Vorrei inserire commenti sul mio e su altri blog ma un momentaneo (spero) impasse di typepad me lo impedisce. Mi dispiace, chiedo scusa a tutti. E ringrazio per gli interventi.
« aprile 2007 | Principale | giugno 2007 »
Vorrei inserire commenti sul mio e su altri blog ma un momentaneo (spero) impasse di typepad me lo impedisce. Mi dispiace, chiedo scusa a tutti. E ringrazio per gli interventi.
Scritto alle 20:36 nella ??? | Permalink | Commenti (4)
Sei in partenza. E non è un viaggio qualsiasi. Lasci la tua città, le tue radici, i momenti e i luoghi che hai portato dentro per tanti anni, le facce che hai visto migliaia di volte, i suoni e gli odori che ti sono familiari, i colori che conosci da quando sei nata…
Entusiasmo e ansia. Sicuramente pensi a domani. Alla nuova vita, alle strade che accoglieranno i tuoi passi, alle persone che incontrerai, a tutto quello che scoprirai, ai doni che ti porterà la tua avventura. Ti lasci alle spalle un posto che ti è diventato troppo stretto e troppo largo, un posto nel quale non stai bene. Fuggi da quello che non ti piace e ti soffoca. Corri verso l’aria che vuoi respirare.
Verrà anche la tristezza. Il tempo lenirà il bruciore delle ferite che ti procuravano i ritmi, le malattie, le regole o le mancanze della tua terra e verranno alla mente gli affetti, i dolci ricordi, le meraviglie del paesaggio, i piaceri di certe usanze. Proverai la malinconia…
Ci sarà il tempo della tensione. Tutti i cambiamenti possono turbare. Dovrai trovare altri equilibri, sperimentare, esplorare, abituarti ad un ambiente diverso, imparare a vivere pian piano in una dimensione tutta da scoprire.
Ma avrai grandi stagioni, lo so. Troverai la quiete. Saprai scalare le montagne. Lo merita il tuo coraggio. E’ scritto nella tua forza e nella tua vitalità. Ti piacerà, ne sono certa. E un po’ alla volta anche il velo di tristezza che potrà oscurare i tuoi occhi finirà in un cassetto, riposto con il garbo del rispetto e con serena tenerezza.
Guarderai avanti. Riuscirai a godere tutto.
E quando il pensiero andrà alle tue radici lo farà con allegria e senza rimpianti…
Quanta energia nella tua scelta ! Quanta grinta, quanti sogni, quanta speciale carica umana…! Questo è quello che conta. Parti con un bagaglio di passione, di speranza, di progetti. Sei bellissima nella tua gioiosa e frizzante sfida. Non mollare, mai.
Con quello sguardo aperto puoi andare ovunque, puoi vivere e amare. E vivrai e amerai in quel mondo che tanto hai cercato…
Ti aspetto. Arriverai presto, ne sono felice.
Scritto alle 00:09 nella Diario personale | Permalink | Commenti (16)
Ho ritrovato un’amica…grazie al blog. Potenza della rete.
Una grande emozione. Dopo vent’anni scopro che i suoi ricordi sono intatti, che usa ancora certi miei modi di dire di allora, che ha conservato lettere e biglietti. Sono vivi tutti i segni della memoria e ci sorprendiamo a comunicare con la stessa facilità ed immediatezza.
Penso a lei, a noi, a quel periodo lontano che ci ha visto insieme. Sono felice di percepire intatta la sua freschezza e godo della gioia che prova per questo splendido tuffo nel passato riacquistato. La sensazione meravigliosa è quella di cogliere il valore che ha dato a tanti momenti, a tante persone, a tante parole. La stessa passione, la stessa delicata sensibilità per i sentimenti, per i rapporti umani…Mi vedo allo specchio.
Ancora molte cose da dirsi, una grande voglia di condividere piccole e grandi riflessioni, il bisogno forte di respirare intensamente…
Penso a lei, a noi, alle persone che abbiamo incontrato, perso, conservato nella memoria, a quelle con le quali abbiamo a lungo camminato e a quelle che abbiamo accanto. Mi assale un po’ di turbamento. Talvolta il destino o le strade che scegliamo ci allontanano da alcuni, ci avvicinano ad altri, alterano il corso dei nostri stessi istinti. Ho come l’impressione che questi venti anni non siano trascorsi o siano passati purtroppo senza la presenza di chi forse avrebbe dovuto esserci…Ho come l’impressione che lei sia stata più importante di quelli che sembravano esserlo solo perché c’erano…
Certo è più facile l’allegria dell’album dei ricordi, la mente conserva il bello che è stato e mette le ali alla fantasia. Diverso dalla realtà, dal presente, dalla via che ti ha visto piangere, cadere, correre, ridere, sperare, sbagliare. Chi ha toccato i miei giorni, chi ha sofferto con me, chi è stato al mio fianco in vent’anni rischia di sbiadire di fronte al trionfo di quei favolosi tempi andati. Magari anche lei mi avrebbe delusa, offesa, tradita, annoiata in questi lunghi venti anni…Non c’era e allora si potrebbe credere che scalda il cuore un affetto che in qualche modo è solo sublimazione, suggestione, sogno.
No.
Quello che mi abbraccia sono i messaggi precisi di istanti fissati per sempre. Quello che mi abbraccia è l’entusiasmo della ricerca. Quello che mi abbraccia è il senso della vita e delle relazioni personali. Quello che mi abbraccia è il candore. Quello che mi abbraccia è un sottile filo che non si è logorato. Quello che mi abbraccia è qualcosa in comune : il calore sopra e prima di ogni cosa…
Ed è come se il futuro fosse nel passato.
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Grazie Iaia. Questo post è dedicato a te.
Scritto alle 22:21 nella Diario personale | Permalink | Commenti (2)
Piacevole venticello sulla pelle, affetto, simpatia, tenerezza. E se spingi un po’ sull’acceleratore trasmetti un brivido di piacere. Un gioco sensuale mentre gli occhi si cercano e i corpi si avvicinano. Calore, passione.
Mani che si muovono sapientemente, come se sapessero dove e come. Lieve pressione che ti fa sentire stretta in un abbraccio senza fine…
Piccoli gesti che portano via ogni pensiero che non si concilia con quel momento di magia. Stelle filanti, coriandoli…nel sorriso che schiude appena le labbra e fa brillare il viso. E’ come un racconto. La mappa di te e di me, i momenti, le sensazioni, la gioia delicata di una dedizione garbata e avvolgente. Ritmi, desideri, parole. Righe che si compongono, l’inchiostro delle nostre penne interiori sulla carta della vita.
E tornano. Si ricordano. Le ami. Sono le fiammelle che accendi e sulle quali soffi con il tuo alito in un lento e gioioso balletto delle meraviglie.
Scritto alle 12:42 nella Diario personale, Tra realtà e racconto | Permalink | Commenti (7)
Sorpresa ! E’ notte, rientro con le palpebre calanti, accendo la tv anche se so che il tempo di visione e ascolto massimo può essere di due minuti poi il cuscino assorbirà ogni suono, ogni pensiero…Nello zapping veloce mi sta sfuggendo ma resta impresso lo sguardo, ritorno su raidue, eccola : Vergine Madre di e con Lucilla Giagnoni.
Resto lì, rapita, fino alla fine.
Bravissima Lucilla con quella voce calda, quella presenza di scena così serena e dolce, quel sorriso che è come una calamita…Mi perdo in quello sguardo luminoso, in quella figura narrante che trascina in un crescendo di emozioni, di ricerca e di gioia. Mi riconcilia con tutto. Anche con la stanchezza, che d’un tratto lascia il posto alla voglia di ascoltare, di seguire gli occhi di Lucilla, il suono di una splendida preghiera…Anche con quella piccola ansia che ti avvolge quando il sonno ti ruba l’attimo per fermarti a pensare, quella cerniera tra un giorno e l’altro che funziona come una bussola.
Mi ha accarezzato il capo, ha dato quiete alla tempesta della fatica che intontisce, mi ha rallegrato il cuore.
Un gioiello e la memoria. Un grande pezzo e una grande artista. E il ricordo di Lucilla, brio e solarità. Non la vedo da qualche anno. E comunque sul palco fa sempre effetto, l’amica di un tempo. Grande Lucilla, intensa, meravigliosa, splendente. Una stella, davvero.
Scritto alle 11:31 nella Diario personale, Teatro | Permalink | Commenti (10)
Parole di velluto in una sigla da sms che suona ormai come un saluto consueto, una formula di stile, un modo di dire…
Ti accarezzano per un attimo, il tempo di leggerle. Poi via, scivolano lontane, tornano alla loro realtà consumata e scontata. Non scaldano il cuore, non possono. Sai che non traducono sentimenti, non esprimono affetti e passioni, non vibrano di emozione.
Quasi vorresti non leggerle più. Sono abusate e logore come vecchie frasi ripetute da un’abitudine che non le ascolta e non le pesa…Vorresti fosse rispettato il loro significato, vorresti fossero pronunciate o scritte solo quando qualche spirito ne ha dentro il vigore autentico.
Pacche sulle spalle che non confortano, sorrisi rapidi e distratti. Parole vuote. TVB abbreviato come è abbreviato il tempo del pensiero, segno parco e fugace di una disarmante superficialità. I sentimenti, i moti spontanei e impetuosi del cuore meriterebbero un’attenzione e un rispetto che l’approccio frettoloso e frivolo non si cura neanche di ricordare…TVB come una lama affilata, TVB come un ciao qualunque, TVB come un ammiccamento frizzante.
E non riesci a pensare che ti vogliano bene davvero.
Scritto alle 17:50 nella Costume | Permalink | Commenti (16)
Non è una scena da film. Purtroppo non è la battuta di una barzelletta. E’ solo un momento di ordinaria arroganza in un piccolo idiota mondo chiuso in un pugno di chissachi… Il Tal dei Tali è prepotente, sbruffone, altezzoso. Agita il dito sotto il tuo naso con aria insolente, alza la voce, inarca le sopracciglia con fare minaccioso. Impettito, rosso in volto : lei non sa chi sono io ! Se poi è una donna davvero perde ogni grazia...
Perbacco e chi sei ?! Se quello che sei autorizza la maleducazione, l’antipatia, la prevaricazione vade retro, non desidero approfondire la conoscenza !
Questi diavoletti in abito della festa non sono che loschi figuri, miserabili megalomani da ignorare o ai quali…sorridere. Si, sorridere. Trattandoli con garbo distaccato e con un pizzico (abbondante) di euforia scanzonata si smontano come panna lasciata all’aria. Gli manca il terreno fertile per infierire e ritirano gli artigli mangiandosi il fegato…
Che spasso prenderli per il naso, snobbarli con vivace nonchalance !
Scritto alle 14:49 nella Costume | Permalink | Commenti (23)
Non ricordi neanche più se galeotta fu la borsa o il vestito. Ricordi però esattamente quelle scarpe che ti hanno messo le ali ai piedi. E poi quel cellulare, quei yeans, quella maglietta…Giro obbligato nei negozi trendy, occhio ai gusti dei personaggi che contano, ottima conoscenza di riviste e pubblicità. Fino al ristorante “giusto” e al locale di tendenza per la sera.
Nessuna fantasia, nessun rischio. Tutto già stabilito e pronto per l’acquisto o la consumazione. E tutto facile : gli amici li trovavi proprio nei posti in cui andavi tu, con le stesse idee in testa, a percorrere le stesse strade, con il tuo guardaroba, con la tua suoneria…
Non decidevi, era la moda ad aver scelto te. Più, prima o insieme a lei avevano scelto te una “cultura” e una mentalità che esercitavano un fascino e un condizionamento assolutamente invincibili. Sentivi che gli altri, quelli liberi, erano “sfigati”. Tu non volerlo esserlo, volevi far parte del giro in.
Creatività, ricerca, personalità, voglia di “altro” ? Tutto riposto nel cassetto, sotto chiave. Sarebbero state cadute di stile o pericolose ribellioni. Meglio adeguarsi, farsi piacere quello che piace a chi tiene le redini del costume.
Eppure lentamente capivi che la moda aveva i suoi costi e non solo in termini di quattrini. Ti aveva levato il fiato. Ti aveva tolto i colori. Non ti voleva unica, come sei e per quello che vuoi…Aveva fatto di te la testimonial di regole che subivi. E un po’ alla volta ti aveva rubato l’anima. Non potevi andare dove desideravi, non potevi entrare in certi negozi, non potevi concederti un costume visto su una bancarella, non dovevi frequentare altri gruppi al di fuori di quelli fatti su misura per te.
Soffocavi ma resistevi, per paura. Paura di essere inghiottita dai margini, paura di non essere più ammirata, paura di perdere amici e riferimenti…
Il salto è stato faticoso. Ma vederti adesso è una gioia. Tu con la tua stravaganza naturale, tu con la tua curiosità, tu con la tua semplicità, tu con il tuo realismo che non si sa come sta a braccetto con i sogni, tu con la tua testa. Tu che finalmente scegli. E non provi più quella noia…La noia che affogava nel bicchiere, la noia che leggevi negli occhi persi, la noia che stordivi per non sentire, la noia che gridava altri imperativi…
Hai ritrovato le tue passioni. Hai lo zaino pieno di cose e momenti trascurati che adesso puoi godere. Hai nuovamente il senso di ciò che sei e di quello che ti sta intorno. Sei tornata ad abbracciare quello che avevi strapazzato o dimenticato. Ogni parola, ogni secondo, ogni passo adesso sono tuoi.
Temi di aver trascurato troppo della vita, di aver perso tempo, di non aver dedicato qualcosa a qualcuno che forse meritava altra attenzione…Forse è così. Ma guarda avanti e recupera quello che puoi. C’è un mondo da esplorare.
Spero che quelli che hai lasciato ti guardino. Chissà, forse…
Scritto alle 17:17 nella Società e costume, Tra realtà e racconto | Permalink | Commenti (7)
Ti scorrono a fianco. Provi a capirli. Speri che possano incrociare il tuo in equilibrio ed armonia. Ma non c’è equilibrio, non c’è armonia.
Sono esistenze dolorose che talvolta provi ad accarezzare, che speri di confortare, che vorresti trovassero un’oasi di serena salute. Sono spazi assolutamente imperscrutabili che qualche volta ti illudi di voler amare e coccolare.
Ma non ti lasciano respiro, tradiscono ogni sogno e ogni preghiera, ti schiacciano, ti perseguitano, rifiutano ogni sentimento. Assorbenti come spugne, devastanti come calamità si insinuano nei pensieri, negli stati d’animo… Non possono comprendere il tuo sgomento, la tua tristezza, la tua stanchezza, la tua ansia infinita. Non riconoscono altri mondi. Ti pretendono nel loro. Ti seguono ovunque, ti stanno dentro come una spina nel fianco. Non c’è rosa che tenga…
E allora fatichi per restare nel tuo, per non farti trascinare nell’abisso. Faresti del male a loro prima ancora che a te.
Sai che è così e resisti, resisti, resisti. Hai bisogno di una quantità di risorse e di energie che umanamente è quasi impensabile avere eppure… E loro più barcolli più si aggrappano. Istintivamente. Sembra un gioco al massacro, una cattiveria smisurata. E invece è male di vivere.
Soffocante, sconvolgente.
Patiscono pene terribili, forse. E tu ne patisci altrettante ma senza il paracadute e l’urlo consentito alla malattia.
Cerchi di vivere. E loro attimo per attimo ti tolgono un po’ di gioia e di entusiasmo… Ma ancora di più te ne tolgono quelli che per le strade del tuo mondo stanno indifferenti o sprezzanti. Tutti presi dall’affanno di un paio di Prada da comprare ad ogni costo o dalla vacanza da organizzare alla grande, davanti ai mondi paralleli provano un fastidio raccapricciante…
E allora continui a sorridere e a pensare che quei mondi paralleli sono molto più umani di tanta comune umanità.
Scritto alle 15:50 nella Diario personale | Permalink | Commenti (8)
Mi ritrovo tra le mani quel cd di Vecchioni. Devo riascoltarlo, presto.
Ma intanto il mio pensiero vola. Nel cielo che si riflette nell’acqua, nel cielo che guardo storcendo un po’ il collo tra le case della stretta via, nel cielo dal quale qualche raggio di sole precipita e filtra tra le vetrate della volta in galleria…Nel cielo che non vediamo e immaginiamo con la fantasia. Nel cielo che talvolta ci ritroviamo a calpestare come se camminassimo a testa in giù o come se l’orizzonte si rovesciasse.
L’altra metà del nostro sguardo, quella infinita. Quella che ospita i passi dei nostri sogni e illumina i nostri pensieri. Il grande punto interrogativo che inquieta eppure ci fa respirare di domande, curiosità, trepidanti attese e speranze. Il giocattolo azzurro che scalda il cuore e fa sorridere, la tempesta che scuote e fa rabbuiare lo spirito…
Il cielo che talvolta si ribella alle terrene miserie o che vediamo al contrario per maledetta distrazione…Il cielo che non puoi toccare. Il cielo che fugge via, scivola lontano. Il cielo dei desideri. Il cielo che ribalta l’ordine della terra. Il cielo che ci ostiniamo a non capire. Il cielo dell’anima. Il cielo dell’amore.
Il cielo che potremmo abbracciare e invece prendiamo a pugni.
Scritto alle 14:49 nella Diario personale | Permalink | Commenti (9)
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