, le assurdità polemiche vestite da questioni di principio.
E se di tanto in tanto salta fuori un moralizzatore del costume fa venire il voltastomaco perché ha mucchi di polvere nascosti sotto il tappeto o un sassolino fastidioso nella scarpa levato il quale tutto torna possibile o una dignità così minuscola che alla prima occasione propizia perde la memoria.
Ovviamente non posso dare lezioni ad alcuno. E mi guardo bene da salire su un piedistallo per giudicare gli scheletri degli armadi altrui.
Solo non mi piace che qualcuno si ostini a credere che c’è chi può, serenamente, sputare sentenze. O che a forza di scandalucci, insinuazioni, critiche, paternali e sberleffi dispensati a go go si possa diventare davvero migliori e si possa coltivare la speranza di una cultura per la nostra malandata terra.
Ovviamente se a qualcuno venisse in mente che almeno in politica dovremmo trovare qualche buon esempio ed esemplari virtù che ci sollevino il morale e che siano ben auguranti per il futuro di questa società mi troverebbe d’accordo. Una base di lancio per volare è necessaria, è vero.
Ma pensiamo sempre e comunque che non possiamo andare avanti aspettando che siano sempre gli altri a dover fare meglio di noi e che se gli altri fanno peggio siamo giustificati per ogni nefandezza o carenza…Là, nel mezzo dell’Italia, come disse Romano Prodi, non ci sono che italiani.
Non voglio fare l’equilibrista tra il così fan tutti, è il sistema, e le istanze di giustizia.
Anzi.
Sono solo modeste riflessioni, forse. Nella confusione generale sono sempre più smarrita…
Sì, dopo che si sono fatti gli italiani, facciamoci l'Italia... sessualmente parlando s'intende!
Scritto da: Italiano | 18/09/08 a 19:05
Un pò duro come approccio ma...che dire, italiano, non oso "scandalizzarmi"!!!
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 18/09/08 a 19:22
E' vero che nessuno è vergine e può sputare sentenze, però se non cominciamo piano piano a censurare certi comportamenti invece di darli per scontati - magari facendo anche ammenda per quando li abbiamo adottati noi - non riusciremo mai a cambiare niente.
Scritto da: vb | 18/09/08 a 22:25
Da quando seguo il blog
di Irene non l'avevo mai
vista così giù,forse
avvilita,arrabbiata,urla nel silenzio dentro un
algido monitor??
Cara Irene,
che alcune facoltà del Sud
fossero dei "laurefici" lo
si sapeva da moltissimi
anni ma bene hai fatto a
ricordare che siamo tutti
italiani nonostante che in
apparenza non esista più un
luogo chiamato Italia ma
due Italie..le responsabilità,e non deve
parerti strano,sono anche
del nord del Paese che ha
chiuso gli occhi negli anni
del grande benessere,delle
Milano da bere,quando c'era
carenza di personale pubblico in tutto il Nord
perchè le retribuzioni erano un'inezia e queste
belle mansioni in tempi di magra,venivano letteralmente rifiutate dai
lavoratori del nord che
con la loro iniziativa
ci davano a fare profitti
centuplicati rispetto ai
quei ridicoli stipendi da
fame!Viene la secca della
stagflazione ed ecco spunta
lo scandalo dei 100 e lode
a Catania o a Napoli..
chi ha pubblicato lo "scoop
è da premio "Pussa" e non
certo da "Pulitzer"..
Bastava leggere nell'archivio di un qualsiasi quotidiano di quegli anni e andavi a sapere che l'acqua calda
era già stata scoperta..
L'Umberto poppava ancora il
latte..Ciao JS
Scritto da: juannesalvador | 18/09/08 a 23:45
Eppure chi legittimamente può parlare essendo credibile c'è. Ma in fondo non si può che prendere atto della fondatezza di ciò che dici. Diversamente non saremmo a questo punto.
luigi
Scritto da: gobettiano | 19/09/08 a 06:46
Vb l'importante è non censurarli solo a parole ma con la coerenza e l'onestà dei comportamenti. Questo è il punto.
E forse andiamo a rotoli proprio perchè ognuno guarda in alto e critica ma nel piccolo riproduce la medesima sostanza...
Juanne Salvador, è storia antica. Giuste osservazioni.
Luigi purtroppo basta osservarci e ascoltarci tutti i giorni...
Con ciò non vorrei trasmettere l'idea della resa. Anzi. Ma non possiamo più fare solo le pulci agli altri. Servirebbe un intervento di risanamento collettivo!
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 19/09/08 a 07:37
Irene, avendo le idee confuse sulla questione ho preferito prendere in prestito concetti che mi sembrano in tema.Uno dei principali bisogni dell’uomo è quello di sentirsi dire che il proprio comportamento è coerente e razionale. Ogni comportamento che ci appare irrazionale minaccia il nostro senso di integrità. Quando ci comportiamo in modo inesplicabile, ci sentiamo costretti a trovare una spiegazione logica per rendere sensato ciò che pensiamo o facciamo” (White e Gilliland 1975).Secondo Argyris, esponente dell’”Action Science”, negli individui possono coesistere due tipi di teoria alla base dei progetti di azione: la “teoria dichiarata”, che esprime i loro valori, credenze e atteggiamenti, e la “teoria in uso”, quella che essi seguono nella realtà di tutti i giorni. Spesso si verificano delle divergenze significative tra le due teorie, di cui talvolta non si è pienamente consapevoli. Anzi, si vengono a creare allo scopo delle vere e proprie “routine difensive”. Che dire, sicuramente la coerenza comporta dei prezzi da pagare, forse la coerenza e' come la fatica, ognuno ha la propria soglia, costruita negli anni atraverso le proprie vicende umane. Saluti, buon lavoro e complimenti per l'interessante spunto.
Scritto da: leonardo | 19/09/08 a 10:19
sono smarrita anch'io...e questo è quello che mi spaventa di più...perchè l'ambiguità è ovunque, dentro ognuno di noi e nei nostri comportamenti quotidiani, nei piccoli gesti, nelle piccole scelte di ogni giorno...è come quando devi risolvere qualcosa e hai iniziato un percorso e ti accorgi che sei arrivato ad un punto morto e ti sembra che l'unico modo per andare avanti sia buttare via tutto e ricominciare dall'inizio...o forse solo da una diversa angolazione...
Scritto da: Laura | 19/09/08 a 11:06
Non mi ricordo bene, mi sembra ci fossero 23 onorevoli condannati in questo governo. Ma in questo mondo che cambia conta più l'immagine della sostanza. Allora, visto che il popolo ha fagocitato le malefatte reali, non rimane che attaccare -poichè pare che sia più efficace- la parte leggera, che poi è anche la più comprensibile dai più. Praticamente la merce che vende l'isola dei famosi, grande fratello, novella 2000 ecc.
Scritto da: ivo | 19/09/08 a 16:21
Comprendo il tuo sfogo perché lo considero anche il mio. Tieni conto però che negli altri Paesi le cose non vanno tanto diversamente. Ho alcuni amici che lavorano all'estero e pure loro si lamentano più o meno allo stesso modo: corruzione, clientelismo, gli onesti che non vengono tutelati, i furbi che la fanno franca. Non è un modo per consolarsi, ma per capire che certi comportamenti fanno parte della natura umana, soprattutto in un periodo storico di difficoltà globalizzata come questo. Non vanno giustificati, questo però no, anzi: indignarsi è giusto e combatterli necessario.
Scritto da: Pim | 19/09/08 a 16:34
Da molto tempo sostengo che siamo realmente incapaci di seria indignazione quella indignazione che spinge a farsi promotori di iniziative serie.La ragione è comprensibile,tutti siamo demotivati,disossati totalmente privi di illusioni e con problemi di sopravvivenza.I cittadini di qusta Repubblica votano e hanno i governanti che si meritano dato che con il loro voto consacrano e rendono leggittimo il modello proposto da questa o l'altra parte politica.Se una classe politica intera non va i cittadini hanno un mezzo per far sentire la loro voce,annullare la loro scheda elettorale.Abbiamo passivamente accettato una legge elettorale scandalosa:non è possibile in democrazia non potersi scegliere il proprio candidato e nemmeno scegliere di cosa si voglia fare parte. Gli italiani dovrebbero rifiutarsi di votare liste chiuse e parlamentari decisi dagli organi di partito.Quanto all'essere italiani continuiamo a restare incapaci di senso dello Stato questo fa parte della nostra storia siamo diventati una nazione col grande imbroglio del "plebiscito" nel 1860.Il peccato è originale nessun battesimo lo cancellerà.Cavour nel dire allora che dopo aver fatto l'Italia occorreva fare gli italiani, sapeva bene quanto ciò fosse difficile:la coniugazione di troppe anime e di troppe differenze storiche, sociali e culturali non sarebbe stato semplice.Oggi sappiamo che è impossibile
Scritto da: lighea | 20/09/08 a 10:16
Grazie lighea, ricordi passi importanti. E la storia non scivola via...resta, nelle pieghe di tutti e di tutto.
Ma il senso dello stato possiamo trovarlo solo noi, non ce lo offrirà un governo...E soprattutto urge senso di vita.
Laura esprimi benissimo certe sensazioni...
Pim è questo il "dramma", certi comportamenti fanno parte della natura umana!
Ivo, Leonardo: grazie, un saluto.
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 20/09/08 a 11:54
Confusione, smarrimento, ma mai rassegnazione: sono con te, come molte altre volte.
Constatare che certi atteggiamenti sono insiti nella natura dell'uomo, come fa giustamente rilevare Pim, provoca comunque una sensazione di tristezza ed amarezza.
Ma andiamo avanti, da qualche parte arriveremo, anche se navigando a vista.
Un abbraccio.
Elena
Scritto da: zia elena | 21/09/08 a 23:56