A tu per tu con il destino, come se davvero la vita non fosse che la recita di una storia già scritta. La storia dell’aspirante avvocato che si ritrova in passerella per avventurose occasioni e fortuite circostanze fa il paio con quella dell’allievo modello di una scuola di restauro ritrovatosi attore sul set dopo un provino fatto per una divertente sfida.
Curioso che poi, sempre per caso, Cupido scocchi la sua freccia e i due vip involontari si innamorino. Come calciatori e veline. Il signor Caso ha un copione piuttosto scontato…
Così. Uno scherzo del fato ed ecco che sei catapultato nel mondo dei lustrini.
E burla vuole che da caso nasca caso. Incontri e sentimenti sull’onda dell’imponderabile. Uno spazio che non è per tutti.
Perché non succede di fare l’impiegato per caso. E neanche la commessa. Sarebbe più giusto dire che capita, eccome se capita!, ma non si racconta con quell’aria lì. Non si usa quel tono vagamente lieve, stupito e falsamente indifferente.
Il successo vissuto come brezza passeggera, fortuna accidentale dalla quale non lasciarsi travolgere è sinceramente un picco di snobismo talmente abusato da risultare fastidioso o comico, dipende dallo spirito con il quale stai lì a leggiucchiare l’ennesima intervista al divo di turno…
Magari oggi fai la benzinaia e domani, chissà, calchi il palcoscenico di un grande teatro. Tutto può essere, oggi più che mai. I reality forse rompono i confini, dilatano gli orizzonti. Ma è l’aria fritta che satura l’atmosfera e soffoca, di vacuità e sciocchezze.
Se vogliamo sorridere, di sogni sfiorati e di occasioni fantastiche, possiamo farlo. Con garbo. Con il limite, profondo e intenso, del senso del pudore. Perché a farcire l’esistenza di parole inutili e di sospiri svagati non dovremmo provare grande gusto. Se poi con ciò crediamo anche di essere originali, accattivanti, simpatici, credibili allora davvero rasentiamo oltre alla superficialità la soglia della perfidia.
E’ come prendersi gioco di tutto e tutti.
Faccio spallucce, naturalmente.
Ma intuisco che il ragazzo e la ragazza abbagliati dal mondo fosforescente della ribalta coltivano illusioni e così mi imbarco in quei filosofici discorsi affannosamente tenuti sul binario dell’ironia. Voglio far soffiare la realtà senza tarpare le ali a desideri e speranze. E tutto sommato mi piacerebbe non trovassero una copertina così tanto entusiasmante da far impallidire qualsiasi altro umano traguardo, ambizione, brama.
L’impresa è ardua. Me ne accorgo dagli sguardi attoniti. Come se a parlare non fossi io ma una sorta di extraterrestre. Occhi che mi guardano interrogativi e scettici. Mani che continuano a passare e ripassare su quelle foto. Cuori che battono per quel miraggio. La soluzione sarebbe arrendersi. Lo so. Però finisco anch’io a tu per tu con il destino. Il mio è quello di provare, anche l’impossibile.
Registro un sonoro fallimento. Non si può ragionare neanche sui piedi di argilla degli interessi sbandierati perché è logico, a parere dei due giovani, che di fronte al richiamo dello spettacolo tutto sfumi e passi in secondo piano. Altro che smontare il mito della copertina, mi fanno presente che anche un quadratino sull’ultima pagina farebbe loro vedere le stelle…Se il caso non dovesse assecondare tale agognata celebrità temo che si diranno per sempre sciagurati.
Tento ancora di evocare il fastidio che deve procurare questo trionfo del caso su chi ha lottato con passione, chi ha studiato e si è esercitato per anni, chi ha fatto una gavetta durissima, chi insomma è balzato sul giornale dei vip dopo tanto lavoro, zelo e dedizione. Mi arriva addosso, in risposta, una perla di saggezza…fare i salti mortali per poi mostrarsi egualmente nudi non è una grande virtù!
Ridono. E’ una battuta. Si, sanno che non è giusto generalizzare: non tutti prendono il volo per le grazie del corpo, ammettono. Però a loro la fatica dei percorsi tortuosi e difficili fa sorridere…Ci sono tante scorciatoie, basta imboccare quella giusta.
Desisto. Signori, il treno ha deragliato. E c’è una nube nera sui binari…
Io sono dell'idea che i nostri destini dipendano non solo da noi ma da mille e mille circostanze (non dal "caso", beninteso) che attorno a noi ruotano e si confondono con ciò che della realtà siamo in grado di indirizzare: ci sono mille e mille flussi (non saprei trovare un termine migliore) che ci sfuggono (molti di essi persino perché non cadono sotto i nostri sensi) che si intersecano con la nostra volontà, a volte la favoriscono, altre volte le sono opposti. Molto interessante l'argomento del tuo post.
Aldo www.aldocarpineti.it
Scritto da: Aldo | 18/08/08 a 17:10
Credo sia davvero difficile armonizzarsi con il fato che talora aiuta la propria ambizione anche infondata regalandoti la ribalta. Qualunque sia il palcoscenico sul quale si è saliti è un'esperienza inedita con cui confrontarsi. C'è chi impara più o meno velocemente e c'è chi non impara mai. E soprattutto , a mia opinione, conta molto scegliere una ribalta commendevole e soprattutto scelta per genuina vocazione e non per modaiola aspirazione di basso profilo.
luigi
Scritto da: gobettiano | 19/08/08 a 10:31