Nel suo Bestiario su L'Espresso Giampaolo Pansa scrive un bel pezzo, <Betulla l'incauto e la sua doppia vita>, su Renato Farina vice-direttore di "LIbero" e fonte retribuita del Sismi. Pansa premette che vuole bene a Farina, lo descrive come uomo candido e generoso e gli esprime gratitudine per come e quanto gli è stato accanto in certi momenti. Poi spiega i motivi che non gli permettono di manifestare solidarietà a Farina diventato "Betulla" : in sintesi secondo Pansa la scelta di Farina di militare per i servizi segreti militari senza abbandonare il giornalismo è stato un fatale errore, non accorgersi che il baraccone guidato da Nicolò Pollari era il posto meno nobile per combattere la guerra per la quale si era messo, zelante, a disposizione è stato errore ancora più grave.
Da quando ho letto l'articolo mi sono tornati più volte alla mente alcuni passi. L'uomo candido e generoso...pagato dal Sismi...superficiale e imprudente tanto da non cogliere la faciloneria e l'incompetenza dei suoi arruolatori...L'ingenuità disarmante di chi crede in una causa e l'abbraccia con trasporto limpido e pulito stride con la retribuzione (doppia) e proprio con la capacità di continuare a vivere, oltre che da Betulla, anche da giornalista alla faccia della serena autonomia, della corretta informazione e della ricerca della verità che ciò doveva richiedere...
Non sono qui a giustiziare Farina. Vorrei "interrogare" Pansa...capire come si sente. Vorrei chiedergli se con quel pezzo prende le distanze dall'amico Renato Farina, se è addolorato per come la parte Betulla può aver infangato la parte Farina, se non sa semplicemente che pesci prendere per tirar le somme...Sono disorientata. E Giampaolo Pansa dovrebbe esserlo molto di più. Aveva accanto Renato Farina o il Betulla ?
I risvolti inquietanti della storiaccia antica e moderna dei nostri servizi segreti sono molti. Questo è uno dei tanti ma non è da poco...Un uomo candido e generoso che finisce in un calderone polveroso, tra finte interviste a magistrati e altro ancora, è uno shock per tutti.
In passato si parlava di servizi segreti deviati, come se nell'ambito di questi vi fossero dei settori dediti a manovre oscure. Nel tempo, mi sono convinto che i servizi segreti sono deviati di default...
Scritto da: Pim | 20/07/06 a 10:59
Condivido quanto scritto da Pim.
Per quanto riguarda Farina credo abbia ragione Pansa, in italia i giornalisti sono già raramente dei cuordileone dell'informazione, figuriamoci se si arruolano nei servizi segreti (vedi Ferrara con la Cia)..
Il dilemma su Farina-Betulla tuttavia resta, un po' come il dot jekil e mr hide!
ciao ciao
spank ;)
Scritto da: spank | 20/07/06 a 11:44
e se fosse solo questione di VANITA'? candido, generoso, non so, non lo conosco, ma la vanità, il voler esser l'unico che conosce, che determina, che muove nell'ombra, che sapra veramente come è andata, quanti ne ha fregati nella vita...
Scritto da: m | 20/07/06 a 13:05
Candido...? Avrei qualche dubbio.
Frequenta il Meeting annuale di CL. E' un predicatore che anni fa aveva sulla stessa barca anche qualche esponente di Forza nuova (quelli delle bombe romane al manifesto)...
Candore? Dice di essere in guerra eccetera... In guerra esiste il candore? Forse è soltanto un fanatico furbo che si finge candido...
Scritto da: antonio montanari | 20/07/06 a 19:27
Credo che il giornalismo debba essere un quarto potere, che affianca gli altri tre con il compito specifico di denunciare alla pubblica opinione le magagne della società e degli altri poteri.
Nel momento in cui un giornalista si fa pagare per prestarsi a propaganda manipolatoria egli è un traditore del suo ruolo e meriterebbe la radiazione dall'albo e qualche annetto di lavori socialmente utili.
Peraltro la situazione è complicata dal fatto che più o meno tutti i giornalisti si prestano occasionalmente o a tempo pieno a propaganda manipolatoria senza neppure il bisogno di essere a libro-paga dei servizi segreti.
Basta e avanza il fatto che il giornalista riceve il suo salario da un gruppo di potere che ha sempre una sua specifica agenda con affiliazioni, protezioni, obiettivi espliciti ed obiettivi nascosti.
Se il giornalista non si adegua al quadro di manipolazioni che gli viene richiesto, può andarsi a cercare un altro posto. E nessuno lo fa.
Quindi, fino a che il giornalista non avrà uno status e un'indipendenza simile a quella dei magistrati che gli consentano di svolgere il proprio lavoro senza condizionamenti, egli non sarà mai quarto potere ma solo quinta colonna delle organizzazioni economico-politiche prevalenti (industrie, partiti, mafie e servizi segreti inclusi.
Scritto da: roberto casiraghi | 21/07/06 a 11:59
Ciao Roberto, hai ragione.
Ma il fatto è che "la catena dei poteri" e la storia del controllo lascia l'antico dilemma del "chi controlla il controllore " ? Non se ne esce se non muta il ...
Irene
Scritto da: irene | 21/07/06 a 12:29