E’ il titolo di un libro di Vanni Commerciante. Quel Vanni che mi ha raggiunto via mail invitandomi, in modo speciale, alla lettura e che poi mi ha spedito il libro.
Lo ricevo e istintivamente attratta inizio a leggerlo subito nonostante il tempo tiranno del momento non mi consente quelle immersioni alle quali mi abbandono quando un libro nuovo mi capita tra le mani. Eppure dalle prime curiose pagine riesce a strapparmi la sera ad un sonno che altrimenti giudicherei invincibile…
Vanni Commerciante ha colto nel segno. Il matematico alcolizzato è il libro che mi riconcilia con l’affannoso e irrequieto volo dei miei pensieri. E’ il libro aperto, il libro capovolto, il libro che non inizia e non finisce, il libro a tratti quasi fiabesco eppure così difficile e profondo…E’ un bosco fitto nel quale temi di perderti ma nel quale intravedi sempre la luce guida.
La vita del professor Artemio Gentile è la storia di un uomo e di ogni uomo, è la ricerca della Storia e il senso delle storie che la Storia disegna, vede, raccoglie, determina. Ha un tempo e potrebbe non averlo, è forte delle sue debolezze e ha la fragilità della delicatezza autentica.
Vanni Commerciante racconta con una passione che nello stile trova forme e percorsi singolari, pare che impugni un pennello e rappresenti su tela la realtà attraverso infinite sfumature di colore, tratti marcati di dolore e lievi segni di disarmante dolcezza. Indugia su ogni particolare e su ogni respiro, gioca sapientemente con le parole, compie un tortuoso viaggio tra passato, presente e futuro che costringe il lettore ad un perenne ballo di ricordi, proiezioni, speranze, sogni, verità.
Memoria e inquieta realtà in una ricerca ansiosa. La ricerca di pace e del senso della vita tra le pieghe delle radici e delle vicende che determinano scelte e futuro di ogni essere umano. La trama densa che Vanni Commerciante traduce in scrittura abbondante, in ripetizioni quasi ossessive, in maniacale descrizione dei dettagli è un lento ma intrigante cammino nello spirito del tempo, delle cose, dei luoghi, dei fatti, delle persone.
E il professor Artemio Gentile ha bisogno di quella lentezza, di quel groviglio di frasi, di quel delirante viaggio tra emozioni, riflessioni, piccoli e grandi respiri. Come ha bisogno di quel paesino delle Alpi lontano dall’urlo moderno del mondo e vicino al cielo, di quei personaggi che prima lo accolgono con paura poi con stupore e curiosità e infine con il rispetto e l’affetto che solo la semplice purezza riesce ad originare…
E così la ferocia e la grazia dei tormenti del professor Gentile aprono nuovi orizzonti in quel lembo di terra antica, schiudono i cuori, danno nuova linfa ai giorni, ai mesi, agli anni che scorrono. Dopo tanta faticosa analisi del dolore il professor Gentile tornerà dai ragazzi e dai colleghi dell’università …: “correva e si svolgeva il mirabile anno di grazia di nostro Signore MCM…quando, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico di Matematica all’università Pierre e Marie Curie di Parigi – Anno Internazionale della Matematica ! – il professore Artemio Gentile cominciò a parlare…”
La sua morte, come la sua vita, segnarono l’intero paese : DOMUS CALORIS…VIS MATHEMATICAE…
”Il Cristo risorto, il Cristo che cammina con i suoi piedi, è inginocchiato…e conforta, e benedice il nostro dolore !” sussurrò appena il Filino, abbassando il capo.
Chi si interroga sulla sofferenza cammina con il professor Artemio Gentile.
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