Basta acciughe e stecchini. E’ morbida e prosperosa la donna che avanza. O almeno così si direbbe visto il successo delle forme…
Considerando che di simboli si nutre l’immaginario collettivo, una bellezza prorompente e florida fa intravedere una rivincita di tutte le donne procaci sulle mingherline.
In verità è un’analisi modesta del costume, anzi un’analisi ingiustamente e scioccamente riduttiva. Forse anche alle donne andrebbe riconosciuto il merito in base al cervello dimenticandosi del corpo. Il discorso è complicatissimo. E a volerne parlare seriamente dovremmo addentrarci in questioni naturali, culturali e sociali di speciale profondità.
Restiamo dunque sul filo del costume, con serena ironia.
Abbiamo un ministro che ha un fisico diciamo esplosivo. E, per un istinto che ci sembra quasi ovvio e normale, i commenti si scatenano. Dai rabbiosi, ai perplessi agli audaci e felici, possiamo passare in rassegna l’umore maschile e quello femminile. Perché la bellezza e certa sua appariscenza portano già grandi stimoli, reazioni, piaceri, invidie, facili o difficili etichette. Se poi la bellezza e certa sua appariscenza approdano nelle stanze dei bottoni possono muoversi montagne…almeno di parole!
Le virtù evidenti ci sono. Il problema restano quelle da scoprire. E qui si radicano gli schieramenti. Al di là della politica spettacolo o dello spettacolo della politica, un ministro andrà valutato per quello che fa. Ma come negare l’immagine?
Mi spiego. Oggi è impossibile. Per i sostenitori e per i detrattori. Insomma il riferimento è inevitabile. E’ lì in tutta la sua prorompente realtà! E non si cancellano con un colpo di spugna secoli di attrazione o di diffidenza per certa bellezza e certa sua appariscenza.
Qualcuno fa il sorriso beatamente sciocco. Qualcuno è rapito. Qualcuno sventola la bandiera. Qualcuno fa l’intellettuale stizzito. Qualcuno si sbraca in battute salaci. Ma in ogni dove aleggia quell’aria piccante da licenziosa allusione alle apparenze, quella subdola o sfacciata attenzione che si presta quando l’occhio reclama la sua parte.
Può essere curioso vedere se l’approccio delle donne è diverso da quello degli uomini. Se trapelano più retaggi di pregiudizio o più indulgenza per le grazie.
Sicuramente trasversale è l’ombra del sospetto. La solita. Quella per cui certa bellezza e certa sua appariscenza abbiano porte aperte solo in ragione della spintarella conquistata sul campo, dove il campo è il letto di qualche potente di turno.
Accanto ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. E magari accanto ad una grande donna c’è sempre un grande uomo, insomma… E se il nuovo ministro bella e formosa avesse avuto un passato da scienziato o da professoressa o da casalinga o da impiegata? Chissà.
Comunque i trattenuti stanno tra le donne come tra gli uomini. Trattenuti, ovvero coloro che tengono il fiato e si morsicano la lingua. Aspettano. Perché a parlar male di certa bellezza e di certa sua appariscenza si rischia di passare per gelosi, superficiali, stupidi, schiavi di tabù assurdi, insostenibili e vergognosi. E a tirar fuori la storia che tra il mestiere di valletta e quello di ministro c’è un abisso è grande il pericolo di vedersi tacciati di vedute corte, di preclusioni antidemocratiche o di pochezza umana.
Magari le colleghe, miss di bellezza più domestica e di trascorsi più ingessati, fanno buon viso a cattivo gioco. Magari. E magari i colleghi fingono di interessarsi ai discorsi con l’aria assorta e perduta nel decolleté. Magari.
E intanto serpeggia il clima di attesa. Inutile negarlo. Chi tace o simula indifferenza come chi blatera a dismisura o con simpatia uno sguardo al corpo niente male lo lancia, è scritto nelle stelle. Morbida o secca, la bellezza delle donne è croce e delizia.
E a dire che un ministro così è “solo” un ministro non ci si arrenderà facilmente.
Non è che adesso tutte le belle formose tireranno fuori ambizioni di potere?
Tra il serio e il faceto, sbizzarritevi a pensarla come volete.
Io vorrei che un ministro o una commessa, belle e formose, fossero donne di valore. E sto davvero a guardare. Adoro le sorprese, se liete.
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