Te ne sei andata senza neanche raccogliere i cocci di quello che avevi rotto. Te ne sei andata spezzando sogni, promesse, abbracci, certezze. Te ne sei andata ripetendo il male che avevi giudicato intollerabile si potesse compiere. Proprio così, senza lasciare una porta aperta. E nel mistero che lascia sgomenti.
La differenza rispetto a chi ti ha preceduto è che tu non hai scelto il silenzio, hai finto ogni tanto di lanciare una parola. E’ il limite più umano che ti riconosco. Non hai la stessa scaltrezza, hai un intelletto meno vivace. La menzogna pietosa fa anche parte del tuo bisogno di non lasciare brutte tracce. Altri non avevano questa necessità, forti del privilegio di sentirsi migliori.
Ti sei avvicinata proprio a quel mondo. Quel mondo per il quale non sei che una preziosa presenza concreta…Come una mano, un elettrodomestico, uno strumento che allevia la fatica di qualche azione. Quel mondo che ama e stima chi gli appartiene e non chi, come te, lo rispetta e lo riverisce dietro una ridicola apparenza di libertà.
Prima si chiedevano che diavolo potessi trovare in una persona come te…Ora si chiederanno cosa ti abbia illuminato per farti scappare o quanto stolta tu sia nel sentirti fiera della fuga.
Ma di quel mondo a me non importa, sei tu che potresti trovarti a fare i conti con l’amarezza della realtà…
Io di te ricordo i momenti bellissimi. Io conservo la memoria del tuo aiuto, del tuo conforto, della tua generosità, della tua allegria. Io porto nel cuore tutto quello che hai fatto per me e con me. Perché ti voglio bene. Perché non posso cancellare istanti e gesti grandissimi.
Ma non commetterò l’errore di torturarmi come con chi ti ha preceduta. E non perché tu non meriti le mie lacerazioni. Anzi, tu sicuramente le meriti molto più di chi me le ha scatenate per un tempo lunghissimo. Sono io che non ritengo più di dover sopportare un dolore che non accetto. Dovevate urlare e picchiare, se era giusto. Ma non andarvene. Chiudere la porta e lasciare nell’agonia è da estranei. Sempre ammesso che esistano estranei tanto duri e tanto feroci…
Puoi domandarti come sto ma, per favore, abbi cura di non domandarlo a me.
La mia sofferenza e la mia gioia non ti riguardano. Non sono di alcun interesse per te.
Te ne sei andata consapevole che per me la replica poteva essere fatale. Bene, evidentemente è stato quello che volevi. Goditi la lontananza.
La lettera non ti aspetta più. D’altra parte era un patetico ultimo abbraccio che hai rifiutato per non rischiare neanche una lacrima o una fitta al cuore…Brava, hai pensato a te, a quel mondo nel quale credi di trovare un po’ di benessere. Te ne auguro tanto, con infinito affetto. Anche se non posso non provare orrore e paura. Quel mondo è il niente.
Ed elargisce elemosina, come sempre.
E' forse azzardato stabilire un nesso fra questo post e "Aiutiamo i 'sani' a capire i malati"?
Forse si tratta della fine di un'amicizia, forse di altro, ma l'impressione che ne ho tratto è che, oltre l'artificio retorico dell'uso della prima persona singolare, "Te ne sei andata" potrebbe anche essere letto come l'abbandono di una persona che sta male da parte di una persona "sana".
Comunque, qualunque sia il contesto del tuo post, hai ragione, Irene: dopo tanti abbandoni, ci si rifiuta di star male ancora una volta, per saggezza o per sopravvivenza.
La vita è breve: perché sprecarla soffrendo per il male che ci fanno gli altri?
Scritto da: Gian Contardo | 17/07/07 a 09:21
Non conosco i dettagli di questa storia ma percepisco amarezza, tristezza e delusione.
Davanti a questi sentimenti non credo esistano parole ma solo un lungo, silenzioso e sincero abbraccio.
Scritto da: chit | 17/07/07 a 09:39
Grazie CHIT !
Ciao Gian Contardo un nesso stretto concreto non c'è...ma sono comunque situazioni reali che si intrecciano. Lacerazioni della vita...
Per questa almeno posso cercare di non soffrire troppo. Non è facile ma è giusto provare...
Scritto da: irenespagnuolo | 17/07/07 a 10:01
O.T.(a metà)felice che sia passata a salutarmi, la "morbidezza" oramai è uno stile, o almeno si spera, proprio a seguito di storie toste che "lacerano". Forse un modo per prendersi cura di sé.
Scritto da: Mario | 17/07/07 a 10:27
Riconosco la tua lacerazione e la stanchezza intrisa di amarezza..e sono d'accordo con le chiusure definitive, con l'amor proprio che ha diritto di prevaricare, non dare minimo spazio. Si accetta, si perdona , ma non si apre alcuna fessura, nessuna possibilità, perchè si erge, forte ed austero, IL RISPETTO di sè.
Un abbraccio forte in piena condivisione ed empatia, tua amica
Mayra
Scritto da: Mayra G Louis | 17/07/07 a 10:40
Lettera dura, ma penso proprio che anche chi non l'ha ricevuta lo sia... Su Irene! PS: paura che mi sposassi, eh?
Scritto da: Fabioletterario | 17/07/07 a 17:39
Grazie a tutti, ciao Mario ciao Mayra, ciao Fabio (accipicchia che spavento !)
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 18/07/07 a 10:16
irene cara tra sogno e realtà, tra racconto e realtà. Io so di cosa parli.Può cmbiare il contesto, il sentimento che lega, ma il dolore è simile nell'amore ferito. In breve posso dirti che per 25 anni ho creduto in un'amica che mi ha regalato anche momenti bellissimi e conforto quando ero ammalata. Poi, nel periodo peggiore della mia vita (i 5 anni successivi ad un tumore) questa persona ha ritenuto bene di credermi insopportabile ed è passata numerosissime volte davanti alla mia stanza (colleghe) senza un saluto. C'è stato un chiarimento che è naufragato nel ridicolo e nel paradosso!
Sai come ha giustificato il suo comportamento? Dicendomi "ci sono due persone che ho fregato nella mia vita, uno è mio marito e l'altra sei tu...ma non posso farci niente!"
ho sofferto moltissimo...con la psicoterapia e l'aiuto dell'uomo che amo e di mia figlia ho superato questo dolore. Ho sempre pensato che l'amicizia fosse un dono prezioso, lo penso ancora.Ma la sofferenza e lo stupore restano.
ora è là, due stanze più avanti. Io sono una donna nuova, sono serena e non voglio più quell'amicizia...anche se lei tenta di recuperare è ormai inutile:)
Ti abbraccio
Scritto da: francesca | 18/07/07 a 14:22
ho inserito il nuovo link:)
Scritto da: francesca | 18/07/07 a 14:24
forza Irene!
scusa, ma il caldo mi rende banale ;)
un abbraccio,
anecòico [CattivaMaestra]
Scritto da: anecòico | 18/07/07 a 16:41
Grazie Anèc, si il caldo è feroce...
Francesca, lo stupore e la sofferenza restano, è vero. E' dura, come ti capisco !
Ma resta anche la voglia di credere nei sentimenti e nella vita...
Per fortuna per ora mi hanno risparmiato i chiarimenti : non sopporterei le "giustificazioni" e i "validi motivi". L'amicizia è o non è.
Un abbraccio speciale
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 18/07/07 a 17:29
E' un'esperienza che purtroppo abbiamo fatto tutti, quella del venir meno di amicizie che si credevano solide e che invece non hanno resistito alla minima prova.
Forse è meglio un'amicizia finita per una litigata, anche dovuta a futili motivi, del vuoto umiliante lasciato da chi sparisce da un giorno all'altro e ti lascia solo nel lento correre degli anni: il senso dell'abbandono è molto più doloroso delle ferite di un diverbio.
Scritto da: Gian Contardo | 19/07/07 a 12:03
Un abbraccio: le parole le hanno già scritte tutti gli altri ed a me non resta che quello.
Sappi che capisco e ti sono vicina.
Zia Elena
Scritto da: zia elena | 19/07/07 a 13:33
Grazie zia Elena...:))
Un bacione
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 19/07/07 a 13:43