A Novara un’altra tragedia di un disagio da brivido. Entrambi siciliani residenti a Novara, città di provincia ancora tranquilla ancora ricca ancora a misura d’uomo, vivono una storia d’amore movimentata e chiassosa. Violenza tra le mura domestiche.
Fino alla morte quando lei lo lascia, lui non lo accetta e la uccide, dopo averla stuprata e barbaramente picchiata. I casi si ripetono. Aumentano, credo.
Tirando fuori la cifra nera potremmo ipotizzare che in passato molti maltrattamenti in famiglia rimanevano segreti e non denunciati quindi sfuggivano a statistiche e controlli. Forse meno donne si ribellavano e così non c’erano omicidi di ex incapaci di rassegnarsi. Forse.
Resta il fatto che oggi, davanti a questi crimini disperati e furiosi, ci chiediamo se e quanto incidano situazioni di sofferenza individuale e quanto invece serpeggi in seno al nostro modo di vivere e alla nostra società un male subdolo e diffuso.
Talvolta indagando ci troviamo davanti a casi che affondano le radici in culture o subculture resistenti all’evoluzione della libertà femminile o in patologiche alterazioni della sfera affettiva. Pericoli latenti che scoppiano, dietro apparenze “normali”, dopo un tradimento o un abbandono. Altre volte ancora scopriamo immaturità gravi che influiscono pesantemente sulla gestione delle relazioni e che, di fronte a momenti duri e ostili, hanno reazioni abnormi e terribili.
Gelosia e sfrenato senso del possesso, sindrome dell’abbandono, piccoli disturbi della personalità possono segnalare il probabile killer ? Presumo che se dovessimo usare troppa cautela “scarteremmo” troppi possibili compagni !
Non parlo da esperta, non ne ho la competenza. Anzi, vorrei solo provare a capire.
E ovviamente riuscire a distinguere le ragioni personali, derivate da qualche particolare stato psichico o, se possibile, da momenti di lancinante esasperazione, da quello che può trovare spiegazioni “sociali”.
Ho l’impressione che uomini e donne vivano la stagione della difficile ricerca di un equilibrio che possa tradursi in rapporti umani e di coppia più sereni e meno tesi o alterati. E mi chiedo se questa epidemia di crimini passionali possa essere il portato di qualche frattura, di una disarmonia tra i due sessi, i “ruoli” o le caratteristiche nei quali sono in qualche modo imprigionati e una sofferenza generale che affatica gli animi e il benessere psicologico.
Sentimenti morbosi che celano rabbia o paura, manifestazioni di disprezzo e sopraffazione che negano il senso della vita. Amori malati che di amorevole non hanno neanche il ricordo. Solo dolore e brutale deviazione dalla dimensione del rispetto.
Lo sfondo, variegato, comprende ogni età e ogni contesto come se democraticamente il male non facesse discriminazioni o sconti. E per quanto sia sempre più clamorosa e nota la violenza del maschio sulla femmina non dimentichiamo che esiste anche a parti invertite e talvolta è davvero massacrante. Moralmente soprattutto (e a questo dedicherò un altro post).
Non ricordo chi fosse, credo uno psichiatra, intervistato tempo fa sui nuovi reati di amore e follia aveva parlato di una sorta di sbandamento morale della nostra epoca che ha provocato un forte allentamento dei freni inibitori : le personalità deboli, intendendosi con ciò quelle meno solide dal punto di vista emotivo, ne subirebbero le conseguenze più eclatanti e disastrose. Sarebbero loro i potenziali carnefici e le potenziali vittime.
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