Irene Spagnuolo

Grazie a Bossi e Dal Bello

L’articolo “Stress da…giallo” a firma di Marco Bossi e Gianni Dal Bello de Il Corriere di Novara mi ha divertito per i toni ma mi ha anche, forse soprattutto, ispirato un sincero moto di ringraziamento.

Lo stress da giallo è causato ai novaresi dai rivelatori fotografici generosamente piazzati in diversi semafori cittadini. E Bossi e Dal Bello hanno magnificamente colto un malessere diffuso e insidioso…Le scene vissute agli incroci vigilati sono effettivamente descritte benissimo dalle loro penne. Ci si avvicina al semaforo verde con il timore che scatti il giallo e il dubbio di accelerare per sgombrare in tempo utile ed evitare tamponamenti e ingorghi o frenare bruscamente per non inciampare nel click proprio durante l’attraversamento…Se corri rischi di superare il limite di velocità, se inchiodi metti in difficoltà l’automobile dietro la tua…E se passi con il giallo ma si crea coda  scatta il rosso e sei “flashato” senza pietà. E’ una questione di tempo, come fanno giustamente notare Bossi e Dal Bello (é una sorta di “mobbing stradale” scrivono…) : devi decidere in una rapidissima frazione di secondo. E lo stress ti mangia.

Grazie. Solo grazie. Molti novaresi come me oggi leggendo il Corriere si saranno sentiti degnamente rappresentati nella denuncia di una situazione davvero logorante…

Certo che poi lo stesso Corriere, balzando dalla prima all’undicesima pagina, pubblica in cifre il gradimento dell’Amministrazione Comunale per questo sistema : il bilancio registra una maggior entrata per sanzioni del codice della strada di 280.000 euro. Se le casse del Comune godono, i cittadini piangono e protestano.

Uno degli incroci più terribili, quello dove si registrano più contravvenzioni immortalate dalla foto semaforica, dista poche centinaia di metri da casa mia…Un incubo, se lo conosci lo eviti ! Per le manovre di svolte in quel nodo trafficato la durata del giallo è davvero insufficiente per consentire un transito regolare e sereno. In effetti, come rileva sul Corriere di Novara Paolo Viviani, a fronte di un numero elevatissimo di segnalazioni e lamentele su quell’incrocio il Comandante della Polizia Municipale sta verificando e monitorando il caso.

Speriamo che ciò possa avere un esito “clemente” per i cittadini…obbedire alle regole si, stressarsi alla guida no. Potrebbe rivelarsi davvero molto dannoso per tutti.

Per te

Peccato, non so scrivere poesie. Avrei tanto voluto dedicartene una.

E non riesco neanche a comporre una frase che contenga tutte le scintille del mio amore. Dovrei raccontarti ed esprimere pensieri, emozioni…Ma capisco che la parola difetta, non traduce tutto. E poi chissà, forse certe sublime considerazioni interiori devo restare nel cuore. Coccolate, custodite, godute come gli stati d’animo più intimi. Per pudore, per gelosia, per passione.

Sei il sole e la carezza della mia vita...

Il teatrino della politica

Ho letto molte volte questa espressione sulle pagine dei giornali. L’ho sentita alla Tv. L’ho ritrovata al bar. I teatranti non si inalberano, non giudicano offensivo passar per teatranti. Con tutto il rispetto per chi il teatrante lo fa per mestiere, troverei francamente meno inquietante per un politico sentirsi dare del farabutto. Alla fine insomma almeno uno sarebbe quel che è, non uno che sta recitando, che calca le scene…Palazza Madama, Montecitorio, Palazzo Chigi o quale altro palazzo del potere non sono palcoscenici. Non dovrebbero esserlo. Non sono nati per esserlo. Per la verità non sarebbero nati neppure per ospitare furfanti ma…è più plausibile, pensandoci bene.

I rappresentanti del popolo ne sono espressione quindi ben può un manigoldo sedere in qualche aula della politica…I manigoldi votano, i manigoldi possono essere eletti.

Ma i teatranti…no, quelli stanno bene nella loro cornice naturale, ad interpretare splendide pieces. Non confondiamo le acque e i termini.

E’ un vezzo che può davvero ingenerare equivoci. Se lor signori si convincono di essere attori nel bel mezzo di una commedia all’italiana dovremo proprio armarci di tarallucci e vino per il gran finale !

E’ come balletto…il balletto della politica, do ut des, lancio il sasso e ritiro la mano, seduco e abbandono, ciondolo di qua e di là…Ma su, andiamo, il balletto è una cosa seria, bella, impegnativa, artistica ! Il balletto della politica sa invece di passi sgraziati, di movimenti privi di fascino… A lor signori manca l’eleganza, il portamento, la leggiadria delle danzatrici !

Adottiamo espressioni più consone ai luoghi, alla loro destinazione, alle persone che vi lavorano suvvia !

Direte che pure i teatranti e le ballerine votano e possono dunque essere votati…Certo, basta che lo siano. Noi invece nelle stanze dei bottoni collochiamo teatranti e ballerini improvvisati, finti, maldestri.

L’unica cosa buona è che il teatrino e il balletto sono democratici : attraggono destra e sinistra, piacciono all’opposizione e alla maggioranza, sono manifestazioni assolutamente condivise. Sono trasversali…

Sexsomnia

Sonnambulismo sotto i riflettori. Recentemente evocato nella vicenda Franzoni come stato di “restringimento della coscienza”, torna ancora prepotentemente all’attenzione per analogia alla situazione di sesso inconsapevole durante il sonno : entrambi i fenomeni sono infatti classificati come casi di parasomnia ovvero di disturbi che implicano un parziale risveglio…

Nella sexsomnia il soggetto è spinto da bisogni sessuali, può diventare aggressivo e comunque compiere atti sessuali senza rendersene conto con chiunque abbia accanto. Forse ciò che più ha destato allarme sono stati gli episodi di violenza su minori. Ma è indubbio che il disturbo può rivelarsi davvero inquietante in qualsiasi caso.

Come nel sonnambulismo nella sexsomnia la persona è sospesa tra il sonno e la veglia.

Pare che il disturbo sia molto diffuso, se ne sa ancora molto poco e purtroppo almeno in una fase iniziale spesso resta inconfessato per paura o vergogna. Chi ne è affetto è turbato quanto i conviventi, potenziali vittime.

Un bellissimo articolo di Jessica Marshall pubblicato sul New Scientist raccoglie la storia di diverse persone affette da questa patologia.

Si parte dal “raptus” della signora che di notte, colta da eccitazione sessuale, “molesta” il marito. Si passa attraverso la masturbazione talmente violenta da causare ad un uomo lividi agli organi genitali. E si arriva al dramma di un altro rimasto sconvolto perchè si è risvegliato nella stanza della figlia. Ed è capitato pure che la masturbazione in condizione di sexsomnia avvenisse durante il sonno indotto sulla poltrona di un dentista…

E’ facile intuire il disagio e lo smarrimento di chi si scopre affetto da questa “malattia” che può generare gravi difficoltà nei rapporti con altre persone e comunque fa provare al soggetto il terrore di perdere il controllo  di sé durante le ore di sonno. Una donna che ha preso allegramente le prime avvisaglie di sexsomnia, francamente ritenendo potesse essere solo un piacevole diversivo notturno per il compagno, ha poi avvertito la patologia con ansia crescente rendendosi conto che non aveva alcun ricordo degli episodi, non derivavano dalla sua volontà cosciente, non erano legati a quel compagno e potevano quindi esporla a qualsiasi diverso accoppiamento.

E drammaticamente il padre autodenunciatosi per molestie sessuali alla figlia, pur assolto perché aveva agito nel sonno, si è allontanato da casa terrorizzato dall’idea di poter nuovamente commettere atti simili.

Dagli studi attuali parrebbero rientrare tra i fattori scatenanti lo stress, la privazione di sonno, l’alcool, le droghe, l’apnea.

Dal 2005 la sexsomnia è inserita nel Icsd (Classificazione internazionale dei disturbi del sonno). C’è da augurarsi che la scienza possa rapidamente compiere passi importanti in direzione della possibile prevenzione e cura.

In taluni casi peraltro il livello di pericolosità è davvero elevato e potrebbe dunque rivelarsi frequente la commissione di crimini. Anche dal punto di vista giuridico quindi i risvolti sono decisamente rilevanti: è essenziale infatti che possa accertarsi con certezza lo stato di malattia durante il compimento del fatto delittuoso.

Rocco Papaleo e Alessandro Haber

Sono andata al Ciak di Milano per lo spettacolo Miracoli e Canzoni con Rocco Papaleo e Alessandro Haber.

Gli autori, Rocco Papaleo e Giovanni Veronesi, hanno ideato uno spettacolo inusuale. Al termine abbiamo concordato proprio su questa definizione.

Sul palco buoni musicisti accompagnano Rocco Papaleo e Alessandro Haber in un esilarante quanto acuto viaggio nella vita…Le canzoni, i monologhi, i dialoghi si alternano lungo il filo dell’ironia, della satira, del gioco, della riflessione. Rocco Papaleo e Alessandro Haber si muovono tra i ricordi della loro vita, l’attualità, l’umorismo amaro, la gioia delle grandi emozioni, i sogni e i bisogni dell’uomo. Lo fanno con una carica bizzarra e semplice insieme…accarezzando grandi argomenti con garbo, ridicolizzando ansie di gloria, scavando con leggerezza nei tormenti dell’anima. Calcano la scena con straordinario carisma, interagiscono con il pubblico, ammiccano, si divertono. Alessandro Haber sfodera una grande voce e tira fuori tutta la sua recitazione intensa e coinvolgente. Rocco Papaleo con la sua chitarra, la sua mimica, le sue movenze, la sua speciale energia comunicativa, arriva al pubblico naturale e frizzante, senza forzature.

Sono le canzoni a scandire i momenti, a dare ritmo alla rappresentazione, ad accompagnare i passaggi…E mentre la trama scorre fluida e piacevole, tra risate e  sorrisi all’arguzia delle battute, l’interpretazione di Papaleo e di Haber ha la forza della comicità più schietta e del fervore teatrale più profondo.

Una dimensione davvero originale che Papaleo e Haber vivono e dominano con fantastico trasporto. Portano in scena se stessi, la vita, l’amore, i sogni, il dolore, l’angoscia…Portano in scena l’uomo. Respirano le parole e i suoni di ogni canzone come miracoli…Attimi, sensazioni, speranze, desideri. Il miracolo della ricerca, il miracolo dei sentimenti. E il pubblico è rapito. Ride, applaude, incita, urla complimenti…ma nel contempo è assorto. In quell’atmosfera semplice, quasi intima, tra palco e platea corrono le stesse gioie, le stesse tensioni, gli stessi interrogativi. Temi comuni e zampate graffianti, brividi di dolcezza e sottile malinconia…tutto d’un fiato, senza clamore ma con avvolgente calore.

La valigia dell’attore contiene tutto. Compresa la sua anima. Rocco Papaleo e Alessandro Haber aprono la valigia sul palco offrendosi al pubblico.

Grintosi, estrosi, passionali, Papaleo e Haber con Miracoli e canzoni portano in tour uno spettacolo originale, bello, variegato…In una parola appunto inusuale. Uno spaccato teatrale in un concerto, il miracolo delle canzoni recitato a teatro, il libero cammino tra le parole, le emozioni, la musica. Un copione in fermento, in evoluzione…mentre Papaleo e Haber lo arricchiscono, colgono uno spunto improvvisato, si ascoltano e seguono un nuovo guizzo. 

Miracoli e canzoni è da vedere, da sentire, da godere…

Credo se ne possa parlare come di un autentico, importante successo.

La serata per me è continuata a cena con Rocco Papaleo e Alessandro Haber. Con Rocco Papaleo, amico della giovinezza, è stato bello riabbracciarsi, ritrovare il piacere di stare insieme e di scoprirsi ancora come allora…con Alessandro Haber è stata una felice, simpatica occasione di conoscenza. Grazie Rocco, grazie Alessandro.

Vi auguro di raccogliere…tante noccioline !

(E chi vuole capire, vada a teatro da Papaleo e Haber…ne vale la pena !).

Miracoli e canzoni

Ho visto ieri sera al Ciak di Milano lo spettacolo di Rocco Papaleo e Alessandro Haber : Miracoli e canzoni. Semplicemente fantastico ! Un’occasione da non perdere.

Merita una grande recensione…nei prossimi giorni la scriverò.

Intanto…Grazie Rocco, grazie Alessandro, per la splendida serata.

Blogger poeti

Avevo avuto modo di leggere e recensire le poesie di Fino, autore peraltro anche di romanzi e noir. Splendidi versi di ricordi, di atmosfere praghesi, di dolore e malinconia accarezzati con l’intensità e la leggerezza di chi non urla ma sospira, respira, vive…

Mi aveva particolarmente colpito A Te, una poesia colma di dolcezza e di emozione, di ricerca e di gioia.

Ho portato i miei sogni

Nella terra

Che ha visto la tua infanzia

…

Non ho più bisogno di parole solitarie

Che scavano dentro indecifrabili silenzi

In questa terra

Accarezzata dai fiumi e dalla neve

Ho trovato il tuo sorriso.

.

Sempre la penna di Fino, che conosco, è sicura : diretta e avvolgente. Una scrittura limpida che fissa attimi, che trasmette con forza ma senza ridondanze, che narra la vita e la storia con l’intensità di chi è ancora in viaggio…Una penna che conosce e anela all’amore, che accompagna i sentimenti, che ha un’anima profonda e che vuole dare un senso al cammino.

Vagabondando sul web mi sono imbattuta poi in Domenico, un blogger che scrive anche poesie. Domenico ha 24 anni…e mi ha colpito la sua raccolta di poesie “Parole d’amore”. Un giovanissimo poeta che scrive versi d’amore…dipinge l’amore, l’amore, l’amore. Con le immagini della natura, con i suoni e i momenti della giornata, con la semplicità dei sogni e degli incontri, con le risate e le lacrime del cuore che batte con tenerezza, con foga, con speranza.

Non contare mai i singhiozzi

sul cuscino

nè i desideri tra le stelle

nè i sogni nel tuo cassetto...

sii come il mare,

grande avvolgente regale,

come la luna,

tenera languida complice,

come questa carezza

piccola, troppo piccola,

ma piena di lacrime.

Sono le tue...e sono come le mie.

.

Per me il fascino della poesia sta in quelle piccole frasi che racchiudono il pensiero, gli stati d’animo, le immagini, le ansie…Sta in quella capacità di evocare un mondo, di creare suggestione, di dare i brividi in poche parole. Sta in quella sintesi che in un istante afferra quello che potrebbe trovarsi in una prosa lunga e complessa…Sta in quel quadro che i versi sanno donarci oltre e tra le righe.

E’ bello che la poesia allieti anche i blog. Io ho citato Fino e Domenico. E so che ne ho tralasciati altri. Non me ne vogliano. Mi piaceva solo l’idea di dedicare un post a loro. Ed è comunque un modo per destinare un pensiero ai blogger poeti…

Bomb Boogie : un nome, una garanzia

Viva la moda. Viva la pubblicità.

Francesco deve dotarsi di un giubbotto per l’imminente inverno. Gli piace il Bomb Boogie. Io non conosco l’articolo, me lo mostra su un giornale dove campeggia una bella pubblicità. Penso che potrei regalarglielo per il suo compleanno (era il 4 novembre). A Novara questo Bomb Boogie non si trova ma il sito dell’azienda produttrice fornisce gli indirizzi dei rivenditori di zona. Sono due e si trovano in due paesi della provincia : uno dista da Novara una decina di chilometri l’altro trenta. Ci rechiamo in entrambi i negozi: il primo non si trova all’indirizzo indicato sul sito, il secondo non conosce il Bomb Boogie. Nel secondo anzi, i commessi ridendo ci indirizzano al vicino outlet…dove comunque del Bomb Boogie non rinveniamo traccia.

A questo punto Francesco chiede cortesemente lumi all’azienda via e mail : l’arcano parrebbe prontamente risolto. Nel paese più vicino l’errore di indirizzo è dovuto ad un trasferimento del negozio, gli viene segnalato quello corretto e ci torniamo fiduciosi.

Illusione pura. La gentile signora del negozio ci fa notare che trattano la marca ma solo nella linea femminile…Evidentemente l’accorto ufficio commerciale della società produttrice non aveva tenuto conto, rilasciando l’informazione, che un potenziale cliente di nome Francesco potesse indossare capi maschili.

Comunque non ci scoraggiamo : il medesimo ufficio aveva segnalato anche un altro punto vendita. Trattavasi dell’Uni S.p.a. di un altro paese della provincia di Novara (distanza dalla città circa 20-25 chilometri)…a me pareva bizzarro che l’Uni (catena di supermercati) vendesse il Bomb Boogie ma speranzosa mi ci reco con Francesco…Ci troviamo al Centro Distribuzione della Uni S.p.A. ove ci chiariscono che commercializzano effettivamente l’abbigliamento di quella marca ma solo in un supermercato della provincia di Novara.

Siamo seccati ed esausti però…ci rechiamo nell’ennesimo posto (altri 30 chilometri da Novara) dove scopriamo che realmente sopra il supermercato c’è un ampio negozio di abbigliamento con ottimi capi. A quel punto siamo certi di aver trovato il Bomb Boogie…Ma non è andata così. La commessa ci fa ripetere due volte il nome poi scuote la testa “no, no, qui non c’è sicuramente”.

A quel punto la curiosità, la sfida, la voglia di andare a fondo, non so qualcosa ci anima a proseguire con accanimento la ricerca…

Scrivo io all’Azienda, alla cortese attenzione dell’ufficio commerciale, chiedendo se era possibile recarsi in sede da loro (in provincia di Torino) ad acquistare il giubbotto Bomb Boogie. Mi rispondono che quelli sono gli uffici, lì non vendono….devo sentire IO lo spaccio aziendale…Neanche colgono insomma il pungolo della mia richiesta : ben avrebbero dovuto a quel punto, per non fare ulteriori misere figure, accertarsi della disponibilità del capo allo spaccio e farmelo sapere con cortese sollecitudine e qualche scusa di circostanza…Macchè. Mi rifilano il numero di telefono dello spaccio.

Decisa comunque a verificare fino a che punto una mega pubblicità sui giornali o al motor show di Bologna o al motolive di Milano sia giustificata da una signora azienda che produce e lavora con serietà svizzera…trattengo il fastidio e telefono. La squillante risposta del centralino mi rianima ma appena accenno il caso e chiedo quindi dello spaccio la voce dall’altra parte si affievolisce…e laconicamente il “le passo il collega” stacca la comunicazione. Attendo ancora adesso il collega.

Ma ci riprova qualche giorno dopo Francesco su mia sollecitazione, dai forse è stato un caso, è caduta la linea, il collega era impegnato, l’orario non era adatto…A Francesco capita esattamente la stessa cosa. Il copione si ripete.

Francesco non ha avuto il Bomb Boogie per il  compleanno, non ce l’ha ora e non lo avrà in seguito. Alla casa evidentemente non interessa del cliente perso. La moda è dettata. La pubblicità c’è. Il resto…caro Francesco, dovresti saperlo. Meglio una bancarella.

Forse il Bomb Boogie sta bene solo indossato per pubblicità.

Certo mi piacerebbe molto un giorno poterne vedere uno da vicino, assicurarmi almeno della sua qualità da grandi occasioni della moda e della reclame. Chissà…

Braccio di ferro tra banca e camera di commercio

L’acquisto di un bar implica decine e decine (e decine e decine…e ancora) di migliaia di euro per rilevare licenza e avviamento. Solitamente, almeno per chi non gode di enormi disponibilità, ci si rivolge per un finanziamento ad una banca. Banca che, considerate le credenziali, il volume d’affari, le possibilità di rientro, le garanzie, decide se erogare il finanziamento. La banca chiede anche che l’aspirante acquirente del bar, nonché richiedente il finanziamento, sia regolarmente iscritto alla locale C.C.I.A.A. (Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura). La C.C.I.A.A.  però, per iscrivere l’interessato, richiede la licenza. La stessa licenza per cui ci si è rivolti alla banca.

Già a scriverla la vicenda sembra contorta, figuriamoci nella realtà…

La C.C.I.A.A. giustamente vuole verificare che si iscriva nell’apposito registro chi ha i requisiti ed effettivamente si appresti a svolgere quell’attività. La Banca giustamente vuole finanziare l’acquisto del bar da parte di chi veramente si appresta all’operazione. Ma qualcosa non torna, il gatto si morde la coda, il cerchio si chiude e il bar resta intrappolato dentro ! Il volenteroso e determinato sognatore del bar giustamente, come la C.C.I.A.A. e la banca, non vuole cedere all’ennesimo inghippo…

In fondo è un sottile, sciocco gioco delle regole ideali in teoria e disastrose in pratica…In qualche modo la soluzione deve pur trovarsi. Non è possibile non crederci ! Deve esserci una via…e non qualche escamotage, una via normale. Perché normale è la storia, normale è la situazione, normale è la necessità.

Non può una banca prendere atto delle norme applicate dalla C.C.I.A.A. e limitarsi a concedere il finanziamento condizionando l’erogazione alla verifica della destinazione dei fondi ? Non può una banca conoscere come funzionano queste operazioni ? Non può una banca sapere che da che mondo è mondo nessuno cederebbe un’attività senza averne in cambio il controvalore in denaro ?

Sono certa che l’ostacolo sarà superato. Sono certa che è troppo ridicolo per non poter essere saltato con successo. Sono certa che banca e mercato non sono due cose diverse. Sono certa che i sogni non si frantumano per uno schema quasi incredibile di rigorosa procedura…

La Stampa

La Stampa arrivava a casa mia tutti i giorni. La comprava mio padre, la leggeva pagina per pagina, riga per riga, senza saltare nulla. Poi iniziava a passare di mano in mano.  Dopo, per anni l’ho trascurata, l’ho leggiucchiata alternandola ad altri quotidiani, l’ho di nuovo letta con più frequenza ed infine ho iniziato a seguire la versione web lasciando la lettura cartacea agli “incontri occasionali”, al bar, da amici, in una sala d’aspetto, la domenica dalla mamma. Per la verità non ho mai amato i formati grandi, le pagine che invadono le gambe del vicino sul treno, che rendono scomoda la lettura in poltrona, che costringono vista e braccia a contorsionismi innaturali…Ma questa è stata la tradizione delle maggiori tirature. Oggi il formato ridotto (anche se non è ancora proprio maneggevole) mi ha rallegrato e ho trovato molto buona la qualità di stampa. Mi accorgo stranamente che ho provato un piccolo brivido. Non c’è più La Stampa a cui ero abituata. Ingombrante e con prevalenza di bianco/nero. Assurdo, a me non piaceva ! Infatti, è solo la piccola fitta che provo quando il tempo segna un passaggio, quando una porta si chiude…

Mi piace. Benvenuta tra le mie mani !Ma il sito…il sito è anche mio, c’è il mio spazio, il mio blog finestra sul mondo…Mi emoziona questo cambiamento. Trovo che l’impostazione sia ottima e ordinata. I quattro blog segnalati in prima pagina sono un bel tocco ! Grazie alla redazione web.

Mi spiace solo, per la mia vista non da aquila, che i caratteri (piccoli ? o chiari ?) non siano leggibilissimi. Credo poi che qualche “sistematina” alla pagina dei blog interverrà nei prossimi giorni…per ridare a Dragor Journal intime (e non journa intime) o ad Antonio Terzo Millennio (e non Terzo Millennio)…

E SONO IN CRISI DA TYPEPAD...MI PUBBLICA TUTTO NON GIUSTIFICATO, MI SCRIVE UN PEZZO A CARATTERI PIU' GROSSI...!!! HELP ME.