Ci sono persone, anche pessime magari, capaci di porsi, per non dire di imporsi.
Anche nel lamento. Gridano la rabbia, sfogano il loro malumore, raccontano i loro problemi, piangono i loro dispiaceri.
Ti accorgi che non sono mai proprio deboli e disperati.
Hanno la forza di chiamare i soccorsi, di ribellarsi alle ingiustizie, di desiderare una sorte migliore, di accusare chi ritengono colpevole di loro vicissitudini, di non rassegnarsi. Sanno farsi ascoltare, sanno calamitare le attenzioni, riescono a trovare una spalla, una parola di conforto, una mano. E comunque non tacciono. In qualche modo sono salvi proprio perché non lasciano che l’anima diventi ingombra di brutture e di dolore.
Ci sono persone che urlano in modo stonato, purtroppo non conoscono le armonie comuni. Arriva stridula la loro sofferenza. Quasi fastidiosa. Sono menti lacerate, spiriti in frantumi che vagano nel buio e si aggrappano a casaccio, sgraziati, vinti dai loro fantasmi, lontani dal mondo che li circonda.
Pensi che le prime sono molto più facili da comprendere. Inciampano solo nelle trappole e negli ostacoli della quotidianità, puoi dare loro pronto sostegno. E’ vero, sono odiosi nel loro compiangersi, arroganti nella pretesa di un benessere oltre ogni naturale limite. Ma in fondo sono umani, sopporti, presti attenzione, accarezzi, risolvi. Magari non conoscono drammi veri e quindi la pagliuzza diventa trave allora ti fai carico di tutto, è semplicissimo.
Le seconde sono un abisso. Hai paura, ti scaraventano nella confusione e nell’angoscia. Per questo non puoi consolarle e star loro accanto nello stesso modo.
Eppure le giustificazioni non bastano, ti tormenti. Sbagli e cadi ogni volta. Troppo tollerante e aperta con le prime, bloccata e inutile con le seconde.
Accidenti, che rabbia.
Ti ritrovi ad ascoltare e confortare le prime e quasi fuggi davanti alle seconde. Non sai esserci proprio per chi ne avrebbe davvero bisogno. E continui a chiederti perché non ti neghi una buona volta alle prime insegnando loro, magari, che esistono le secondo per le quali tutti insieme, magari, muoversi davvero in attenzioni e pietà.
La verità è che plachi il senso di colpa per il tuo smarrimento verso le seconde dando tutto ciò che puoi alle prime, cercando così almeno di non tenerti disponibilità e bontà chiuse in tasca. La verità è che le prime riescono a “distrarti” dall’orrore delle ferite enormi e profonde che le seconde lasciano in te. La verità è che le prime ti tengono in questo mondo.
Ma la verità è anche che le prime, con il loro testardo e superbo egoismo, si godono la vita con i loro problemucci da quattro soldi e non degnano di uno sguardo le seconde. Solo tu sei lì in mezzo al guado, stanca e afflitta. Solo tu tocchi le une e le altre e non sai davvero quale sponda desiderare. E loro, le prime, se ne infischiano allegramente anche del tuo sconfinato malessere…
Accidenti, che faticosa esistenza tocca ad alcuni.
Persone così, alla fine sopravvivono allegramente, mentre tu accumuli tutta l'energia negativa e ti carichi di sensi di colpa! Eh, questo è un argomento ch mi trova molto preparata ahimé! Ciao Irene, brava come sempre, Gianna
Scritto da: giannav olpi | 26/08/07 a 20:36
Davvero è così. C'è molta gente oggi che si piange addosso, che gioca a compiagersi e a farsi compiangere. Ma è vero non è facile aiutare chi ha veramente bisogno. Hai centrato molto bene il problema... Un abbraccio Giulia
Scritto da: Giulia | 26/08/07 a 21:26
Come invidio chi appoggia la testa al cuscino e "ronf ronf" dorme subito... A che categoria appartengono secondo te?
Baci
anecòico [CattivaMaestra]
Scritto da: anecòico | 26/08/07 a 23:17
Cara Irene,secondo me la pretesa del benessere non è mai un segno di arroganza. Fa parte della natura, è relativa e ognuno la manifesta a suo modo, con note armoniose o discordi.
Un bacio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/08/07 a 09:24
Giulia, Gianna...sento che avete colto, comprendendo quanta angoscia piova addosso a chi davvero sa e prova cos'è davvero il bisogno e si ritrova in mezzo ad un mare di gente allegramente adagiata sui suoi problemini con la lacrima in tasca tanto per attirare un pò l'attenzione...
Un caro saluto
Irene
"Splendidi" menefreghisti anecòico...
Bacio
Dragor diventa segno di grande arroganza quando non si vede intorno chi sta molto male o ha bisogno di aiuto davvero...
Kiss
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 27/08/07 a 11:16
Bhè analizzando la situazione quindi esistono 3 tipi di persone... e se dovessi scegliere a chi appartenere preferirei quello che hai scelto tu... ovvero quello che ascolta il primo e si prodiga per il secondo.. anche a proprio discapito in modo altruistico non interessato
Scritto da: Stefano | 27/08/07 a 11:34
Ciao Irene,
credo che ognuno di noi sia convinto di avere un giusto motivo per lamentarsi. Poi, come lo faccia, dipende da cosa si aspetta dal prossimo come è abituato a rapportarsi con i suoi simili.
A presto.
Antonio
P.S.
Hai per caso un'immagine riferita all'ArtCafé un po' più grande?
Quella che sono riuscito a recuperare del tuo sito è troppo piccola, quasi non si vede.
Scritto da: Antonio Cracas | 27/08/07 a 14:15
il tema di oggi è un vero "macigno" tanto è vero e terribile! dagli egoisti cronici è difficile liberarsi purtroppo! e ti ritrovi tra l'amica che non la finisce di lamentarsi di una dieta perchè ha preso 2 kg e l'amico che muore di leucemia con una dignità che ti lascia sgomenta. Per quanto sia duro stare vicino a chi soffre veramente vale la pena farsi coraggio e non lasciare che la paura di affrontare una persona cara nella malattia ci impedisca di non essere lì a darle una mano....soprattutto quando aspettare può voler dire arrivare troppo tardi.
Mentre il tempo per "assistere" l'altra, presa dal mettere il dietor al posto dello zucchero, c'è e ci sarà...
Scritto da: grace | 27/08/07 a 14:22
Stefano hai ragione, infatti...ma talvolta non è duro, è durissimo.
Grace quanta sensibilità e quanta saggezza ! Le tue parole sono giuste e dolci anche se a volte è tanto difficile farcela.
Grazie Grace per la speciale attenzione...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 27/08/07 a 15:14
Perdonami se intervengo nuovamente, l'argomento, si capisce, mi sta molto a cuore!!...volevo ringraziarti per la capacità di sollevare questioni di ogni tipo, più facili e più difficili...l'importante è sentirsi vivi. E' sentire che le cose belle non sono scontante, che ci alimentano, ci danno l'energia che dovremo avere per impegnarci poi in quelle "brutte". Non è forse ricordando i momenti più belli che hai passato con una persona, che ne rafforza il ricordo e aiuta le persone a superare il dolore della mancanza? Nascondersi, non tenerne conto o non esserci nei momenti più duri degli amici è come non aver fatto mai parte di quei ricordi, di quei momenti piacevoli che ci hanno fatto ridere e stare bene, è sparire dalla vita...
Scritto da: grace | 29/08/07 a 13:29
Grace...avere lettori e commentatori come te è un grande stimolo ! E il confronto, lo scambio sono splendidi momenti per riflettere, capire, aggiungere un tassello o guardare le cose da un nuovo punto di vista.
GRAZIE !
Scritto da: irenespagnuolo | 29/08/07 a 14:02
Ci si dimentica presto di aver pianto su qualche spalla, ci si ricorda tutta la vita di aver prestato la spalla su cui piangere.
Scritto da: Stefy | 29/08/07 a 16:59
Può darsi che per qualcuno sia così Stefy...
Io ho offerto la spalla un numero infinito di volte e non ho mai smesso di offrirla...
A me non hanno prestato molte spalle. Pazienza...
Scritto da: irenespagnuolo | 29/08/07 a 17:56
lo pensi davvero ? Leggendo i commenti ai tuoi articoli (per ora solo alcuni perche' ci sono capitata solo ieri)trovo che molte persone nutrano sincero affetto per te. Beh, credo che molte di queste persone siano altrettante "spalle" su cui puoi contare.
Scritto da: Stefy | 30/08/07 a 13:30
Stefy...profonda la tua riflessione.
Ehm, hai ragione. Si, mi hai fatto sorridere !
E' vero : questo mondo "virtuale" talvolta si è rivelato più caldo e forte di quello reale.
:))
Un caro saluto
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 30/08/07 a 15:43
spagnuoloirene.blog.lastampa.it, how do you do it?
Scritto da: Leonor | 10/03/10 a 14:57
Cara Irene , saltabeccando tra i tuoi post, mi è capitato di leggere anche questo e rimanere sempre comunque ammirato della tua sensibilità. Credo che sia nella tua natura e penso di sapere almeno 1 un motivo per cui lo sei o lo sei diventata (io ho messo ordine nella mia sensibilità ed essa si è sicuramente accresciuta con il controllo e il compenso della bipolare; sembra assurdo ma è così e penso che per i bipolari sopravvissuti bene alla malattia generalmente accada questo); mi pare di avere letto in un post che tu abbia adessso un compagno. Spero sia una persona eccezionale come te e ti faccia godere tutte le gioie che ti meriti, perchè , accidenti sei così sensibile ai dolori degli altri che un pò di sano egoismo per te ci sta, o no? Devi ricaricarti sempre le pile per potere essere di aiuto agli altri e scusa se ti faccio il sermoncino. Baci.
Scritto da: Marco D'Auria | 10/03/10 a 17:28
Si...il mio è proprio un compagno eccezionale!!!
Marco, grazie per il sermoncino, è favolosa la tua generosa sensibilità :)
Scritto da: irene spagnuolo | 12/03/10 a 20:44
Irene,
è bello leggere questo post, vecchio per il web, ma che mi pare molto sentito ed in linea con la persona che immagino tu sia, certo, come gia dissi, nata per scrivere.
Un tema eterno dell'uomo nel mondo da sempre.
Fra le persone care e non , gli sconosciuti che sfiori o ti sfiorano,con i quali ti senti sulla stessa lunghezza d'onda, dei quali ti pare di intuire tacite richieste; oppure alle quali a volte vorremmo chiedere, aiuto, affetto, una spalla ma non ne siamo capaci non riuscendo a trasformare i pensieri in parole che abbiano un senso....e il passo continua ma ti sembra di aver perso qualcosa....
Buona notte/giorno
Pier
Scritto da: Pier | 13/03/10 a 01:07
Eh Pier...effettivamente è molto sentito, hai percepito benissimo.
Può essere una vita molto molto molto faticosa...ma insomma splendida risorsa per chi ama scrivere!
Ciao Pier buona serata e grazie, di cuore, per la lettura sempre attenta.
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 15/03/10 a 21:19