L’ascensore è uno dei fatali luoghi nei quali molti dichiarano di aver consumato una fulminea attrazione o una parentesi piccante con la dolce metà abituale.
Ascensore galeotto, insomma. Ad eccitare sarà il moto, il senso di provvisorietà, il proibito. Indubbiamente un sorriso non si può trattenere. La corsa in salita e in discesa, le attese di qualcuno spazientito dalla luce rossa che segnala l’occupato, lo spazio ristretto che amplifica la morsa dell’intreccio dei corpi, le vestizioni velocissime per ricomporsi alla riapertura della porta…
Qualche volta capita di dubitare tanto è diventato un classico della trasgressione!
Eppure la signora Lia giura di essere scivolata in tentazione con uno sconosciuto al quale si sarebbe abbandonata in piaceri carnali se il piano chiamato non fosse giunto così in fretta da non lasciare alla seduzione il tempo di muoverli all’azione.
Lei, la integerrima signora Lia!
Quasi gradevole immaginarla alle prese con il desiderio e l’ardore. Mi spinge a rivalutare l’angusta e fredda dimensione di quel minuscolo vano che a me evoca ansie da claustrofobia…D’altra parte la passione divampa all’improvviso, ovunque. Nella toilette di un aereo come nello scompartimento di un treno. Ed è curioso indagare in questi impulsi. Chissà se sono urgenze del tutto imprevedibili ed incontenibili. O sogni che d’un tratto diventano realtà. O fughe dalle regole. O molle che scattano in quel tempo e in quello spazio proprio perché non pongono premesse o aspettative o sviluppi o condizionamenti…
Ameni pensieri, divagazioni. Magari da eccentrici capricci o apparenti frivolezze si può partire per interessanti percorsi umani di relazioni e bisogni.
Mentre qualcuno sta già ripescando nei ricordi il suo incontro più avventuroso, altri metteranno in allerta le antenne. Le fugaci occasioni possono sempre fare l’occhiolino, ciascuno saprà se e quando coglierle! I sentimentali si chiederanno cosa ci sia di romantico in un folgorante amplesso in ascensore…Non lo so. Ma nessuno, credo, compiendo quel viaggio di passione ha fantasticato di amore e poesia.
L'ascensore evoca ansia anche a me, perchè da piccola ci sono rimasta chiusa dentro.
Però l'immagine di luogo di passioni fulminee mi piace. Vero o meno che sia, dà un po' di brio al grigiore e rappresenta una nota un po' piccante senza aspettative, come dici giustamente tu, della quale forse ci piacerebbe essere partecipi almeno una volta nella vita, ma che spesso il pudore ci impedisce di ammettere.
Ciao, Irene. Buona giornata.
Zia Elena
Scritto da: zia elena | 18/06/08 a 08:00
Credo che l'angustia degli spazi, l'invasione del proprio spazio da parte di altri, generi sensibilità inconsce, amplifichi capacità sensitiva, olfattive possedute ma dimenticate che generano impulsi improvvisi. E' un pò come essere "istintivi" all'ennesima potenza e senza freni di alcun tipo.
luigi
Scritto da: gobettiano | 18/06/08 a 10:49
Devo dissociarmi,se non dalle atmosfere che evocano amplessi consumati in improbabili quanto scomodi ambienti,dalla reale possibilità che essi possano davvero realizzarsi.Noi forse senza rendercene conto siamo vittime di modelli culturali che hanno radici in un'immaginario che ci viene suggerito da modelli cinematografici e che hanno pochissimo possibilità di essere un aspetto reale delle nostre relazioni sociali.Non metto in dubbio che molte signore non disprezzerebbero affatto di essere possedute in un ascensore o sul cofano di una macchina,ma nelle realtà esse se prendono l'ascensore si guardano bene dal cercare una possibilità di approccio e a testa bassa non vedono l'ora cher la corsa finisca.Credo che il sentimenti più comunemente diffusi tra le donne siano quelli della diffidenza,della mancanza di curiosità dell'altro,e dal desiderio di stabilità del porprio menage,tutte cose che mal si conciliano col coito fulmineo nella cabina di un ascensore o di altri mezzi di trasporto.Piuttosto bisognerebbe chiedersi perchè non siamo più capaci di avere atteggiamenti culturali autonomi senza imitare abituduni,che non sono nenche riconducibili"alla egemonia imperiale"americana,ma alla sua industria culturale mediatica,che spesso non ha obbligo di aderenza a dati reali ma li costruisce.Io credo quindi che siamo subalterni alla subcultura mediatica e finamo coll'identificarci col sogno che essa evoca più che viverne i contenuti.Credo che di questa suggestione siano stati in questi anni vittima anche partiti politici italiani che spesso si sono fatti portavoce di istanze sociali che avevano il patrocinio di stars hollywoodiane.Abbiamo di che consolarci?non direi,ma cerchiamo di non rifiutare l'invito a bere che ci viene fatto da qualcuno,prima di dire che si sogna un erotismo da vivere in ascensore.
Scritto da: billyboy | 18/06/08 a 20:21
Billyboy ti darei volentieri ragione, con grande slancio...se non sapessi troppo bene, ahime, che i modelli cinematografici come li definisci tu sono imitati veramente nella realtà. E tutte le signore a testa bassa, attente a non scomporre il menage familiare io sinceramente non le vedo...ne vedo poche, insomma.
Il mio osservatorio conferma che gli incontri fulminei sono piuttosto gettonati billyboy. Non mi piace molto e non mi sono "adeguata" ma è così.
Scritto da: irenespagnuolo | 18/06/08 a 22:08
Fare sesso in un luogo pubblico è una di quelle fantasie condivise dalla maggior parte delle persone, uomini e donne. Il piacere della trasgressione è spesso irrefrenabile e introduce un po' d'aria fresca nel rapporto a due: molte coppie sposate usano di tanto in tanto l'auto come alcova. Oppure rappresenta una voglia di evasione, svincolata dall'amore e dalla poesia. Credo che l'ascensore induca pensieri di questo genere perché è un luogo chiuso, appartato, ma al contempo lascia aperte le porte (metaforicamente e non) al rischio di essere sorpresi: ed è proprio questo ad eccitare maggiormente. Personalmente sceglierei altri luoghi (ho un elenco lungo un chilometro che ti risparmio), l'idea di un rapporto ultrafrettoloso non mi piace troppo. Ma capisco le dinamiche che si mettono in moto, e un po' le condivido.
Ciao Irene, buona giornata.
Scritto da: Pim | 19/06/08 a 13:53
Carissima Irene, molto simpatico questo tuo post!
Anch'io però non credo facilmente praticabile un agire del genere,ad esempio, all'interno di un condominio cittadino o magari nell'ascensore di un palazzo adibito a uffici.
Nei desideri e nelle aspettative di qualcuno ci può stare ma solo come pura fantasia.
Se tu smentisci, ti credo comunque.
Un abbraccio. Marianna.
Scritto da: marianna | 21/06/08 a 17:06
Peccato Irene tu non ti sia adeguata,credo che"prendere l'ascensore con te" sarebbe un'esperienza interessante.Battute a parte,io ho dovuto constatare che spesso nelle cose della vita non c'è una sola verità, in questo senso troverebbero ragione i numerosi conflitti personali e collettivi di cui siamo testimoni che non trovano soluzione.Il relativismo di cui si parla per la religione lo si può allargare a tutti gli aspetti del nostro vivere,potendo sostenere che vi sia un'infinità di atteggiamenti possibili nei quali coesistono diverse verità.Così ti credo quando dici che la trasgressione viene mutuata dal cinema forse anche troppo bene,ma credo che tu ti rifaccia ad esperienze personali,come faccio io quando la nego,senza che la tua o la mia posizione possano essere paradigma di modelli generali.Non dico nulla di nuovo se affermo che donne e uomini dopo una certa età comunicano con molta difficoltà,in un conflitto esplicito che li fa stare spesso sulle proprie poizioni in atteggiamento di rinuncia piuttosto che di disponibilità.La trasgressione di cui parli viane spesso cercata nell'anonimato,consumata o in altre latitudini o con persone di altra estrazione o altra cultura con le quali non siamo costretti a fare i conti.In altre parole la donne si sentono sufficientemente disinibite per non sentirsi in colpa per esperienze le più diverse e anche le più strane,ma lo fanno con turismo sessuale o con soggetti lontani da proprio contesto sociale non col collega d'ufficio che devono vedere il giorno dopo.Poiche da sempre sono le donne a comandare il gioco(per quella cosina che si trovano in mezzo alle gambe così stabilisce la legge di natura per tutte le creature),succede che a rimetterci in questi anni sono sempre stati poveri colleghi d'ufficio.
Scritto da: billyboy | 22/06/08 a 12:30
Forse la parola flirt è un po' grossa, ma non sta bene usare quella giusta.
Per flirt ai miei tempi s'intendeva qualcosa di molto complesso, articolato, "spalmato" nel tempo: ma anche allora c'erano quelle signore di cui Enzo Biagi riportò un proverbiale modo espressivo: "Adesso chissà cosa penserà di me...".
Pensa un po' te, erano talmente ritrose e delicate che ricorrevano al "lei" borghesuccio e da figlia di Maria per l'occasionale, fortuito incontro.
Beh, oggi ci sarà il turismo sessuale, perché ci sono più soldi da buttar via, vedi quei signori di cui parlano i giornali di oggi come evasori totali del fisco.
La natura è perfida: spinge a fornicare da che mondo e mondo, ma oggi ci si fanno sopra romanzi giornali e spettacoli tivù (c'era una volta il fotoromanzo), addirittura il buon Alberoni ha creato la specializzazione universitaria dell'innamoramento.
Che direbbe Arbasino? Forse soltanto un «Che palle, signora mia». Ma ad Arbasino può essere tutto permesso, per cui non starò a ripetere la battuta.
Soltanto salviamo il salvabile, lasciamo la parola flirt a qualcosina di più serio (non potrà non essercene bisogno, mi auguro, anche in futuro), e diciamo pane al pane e vino al vino (censura).
Poi questi sono argomenti difficili da trattare. In una clinica assistevo mia madre, ed in corsia c'era un infermiere che mi pareva un mezzo maniaco sessuale per i toni e gli argomenti che usava con quelle signore molto avanti con gli anni.
C'era vicino a me un signore che delicatamente ogni sera assisteva la seconda moglie di suo padre. Gli dissi una volta che quell'infermiere appunto mi sembrava un mezzo maniaco sessuale.
La sua risposta mi agghiacciò. Mi raccontò che da quando era stato lasciato dalla moglie, era precipitato in una ciclotimia che lo costringeva a ricorrere a prestazioni a pagamento anche due per sera. Per cui si trovava in una crisi finanziaria terribile. "Quelle" ancora non fanno le offerte prendi due e paghi uno", mi disse.
Il mezzo maniaco sessuale era la persona perbene che assisteva amorosamente la seconda moglie di suo padre, e non l'infermiere...
C'è sempre poco da scherzare su queste cose, come insegnava il vecchio Cesare Musatti. Ma sulle parole la precisione chirurgica forse può aiutarci a non prendere lucciole per lanterne. L'integerrima tua signora Lia era finita semplicemente "in calore" come apprendevano i piccoli in campagna guardano gli animali (ricordi la capra "usata" da Nino Manfredi?).
Un caro saluto a tutti.
Scritto da: Antonio Montanari | 22/06/08 a 18:04
Billyboy tutto è relativo, d'accordo. Si "usano" storie, aspetti, casi per sollevare pensieri, per affrontare argomenti, per sorridere o per emozionarsi. Un post non è La Verità o almeno questo sicuramente non lo è...è la fotografia di un attimo, è uno spunto, è uno spaccato di esistenza, è un momento per esplorare qualcosa. Tutto e niente. Perchè da tutto e niente si muovono le parole, le idee, le meditazioni.
Siamo quasi d'accordo, insomma...Anche se le difficoltà di comunicazione oggi non riguardano una certa età, anzi. Sono i giovani che conosco, moltissimi, ad essere nell'abisso del silenzio, delle distanze, delle strade parallele.
Ciao ciao
Antonio hai ben inteso che ho adottato la parola flirt per la "pubblica decenza" ...benchè io ritenga che la decenza sta in ben altro! E per di più oggi...che di decente forse è rimasto davvero poco, non è il sesso a dover scandalizzare a parer mio.
Scrivere è anche giocare con le parole e dunque mi concedo la licenza!
Certo se parlassimo davvero di maniaci sessuali non ci sarebbe da scherzare, anzi. Ma qui trattasi solo di adulti sereni e consenzienti, tra fantasia e realtà, quindi possiamo anche sorridere.
Un caro saluto
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 22/06/08 a 18:21
Potrebbe diventare l'idea per una terapia di coppia.
Magari con l'accortezza di scegliere un grattacielo.
'Coppie scoppiate? Niente lettino dello psicanalista,niente terapie di gruppo,niente crociere costosissime!
Una ventina di piani e voila'!La passione è garantita'
Un saluto estivo.
Scritto da: Anna Rosa Balducci | 22/06/08 a 22:27
Veramente sapevo la storia del far l'amore in aereo, non quella dell'ascensore. Pare che ci sia addirittura uno speciale club, degli scopatori dell'aria.
L'ascensore non mi ispira particolarmente. Penso alle sospensioni affaticate della cabina, arrestata fra un piano e l'altro.
Forse avevo letto o sentito di due che lo facevano in ascensore per mancanza d'altri posti. Un ascensore di quelli vecchi, che apri la porta e tocchi il muro.
ciao!
Scritto da: Biz | 25/06/08 a 15:46
Comunque, l'ascensore può ispirare, è vero.
La signorina procace e l'afrore ...
:-)
Scritto da: Biz | 25/06/08 a 15:48
Eh eh Biz...anche l'ascensore è galeotto, dicono. Ma temo che non potrò verificarlo: la claustrofia incide negativamente sui desideri carnali :))
Ciau!
Anna Rosa... ascensoreterapy, non male!
Scritto da: irenespagnuolo | 25/06/08 a 22:48