I negozianti pensano che neanche i saldi alle porte basteranno a ridare ossigeno alle casse. La maggior parte delle persone che conosciamo si dichiara in ginocchio, schiacciata dal carovita e impegnata a contrarre i consumi per sopravvivere. Al capo firmato autentico molti sopperiscono con il falso.
Sappiamo bene che non si può considerare lecita la contraffazione ma siamo ormai altrettanto consapevoli che il mercato parallelo, delle imitazioni quasi perfette, non arreca grande danno ai marchi di lusso. Anzi. Le copie che si moltiplicano a dismisura non fanno che alimentare il mito, diffondere il nome, creare desiderio di acquisto.
E se neanche il ribasso dei prezzi sarà di aiuto per abbondante shopping è solo questione di quattrini, nulla a che vedere con inversioni di rotta e costume. Tra gli assilli della nostra gente l’abbigliamento sembra godere ancora di un posto privilegiato. Almeno nelle ambizioni, nelle speranze, dei disperati tentativi. E accanto a questo le irrinunciabili vacanze. La benzina e il diesel alle stelle, i conti degli hotel salati più dell’acqua di mare, le spiagge attrezzate quasi inavvicinabili ma non assistiamo ad una defezione di massa.
Gli operatori turistici lamentano un calo. Ma è quello determinato dall’impossibilità totale ovvero appunto dalla povertà reale in crescita. Chi sta ancora a galla, anche con enorme fatica, non rinuncia. Quindi i gestori di stabilimenti balneari, i ristoratori, gli albergatori potranno come i negozianti registrare meno incassi ma solo per quella ovvia penuria di mezzi che proprio riduce ogni spesa all’osso. Anche qui nessuna inversione di rotta e costume.
E’ il “sogno italiano”, forse. Perché il ritornello è sempre uguale. Lavoro, mi arrovello per far quadrare i conti, lotto tra problemi e avversità, ascolto sconfortanti tg…perché non dovrei meritarmi un po’ di ferie e un abitino nuovo per coccolare le mie tristezze?
Difficile negare che sia umana la fuga negli ameni e frivoli spazi per aiutare il morale e colorare l’esistenza ma qualcosa continua a destare la mia perplessità.
Magari la mostra ad ingresso gratuito in città non se la fila nessuno e pochi piangono per la rinuncia a concerti, libri o cd troppo costosi. Poi la corsa a vestiti e località turistiche fa a spallate contro la difficoltà delle tasche e in qualche modo riesce a guadagnarsi almeno qualche piccola concessione.
Addirittura qualcuno è chiuso in casa da un paio di mesi e sa già che farà altrettanto a settembre stringendo la cinghia al massimo pur di potersi accodare agli amici nel viaggio di luglio o agosto.
Ecco il paradosso. Un numero notevole, direi allarmante, di italiani non arriva a fine mese, tuonano televisioni e giornali. Eppure…vi assicuro che molti “insospettabili” hanno già prenotato in agenzia il loro posto al sole e dai primi di luglio, appunto con i saldi, faranno la loro incetta di costumi, teli mare, infradito, bermuda, top e abitino sprint per la sera.
Mi chiedo se la povertà relativa, perché quella assoluta tale è senza bisogno di particolari esternazioni purtroppo, debba dare un segno, battere un colpo. Magari anche un colpo in testa al mercato che gli ha messo il cappio al collo. Alla pubblicità che con la lusinga ha irretito sogni, cervello e anima. Alle stramaledette priorità dell’apparenza che hanno seppellito bisogni e piaceri assai più profondi, importanti e arricchenti.
Si potrebbe decidere di godersi serenamente una vita meno dispendiosa e far traballare gli interessi che invece continuano a farla da padrone prelevandoci ogni risorsa!
Tutti a casa quando non si lavora vorrebbe dire stroncare gli allegri guadagni miliardari sui carburanti…Tutti in giro per economiche bancarelle vorrebbe dire dare un bel giro di vite ai facoltosi griffatori.
Per piacere non datevi da fare a spiegarmi che non è giusto, che l’economia deve girare, che rischieremmo problemi per il posto di lavoro di chi gravita in quelle sfere. Per piacere, no! E’ un insulto all’intelligenza e alla verità. Possiamo dedicare una “puntata” a raccontarci come e perché si vivrebbe meglio ma francamente se ognuno riflette da solo può arrivarci senza aiuti e spiegazioni.
E chiedo a tutti una cosa: silenzio a settembre. Guai se i vacanzieri modaioli al ritorno mi strombazzano nelle orecchie la fatica di tirare a campare!
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