Non trovo parole ma il mio vuoto è ben colmato dal Dalai Lama: “non abbiamo altro in nostro potere che giustizia, verità, sincerità.”
Si tratta solo di ricordarsene. E di ricordarlo a tutti.
Talvolta è il caso di piangere. Altre di ridere. O di parlare. Anche di urlare.
L’importante è esserci, esserci davvero. Altrimenti triste e inutile è il passaggio.
Sono stata ad una manifestazione pro Tibet sabato scorso organizzata da un comune alle porte di Milano. Era presente il Sindaco e tutte le associazioni sportive, ma poca, pochissima gente.
Uno dei monaci che ha partecipato alla marcia ha pregato di esporre le bandiere tibetane alle finestre delle nostre case, per ricordare a tutti quello che sta succedendo.
Hai ragione, l'importante e' esserci.
Scritto da: cenerentola | 08/04/08 a 13:07
E' sempre il solito discorso Irene. Passato lo santo,passata la festa. Un istante di indignazione a favore del Tibet e la coscienza è a posto. Avanti il prossimo!
luigi
Scritto da: luigi | 08/04/08 a 13:49
Anche i semi costretti al silenzio prima o poi danno frutti.
Anche le parole che si perdono nell'indifferenza prima o poi cadono su un terreno in cui piantare radici.
Anche le testimonianze che rimangono inascoltate prima o poi trovnao orecchi che si schiudono come fiori a primavera.
E allora i petali della libertà risplenderanno vedranno i loro colori resi vividi dal sole della giustizia.
Tibet libero!
Scritto da: Gian Contardo | 08/04/08 a 15:32
Luigi è un timore concretissimo il tuo...ma auguriamoci che qualche volta la festa continui.
Tibet libero, Gian, insomma speriamo!
Cenerentola, tu hai fatto presenza, non è poco. Ciao carissima...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 08/04/08 a 23:53