In ostaggio del passato e delle ideologie ripudiate o disapprovate. L’odore del fascismo, lontano ma non dimenticato, fa orrore e procura nausea. E il comunismo fa accapponare la pelle.
Altro che affermazioni o programmi, i fantasmi restano e forti.
In ostaggio di una storia “corta”. In effetti, con i suoi circa 60 anni, la nostra è una democrazia giovane, una Repubblica ancora nel bel mezzo del cammino di crescita. E questo lo paghiamo, in termini di cultura democratica facciamo i maestri ma siamo poco più che apprendisti. Abbiamo assorbito libertà e diritti umani fondamentali ma da Rivoluzioni altrui e questo piccolo “dettaglio” pesa, eccome se pesa.
In ostaggio della Chiesa. E qui direi che non ci sono da spendere molte parole. Eppure siamo spesso così poveri di principi cristiani da far impallidire il più convinto degli atei.
In ostaggio di un “equilibrio non scritto e segreto”, che di fatto diventa equilibrismo tra menzogna ed escamatoge per fare qualsiasi cosa.
In ostaggio della dietrologia, tanto ovvia quanto congenita e quasi inestirpabile, in un sistema che si regge su compromessi non per fare ma per non alterare…
In ostaggio di schemi, unica manifestazione di appartenenza, di coerenza, di integrità, di difesa o di orgoglio, che francamente sono una iattura. La Santanchè può, la Melandri se và a casa di Briatore deve almeno negare. Passi che Berlusconi curi l’immagine ma di Bertinotti ci vuole la smentita ai maglioni di cachemire e all’eleganza costosa. Non si cerca la verità, quella potrebbe destabilizzarci. Meglio fare in modo che siano salvi gli schemi. Qualche volta la barca di D’Alema torna a rosicchiare come un tarlo ma almeno d’inverno è meglio non pensarci.
In ostaggio del mandolino che ci fa sfogare tutto al bar e poi una serenata porta via il malumore.
In ostaggio del sogno di gloria che ostinatamente ha fatto in modo che il progresso facesse illudere “le masse” : ricchezza per tutti. E quando non è arrivata è stato fisiologico credere che il Cavaliere, che c’aveva saputo fare e si era fatto i soldi, la facesse arrivare anche nelle catene di montaggio. I ricchi pensano ai poveri.
E se non lo fanno, i poveri si ribellano - a parole - e minacciano di far piangere i ricchi.
Insomma, in ostaggio pure delle fiabe.
In ostaggio di altro ancora. La Lega ce lo dimostra, con successo, da anni.
In ostaggio anche di quel briciolo di “ideologia” che si deve mantenere come zoccolo duro per gli elettori puri : “tolleranza”, “no al razzismo”, “uguaglianza”, “pari opportunità”, “libertà e diritti per tutti” oppure “libera impresa”, “recuperiamo la nostra identità”, “flessibilità del lavoro” eccetera eccetera sono vocaboli o espressioni del campionario di una parte o dell’altra…
Caspiterina verrebbe da credere che oltre ai programmi-collante da ambo le parti politiche c’è un pensiero di fondo ! Macchè, almeno fosse. C’è sempre il retaggio di qualcosa al quale è impossibile sottrarsi.
In ostaggio di un senso della cultura che fa acqua da tutte le parti. Intellettuali e pensatori ma sotto sotto…insomma chi ci sta a fare il “poveraccio” ? Yeans stracciati si, ma griffati. E dall’altra parte ? Con i yeans griffati si, ma stracciati ripetono uffa, tutti i cervelli sono contro di noi.
In ostaggio di noi stessi, delle nostre contraddizioni e dell’incapacità, non dico di risolverle, ma almeno di ammetterle.
In ostaggio di molto altro ancora.
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