Sai cosa trovavo intrigante di te?
Non il tuo abbigliamento decisamente trendy, non i capelli colorati e allungati, non le tue pose singolari. Ma il meraviglioso contrasto che leggevo tra tutta questa apparenza e il tuo cervello ricco di buona cultura, di valori, di capacità di analisi e riflessione.
L’apparenza scivolava via, archiviata come un fatto anagrafico o un vezzo spiritoso. E restava di te l’idea solida di un ragazzo intelligente, di buona educazione, di solida sensibilità, di speciale ironia.
Scavando mi sono ritrovata invece a provare una sensazione di disagio e di confusione. In realtà porti tutto il tuo buon bagaglio come un fardello. E’ una zavorra che ti segue e ti sta addosso perché ti hanno inculcato bene di tenerla in conto se e fino a quando non sfonderai in quelle che sono le tue vere aspirazioni. Desideri i lustrini, il mondo colorato e leggero della moda, il palcoscenico della tv, il click di un fotografo.
Ma tieni i piedi per terra perché sei lontano da tutto questo.
Manderesti volentieri al diavolo i pensieri profondi per un successo da copertina! Accidenti…Rivedo tutto, con questa luce che illumina diversamente tante parole, tante cose, tanti atteggiamenti. E capisco anche perché tutto quello che ti sembrava tanto originale in definitiva non lo era poi tanto. Insomma, chiariamoci. Vestirsi secondo il diktat assoluto della moda non è poi così originale…Attaccarsi fasulle ciocche per allungare la chioma è quanto di più comune si possa fare oggi…”Rendersi in qualche modo anticonformisti” è il modo peggiore per rivelare di esserlo.
E allora forse se proprio vuoi inseguire ad ogni costo il sogno della celebrità, tanto di tendenza oggi, mi tocca consigliarti di costruirti un’immagine veramente alternativa. Tira fuori la fantasia! E lotta, almeno per il tuo sogno, sfruttando il cervello che ho conosciuto.
Certo come si possa coniugare il tuo patrimonio con ambizioni di questo genere è affar tuo. A me sembra un delitto. Ma la vita è tua.
Guardati intorno e se puoi guarda anche dentro quel mondo che tanto ti piace…Magari scoprirai che ci abitano poche persone come te o magari, con mio totale sgomento, incontrerai il benessere psicologico che cerchi. Insomma, mostra a te e a tutti almeno chi sei veramente e cosa sai fare…Perché a fare come tutti o tanti non è che si emerga facilmente! Se ti appiattisci su un paio di pantaloni un po’ così, una maglietta un po’ così, un’acconciatura un po’ così…così come una marea di sognatori di un passaggio davanti alle telecamere non fai molta strada, credo.
Amanda Lear, per esempio, giocò benissimo con l’ambiguità. Ma decenni fa! Adesso francamente ripetere lo stesso copione sarebbe un pochino scontato e ridicolo, credo.
Possibile che stupire diventi invece sinonimo di banalissima omologazione a certi standard? Se ti adegui “a quello che và” non desterai scalpore, penso.
Chissà…forse qualche volta ti è balenata l’idea che qualcosa di soddisfacente, insolita ma meno vistosa potesse comunque soddisfare il tuo bisogno di protagonismo. Ecco, forse anche questa è una dimensione esplorabile. E magari richiederebbe qualche sforzo in meno per coniugare testa e superficie e per mostrare davvero una “sana stravaganza”.
Scavando il vero viene a galla.
D'altra parte in una società dominata dall'apparire, parole come cultura, intelligenza, classe, sembrano vocaboli demodè.
Dici bene che la trasgrssione alla Amanda è cosa d'altri tempi. Oggi non avrebbe audience.
Buona giornata, Fino
Scritto da: Fino | 23/01/08 a 12:18
Ognuno è libero di vivere come vuole; speriamo che poi non si penta del tempo sprecato e delle occasioni perdute.
Scritto da: Gian Contardo | 23/01/08 a 12:34
L'ambiguità, demodè e difficile da vivere, avrebbe anche un'altra controindicazione: dispiacerebbe a talebani del caibro dei cardinali ruini.
luigi
Scritto da: luigi | 23/01/08 a 16:10
bhe devo dire che mi ha fatto davvero pensare questo scritto...mi domando cosa in te possa averti spinto...a tanta sicurezza nel giungere a questo pensiero...talmente convinto..da poi condividerlo con il mondo intero..e mi chiedo allo stesso tempo...se questo discorso lo hai affrontato..con il diretto interessato...se magari ti è balenata la minima idea..di dar conferme a tuoi pensieri...dimmi non credi invece..che magari sia il segnale di un qualche malessere??piuttosto che magari la semplice voglia di esser quel metro più distante rispetto..dai soliti ragazzi..con i jeans strappati...o dal giretto in centro il sabato pomeriggio?? o magari ancora la ricerca del proprio "io"???
un mondo dorato fatto di flash e copertine è abbastanza alla portata di tutti ormai!!
perfino di chi sponsorizza se stessi..attraverso anche la scrittura di questi blog!ecco piuttosto poniamoci tutti noi delle domande!chi siamo noi per poter entrare nei pensieri e nei sentimenti degli altri???? ecco magari pensando a questo..scivoleremmo anche sui sogni altrui....
Scritto da: il lato oscuro delle cose | 29/01/08 a 23:58
Il lato oscuro delle cose...spero di sbagliarmi ma ho il sospetto che il tuo intervento celi un equivoco. E probabilmente nasce da un pizzico di protagonismo, nulla di grave per carità...
Narrare, almeno per me, è spesso mescolare fantasia e realtà, giocare su uno spunto, sovrapporre persone e situazioni, reinventare percorsi...
Magari rubo l'apparenza di uno per scrivere di un altro. Magari racconto di un uomo e lo presento come una donna e viceversa...
Non ti è balenata l'idea che non sempre ciò che appare è?
Non ti è balenata l'idea che ciò che scrivo non si riferisce a qualcuno ignaro delle mie riflessioni ma invece a chi ben sa e molto ne ha parlato con me?
Non ti è balenata l'idea che io sia sempre fin troppo schietta e quindi non avvezza a non affrontare, se del caso, discorsi con l'interessato ?
Non ti è balenata l'idea che io non amo invadere i pensieri e i sentimenti altrui ma piuttosto osservare e riflettere tra le sfaccettature delle persone e della vita?
Può essere spiacevole ma resta un equivoco, solo un equivoco.
Se poi ti spiace sponsorizzi me stessa attraverso un blog, lato oscuro delle cose, è disturbo e affanno tuo, purtroppo ciascuno fa quel che può :-)
Di certo domande me ne pongo molte, troppe forse.
Magari per questo scrivo e non penso a flash e copertine.
In ogni caso, sia chiaro, se sensibilità ho urtato, è stato incidente involontario ma me ne scuso. Francamente non mi piace arrecare sofferenza, assolutamente no.
Scritto da: irenespagnuolo | 30/01/08 a 00:23
bhe per carità...volendo esser precisi...non mi sono arrecato alcun affanno..nel pensare al tuo sponsorizzarti attraverso un blog...anzi! se proprio si vuol esser sinceri..penso l'esatto contrario!
rimane il fatto che
rimango delle mie idee, pur sbagliate che siano!
chi passa una vita ad esser giudicato e criticato
riesce ad avere una corazza sulla quale tutto scivola..anche la lama più tagliente o il commento più scottante...
bhe paradossalmente però diventa mille volte più sensibile... non solo alle parole ma perfino ai pensieri delle persone a cui tiene...
tutte le analogie..che hai inserito nel tuo brillante scritto...
mi hanno appunto portato ad una riflessione...o ad uno sfogo..chiamalo come vuoi....
e mi sono sentito di farlo!
appunto perchè ritengo che tu sia una persona per cui ne valga la pena farlo!
perchè sapevo che non rimanevano parole telematiche senza ascolto...
bene se tutto ciò..è frutto di un equivoco...
mi scuso..anche solo per un attimo di aver fatto vacillare la mia considerazione..nei tuoi confronti...(che peraltro è rimasta immutata)..
credo che il bello dei rapporti umani sia anche questo...ingarbugliarsi in pensieri..sogni e realtà..
in ogni caso, sia chiaro,se sensibilità ho urtato,è stato incidente involontario ma me ne scuso.Francamente non mi piace arrecare sofferenza, assolutamente no.
Scritto da: il lato oscuro delle cose | 31/01/08 a 13:58
...ritengo che tu sia una persona per cui valga la pena farlo!
Ti ringrazio, davvero.
Ho ben capito le analogie esteriori che hanno generato l'equivoco. E d'altra parte capita proprio così...che per mascherare qualcuno lo si travesta di particolari che si prestano alla narrazione. Particolari che si dicono di fantasia...Ma da dove esce la fantasia? Si nutre comunque di ciò che vediamo e conosciamo, di una realtà che elaboriamo e prestiamo alle pieghe di un racconto...
Diversi lettori e commentatori hanno ben colto che Amanda Lear del post, sebbene l'abbia vestita da uomo, è una donna, proprio come la nota Amanda Lear: la "verità" si celava nel titolo, insomma.
Ho commesso un "furto di caratteristiche esteriori", lo ammetto. Non meditato, sia chiaro. Puro guizzo di ispirazione letteraria...e scusami, me lo permetto solo d'istinto non per meriti.
E mi spiace se ciò ha ferito...
L'unica cosa che infatti tengo a precisare è che io sono qui, sul filo proprio della sensibilità. La stessa che, non dubito, hai tu.
Anzi, forse oggi ce ne scopriamo dentro un pezzetto in più perchè in qualche modo abbiamo accarezzato l'uno i pensieri dell'altro...perchè "scontrandoci" inavvertitamente abbiamo trovato la voglia di dirci che ci siamo e più vicini che mai, chissà.
Credo che la sofferenza possa unire, molto.
Proprio perchè, come scrivi tu, fa diventare mille volte più sensibili.
Perchè mi dilungo?!
Non serve, penso.
Nulla è irreparabile no?!
Soprattutto se ci sono intelligenza, rispetto, simpatia...E ci sono.
:))
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 31/01/08 a 18:59